Capitolo 5

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Penso di non aver dimenticato nulla, almeno lo spero. Prepararsi per un viaggio lavorativo e allo stesso tempo vacanza, con una bambina di quasi tre anni non è facile. Ho controllato per l’ennesima volta la lista delle cose indispensabili che mi ero segnata da portare e direi che non mi manca nulla.
«mamma, mamma..» sento richiamare dall’altra stanza Nicole.
Mi avvio verso la sua cameretta.
«che succede amore?» domando avvicinandomi a lei.
«tin-tin mamma, tin-tin» urla disperata. Il suo peluche preferito, che ha da quando è nata, me lo ero dimenticata. Mi metto alla ricerca del suo amichetto e per fortuna lo ritrovo appoggiato sulla culla.
«adesso direi che siamo al completo, vero Nicky?» le mostro un sorriso a trentadue denti e lei in risposta mi avvolge il collo con le sue piccole braccia.
Potrei dire di avere il mondo intero tra le mani eppure ho sempre quella dannata sensazione di vuoto.
Mi maledico mentalmente, costantemente, per come sono e perché non riesco a godermi appieno la presenza di mia figlia. È l’essere più prezioso al mondo per me eppure l’assenza di Nicholas mi fa vivere questa felicità a metà ed è la sensazione più brutta che possa percepire.
Mi sento come il cielo limpido ma senza stelle. Nicole è il mio raggio di sole ma, purtroppo, non potrà mai sostituire la stella mancante al mio cielo buio.
Penso che: dire che qualcuno può sostituire il posto di un’altra persona, sia la stupidaggine più grande che possa esistere.
Nessuno può sostituire nessuno. Siamo unici e insostituibili.
Ognuno di noi è un essere unico.

«Lola a che punto siete con le valigie?» la voce di mia madre mi distoglie dai miei soliti pensieri.

«noi siamo pronte mamma» rispondo alzandomi in piedi con la bambina in braccio.

«ottimo. Avviso tuo fratello e tuo padre di caricare le valigie in macchina. Tu nel frattempo chiama Luna e Lucas e digli che tra un’ora ci vediamo all’aeroporto.» Mostro un accenno di conferma con la testa e afferro il mio cellulare, per effettuare una telefonata ad entrambi.
Finito di avvisare i miei amici e gli ultimissimi preparativi, ci avviamo verso la macchina.
Dopo quaranta minuti siamo all’aeroporto. È il primo volo per Nicole e sono emozionata per lei. Ogni prima cosa che fa la annoto nel mio diario che ho creato da quando ho saputo del suo arrivo. È come se in qualche modo volessi raccontare a Nicholas di lei. Ahimè non potrà mai leggere queste righe che gli ho dedicato, però è stata la mia valvola di sfogo e ormai è come una dipendenza.

«emozionata?» domanda Lucas avvolgendomi alle spalle.
Mi volto nella sua direzione, osservo i suoi occhi per qualche secondo per poi aggiungere: «non saprei dare un aggettivo definitivo alle sensazioni che provo, sicuramente emozionata, ma anche eccitata, incuriosita, impaziente.. insomma potrei andare avanti all’infinito. Questo viaggio è troppo importante per me. Per diverse ragioni. È come se lo avessi già programmato, ovviamente non in questo modo, ma si sa che le cose non vanno mai come le pianifichiamo.»

«Hai ragione, non vanno mai come pensiamo, ma non per forza deve essere un punto negativo. A volte possono stupirci. Il bello dell’imprevisto.»  Mi risponde sorridente.
Ammiro il suo lato ottimista, sempre gioioso, mi ricorda me qualche anno prima. La positività era il modo di essere e sentirmi.

«l’imprevisto può essere anche brutto. Dipende dai punti di vista.» Rispondo in tono cupo. Purtroppo al mio umore basta poco per rabbuiarsi.
Riprendo tra le mani il mio diario e concentro tutta la mia attenzione su queste pagine consumate. Sento addosso lo sguardo di Lucas che, volutamente, ignoro. Dopo circa cinque minuti si allontana da me. Non so come si sente, se è arrabbiato o semplicemente non gliene importa più di tanto del mio atteggiamento. A me dispiace essere così ma non ci posso fare nulla. Non riesco a controllare le mie emozioni.

Dopo cinque ore di viaggio dovute a uno scalo siamo, finalmente, arrivati in Turchia. Usciamo dal “Sabiha Gocke International Airport” e ad attenderci c’è la limousine che ci porterà all’albergo. Abbiamo ancora circa mezz’ora di viaggio per raggiungere l’hotel. Osservo il panorama e ogni volta rimango stupita dall’immensità di questa città. È molto caotica, colorata e viva. Amo tutti i colori che la contornano.

«già il panorama mi piace!» afferma Luna.

«ah si?» domando con fare curioso. Sapevo che le sarebbe piaciuta, non avevo dubbi. A chiunque piace, perché è alla portata di tutti. Anche a Nicholas sarebbe piaciuto. Mi ero fatta diversi film mentali su noi due qui quando il destino ci aveva indicato proprio questo luogo da visitare insieme.

«assolutamente si, non vedo l’ora di uscire per strada ed esplorare questa meraviglia. Hai notato quanti bei negozi? Ci vuole del sano shopping lo sai? Poi un po’ di divertimento, passeggiate rilassanti.»

Mentre lei si ferma a pensare ad altre cose a me sorge spontanea una domanda: «in tutto questo il lavoro dove è finito?»

«ci sarà tempo per lavoro. La priorità è rilassarsi.»
Sorrido alle sue parole. Spero si riposerà, magari stando con Nicole e mia madre. Io ho intenzione di dedicare il mio tempo al lavoro. Concludere il più veloce possibile l’affare qui e fare ritorno a casa.

«siamo arrivati all’hotel. Scendete!» afferma mia madre. Usciamo dal mezzo e di fronte a noi appare la struttura che ci ospiterà in questo periodo. Il titolare, il signor Kemal, amico datato di papà ci viene incontro per salutarci.

«sai che non ha i tratti degli uomini turchi questo signore?» mi sussurra all’orecchio Luna.
La osservo titubante. Conosco Kemal da diverso tempo ma non mi sono mai posta una domanda del genere.

«in che senso scusa? Tu che ne sai degli uomini turchi?»

«non ne so niente ma lui mi ispira qualcosa di diverso, per me ha solo il nome appartenente al luogo.»

«per me invece tu hai bisogno di un sano riposo.»
Afferro la piccolina tra le braccia e ci avviamo all’interno dell’hotel. Abbiamo tutti quanti bisogno di riposare, il viaggio è stato intenso.

Spazio autrice:

Eccomi qui con nuovo aggiornamento. Sto cercando di andare avanti con questa storia, che a causa delle vacanze è rimasta un po' in stand by. Nel frattempo la mia testolina ha partorito delle nuove idee che sto trascrivendo, una storia che avevo iniziato, abbandonato e ora ripreso. 😅
Quando mi sentirò convinta magari ve la presenterò. 😊
Intanto fatemi sapere cosa ne pensate della storia di Lola?
Grazie per le Vostre opinioni e il tempo che dedicate alle righe che vi riporto.
Al prossimo capitolo!!!
😘😘😘

© Noi siamo L'INFINITODove le storie prendono vita. Scoprilo ora