Capitolo 10

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«Lu-» sto per dire Lucas in tono sorpreso quando apro la porta, ma mi blocco notando che non è lui, bensì il soggetto di prima con la maschera ancora addosso. Tento a richiudere la porta, ma a lui basta una spinta con la mano destra per riaprirla ed entrare nella stanza.
«stai tranquilla! Non ho cattive intenzioni. In realtà non so nemmeno io perché sono qui o meglio.. aspetta» inserisce la mano nella tasca dell’impermeabile che indossa ed estrae l’ultimo oggetto che avrei mai pensato potesse mostrarmi, il mio diario. Sono abbastanza sconvolta ed il mio volto rende perfettamente l’idea.
«ci accomodiamo sulle sedie e parliamo un attimo?» domanda il ragazzo avvicinandosi.
«perché hai il mio diario?»
«lo hai letto? Dimmi di no per favore!»
«mi dispiace ma la risposta è sì. Ho dovuto farlo.» Nel frattempo si è seduto. Mi avvicino a lui e mi accomodo nella sedia accanto.
«hai dovuto invadere la mia privacy? Perdona il mio tono alterato ma non riesco a mantenere la calma. Chi ti ha dato questo diritto?» mi rendo conto che mi sto agitando ma non ho il controllo delle mie emozioni, non ora!
«tu! Me lo hai dato tu.» Lo osservo sconvolta. Ma di cosa starà parlando. Sì porta la mano destra dietro la nuca e si slega la maschera che immediatamente scende giù mostrando il volto del soggetto di fronte a me. Spalanco gli occhi e non credo a ciò che vedo. Mi tocco il viso per capire se è un sogno o realtà. Dopodiché inizio a toccare il suo volto.
«tu sei.. sei.. sei realmente..» al mio tocca il suo corpo mostra una scossa improvvisa.

«io sono Nicholas Jason Ryan cara Lola Parodi» risponde discostandosi dalle mie mani.

«o mio dio, non posso crederci. Non può essere vero. Non può.. »

Lo osservo, calmo, troppo calmo, mi guarda con quello sguardo vuoto e freddo.

«non so realmente a cosa non credi. In ogni caso ti rendo il tuo diario. La tua amica ha insistito affinché lo leggessi e capissi di più sul mio passato.» Lo osservo e non riconosco il mio Nicholas. Chi è questo ragazzo?

«anche se ti dirò al mio risveglio la mia fidanzata, Lauren, che ho scoperto conosci benissimo, e mia madre mi hanno aiutato a mettere a posto i pezzi. E se non mi ricordo alcune cose, non importa, vorrà dire che non sono molto importanti.» Lo guardo, è vicino a me fisicamente mentre lo sento lontano anni luce. Solo fino a pochi minuti fa lo sentivo lontano fisicamente e vicino mentalmente. Come è possibile? Come può cambiare così la situazione?

«capisco! Cioè non capisco ma va bene. Se tu sei felice lo sono anche io.» Rispondo quasi senza voce.

«Ho scoperto che sono diventato padre. Ecco, in merito a questo, vorrei prendermi le mie responsabilità nei suoi confronti.»

Povera Nicole, probabilmente era di lui che mi parlava ed io che pensavo si facesse i film mentali.

«posso farti una domanda?» Gli chiedo osservandolo negli occhi.

«dimmi!»

«perché sei qui? Perché proprio questa città?» domando continuando a fissarlo negli occhi. Io so la risposta, ma lui la sa?

«perché lo avevo programmato da tempo con Luaren!»

Un sorriso spontaneo contorna le mie labbra. Quante favole avranno raccontato Michelle e Lauren.

«vuoi che ti racconto realmente come è andata?» lui mostra il suo consenso con la testa ed io inizio dall’origine di tutto, ovvero, il mappamondo che mi ero portata in America. La nostra gita nella casa al lago e quella stessa sera decidemmo di scegliere la prima tappa da visitare insieme e fu proprio questa città.
«e tu decidesti di scrivere un biglietto tra le cose da fare, andare a Istanbul con la tua amata. Quel biglietto si trova nella casa al lago.» Mi osserva incredulo!

«puoi uscire dalla mia stanza adesso?»

«Lola io non so come tu faccia a sapere queste cose, ma io e te non siamo mai stati un noi, altrimenti me lo ricorderei.» risponde titubante e incerto delle sue stesse parole. Si alza dalla sedia e si avvia all’uscita.

«va bene Nicholas. Credi in ciò che vuoi tu. Buona vita.»

Si ferma alla porta e si volta nella mia direzione: «in realtà non so in cosa credere. Cioè da quando mi sono risvegliato ho sempre avuto accanto Lauren e mia madre che hanno cercato di aiutarmi.»

Lo osservo e quel vuoto che ritrovo nel suo sguardo mi fa male, tanto male!
Vorrei colmarlo.
Vorrei aiutarlo.
Ma posso farlo?
Ho sperato tanto in un momento simile.
Ho pregato di poterlo vedere un’ultima volta.
Ora è qui davanti a me, ma non nel modo che speravo.
Credo che dovrei fare qualcosa, a volte al destino bisogna dargli una mano affinché possa farci raggiungere i nostri obiettivi.
Mi avvicino a lui e con la mano destra sfioro la sua guancia sinistra, lui chiude gli occhi ed io faccio altrettanto.
Rimaniamo in silenzio uno accanto all’altra.
A volte non c’è modo migliore per comunicare se non ascoltare il silenzio dell’altra persona, potresti ascoltare più di quanto potrebbe accadere con le parole.
Dopo qualche secondo riapriamo gli occhi e ci osserviamo.

«ti va di ascoltare anche me?» domando tenendo lo sguardo fisso al suo.
Mi prende le mani e le stringe alle sue. Le osserva come se fosse qualcosa di raro.

«ho già sentito qualcosa dal tuo tocco. È diverso! Ho bisogno di approfondire le sensazioni che mi hai donato.» Continua a stringermi le mani e a osservarmi come se stesse cercando una risposta. Dopo un paio di minuti, che mi sembrano un’eternità mi avvolge in un abbraccio. Mi ritrovo ad annusare il suo profumo e mi sembra il paradiso.
Rimaniamo abbracciati per un po’.

Spazio autrice:

Eccomi qui con un nuovo aggiornamento. Scusate il ritardo. Spero vi sia piaciuto questo capitolo visto che in tante speravate che Nicholas non fosse morto, ora cosa mi dite? Spero di avervi rese felici.
Al prossimo capitolo!!!
😘

© Noi siamo L'INFINITODove le storie prendono vita. Scoprilo ora