Capitolo 16

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«e tu hai la chiave del mio» affermo.

«ti accompagno all’hotel. Vorrei vedere Nicole se non ti dispiace!»

«mi dispiace, ma Nicole è in Italia.»

Noto il suo sguardo triste.
«come mai è in Italia? Da quando?»

«hmmm Nicholas hai bisogno di riacquisire alcune informazioni. Io sono Italiana. Sono qui per lavoro, ma di fatto vivo in Italia. Nicole è al sicuro con i suoi nonni, stai tranquillo!» comunico alzandomi dalla panchina.

Lui si pone davanti a me, mi osserva per qualche attimo e poi allunga la sua mano destra nella mia direzione.
«piacere, io sono Nicholas Jason Ryan. Uno smemorato che vuole conoscerti.»

Un sorriso spontaneo contorna le mie labbra.
«il piacere è tutto mio!» comunico stringendo la sua mano.

«devo dirti una cosa!» esordisce puntando i suoi occhi nei miei.

«ti ascolto.»

«hai uno sguardo disarmante. È come se ti leggesse dentro. Te lo ha mai detto qualcuno?»

«sì, molto tempo fa un ragazzo con gli occhi di ghiaccio» affermo osservandolo.

Lui continua a guardarmi e accenna un sorriso. Si porta le mani sui capelli in cerca di risposte che non trova.
«non mi capacito del perché io ti abbia cancellata dalla mia testa. Il cuore mi porta a te, ma la testa non mi aiuta.»

«non ho la risposta al tuo quesito, mi dispiace!»

Ci avviamo in direzione dell’hotel in silenzio e dopo qualche passo lui mi prende per mano.

Di scatto mi blocco. Osservo la sua presa e il cuore batte all’impazzata. Sono emozionata.
Talmente tanto che mi sento esplodere il petto.
Riprendiamo la camminata.

«come ci siamo conosciuti?» chiede spezzando il silenzio.

«ci siamo conosciuti a Chicago. Io ero in vacanza con la mia famiglia. Un giorno, passeggiando nel quartiere dove alloggiavamo, decisi di entrare nella tua scuola di danza a curiosare. Essendo una ballerina mi è sempre piaciuto visitare le scuole da ballo come se fossero dei musei.»

«quindi la danza ci accomuna!» afferma.

«assolutamente ! Ci siamo conosciuti grazie alla danza.»

«quindi ti trovi qui per qualche esibizione?» domanda incuriosito.

Purtroppo non ho più ballato da quel maledetto giorno.
«no, non ho più ballato» rispondo con una nota di tristezza.

«nemmeno io» dice.

Ci fermiamo e ci osserviamo.
Credo che entrambi stiamo pensando la stessa cosa. L’ultima volta che abbiamo ballato è stato insieme.

«l’hotel è qui dietro. Hai tempo o devi andare?» chiedo con la speranza che mi dica di sì.
Che può dedicarmi la cosa più importante, il suo tempo. Non è la ricchezza, le proprietà, ma il tempo il dono più prezioso che si possa ricevere.

«no, non devo andare.»

Dopo la sua risposta, lo trascino nella struttura. Entriamo nell’atrio e davanti a noi appare il signor Ryan. Noto il suo sguardo sulle nostre mani unite.

«Buongiorno Kemal» comunico affinché si ricomponga e torni ad essere come lo è sempre stato. Capisco il suo bisogno di essere padre e di avere un rapporto con suo figlio, ma non è il momento adatto. Nicholas deve riprendersi dall’incidente e poi affrontare quest’altra questione.

«buongiorno Lola e signor..»

«Nicholas signore. Io sono Nicholas Jason Ryan» annuncia Nicholas senza dargli il tempo di terminare la frase.

Si stringono la mano e noto la tristezza negli occhi di suo padre.

Non mi capacito della cattiveria del signor Brown e di Michelle.
Quanta sofferenza hanno causato quei due.
Hanno causato un dolore immenso a due anime buone.
La loro cattiveria mi ha aiutata ad essere più forte e ad affrontare le negatività sempre a testa alta.

«ci scusi signor Kemal ma dobbiamo andare. Alla prossima!» riprendo la mano di Nicholas e lo conduco nella mia stanza.

Entriamo, chiudo la porta e mi tolgo la giacca e le scarpe.
«accomodati!» annuncio mentre mi reco ai servizi con un abito in mano.

Dopo pochi istanti faccio ritorno con il vestito addosso. È l'abito che ho indossato l’ultima sera con lui. Metto la musica, la nostra canzone e inizio a ballare gli stessi passi che avevamo preparato insieme. Lui mi osserva e accenna un sorriso.
Dopo qualche istante inizia a togliersi la giacca e finalmente si unisce a me.
Inizia a ballare come se il tempo si fosse fermato a quel giorno.
Sembra che nulla è successo, semplicemente abbiamo avuto un brutto incubo, insieme, e ora ci siamo svegliati.
Risvegliati più forti di prima.
Arrivano le ultime note della canzone, lui avvolge il mio volto tra le mani.
«mi sono ricordato ogni passo» annuncia prima di baciarmi.
Ci stringiamo in un abbraccio e rimaniamo così per qualche minuto.

«sei reale o un sogno?» chiede.

Gli do un pizzicotto sul braccio e lui lancia un urlo di dolore.
«e questo perché?» domanda.

«per dimostrarti che sono reale» rispondo sorridendo e lui si unisce alla mia risata.

Decidiamo di passare la serata insieme, ordinando del cibo in stanza e parlando di noi, o meglio, io parlo e lui ascolta.

Gli ho raccontato passo dopo passo, come mi ha corteggiata e come ha fatto sì che io lo raggiungessi a New York.

«penso che sia stato tutto questo amore che hai raccontato che si è chiuso a riccio dentro di me, per proteggerti o forse per proteggerci» annuncia dopo il mio racconto.

«proteggerci da chi?» domando sorpresa.
Nel mio racconto non ho mai menzionato i miei dubbi e perplessità in relazione a sua madre, in quanto non voglio che lui maturi pensieri negativi nei suoi confronti a causa mia. La rabbia che io ho nei confronti di Michelle la risolverò da sola, senza confondere Nicholas. Lui dovrà fare i conti con sua madre quando realizzerà da solo chi è realmente lei.

«proteggerci da chi non vuole il nostro amore.»

«devo dirti una cosa» comunica osservandomi.

«dimmi»

«ho fatto fare delle indagini sull’incidente che ho avuto, anzi, abbiamo avuto. La persona che pensavo non fosse attendibile mi aveva riferito che c’era anche una ragazza coinvolta, non ero solo e non era un’incidente casuale ma semmai causato. Non avevo approfondito la questione perché pensavo fosse un ciarlatano ma ora ho realizzato quanto avesse ragione.»

Spazio autrice:
Eccoci con un nuovo aggiornamento.
Buona Pasqua!

Al prossimo capitolo.
😘😘

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