Capitolo 25

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«Ricordo tutto» due parole che temevo non avrei mai sentito nominare da parte sua.
Il fiume di lacrime che trattenevo dentro esplode sul suo petto. È l’unico modo che trovo per liberare il peso che portavo da troppo tempo. È un pianto liberatorio.

«ho un’altra sorpresa» annuncia sorridente.

«un’altra?» chiedo meravigliata.
Ancora mi stupisco, nonostante tutte le sorprese da parte sua da quando è entrato nella mia vita riesce ancora a sorprendermi.
Avvolge la mia mano alla sua e mi trascina fuori dalla struttura dove mi indica quello che sembra un cartellone ricoperto da un telo bianco.

«per scoprire di cosa si tratta devi tirare via il telo» dice.

Volgo il mio sguardo al suo e noto l’impazienza che ricopre la sua vista.
Ritorno sul cartellone e trascino via il telo.
Davanti ai miei occhi appare la nostra ultima immagine, quella che tutti hanno visto di noi.
«il ritorno di Alex e Nick riproposto da Lola e Nicholas?» domando leggendo il testo della locandina.
«cosa significa?» chiedo.

«significa che ritorneremo alla nostra ultima serata, lì dove purtroppo le nostre strade si sono divise, ritorniamo lì perché ho bisogno, perché quella sera non doveva finire in quel modo ma avevo altri piani che sono rimasti in sospeso. Devo assolutamente terminare ciò che è rimasto aggrappato all’aria per troppo tempo.»

«mio dio Nicholas non so se sarò pronta!»

«certo che lo sarai, la danza non muore lei giace dentro di te e vedrai che si mostrerà quando tu lo vorrai.»

Accenno un sorriso di fronte alla sua risposta che è esattamente ciò che io penso sulla danza.
È come se lui leggesse la mia testa, come se fosse dentro di me e vivesse ciò che vivo io.
Ha perfettamente ragione, ci riuscirò, e poi se lui ci tiene farò di tutto per renderlo felice perché è ciò che si merita.
È la felicità che ci meritiamo entrambi.
Non ho sofferto solo io ma anche lui.
Le scoperte che ha fatto in quest’ultimo periodo non sono state semplici e, soprattutto, aver scoperto di avere una figlia di tre anni e non conoscerla non è facile pertanto farò di tutto per aiutarlo a ripartire come meglio crede.
Se questa serata può aiutarlo a riprendere il suo cammino in maniera più serena io la farò.
Sarò al suo fianco sempre.

«potremmo fare delle prove se vuoi, abbiamo due giorni di tempo.»

Sgrano gli occhi di fronte alla sua affermazione.
Solo due giorni per ritornare sul palco e riproporre l’ultima serata vissuta prima del peggior incubo della mia vita.
Inizia a suonare il telefono e noto che mi sta chiamando Enrique.

«dimmi tutto Enrique» rispondo alla chiamata.

Lui mi chiede di Nicholas in quanto non riesce a raggiungerlo.
Passo l’apparecchio a Nicholas e dalla sua espressione direi che qualcosa di brutto è successo.

Terminata la telefonata Nicholas prende un respiro prima di parlare.
«Lauren ha perso il bambino» annuncia con un filo di voce.
Rimango immobile di fronte a lui.
Mi dispiace per il bambino, mi dispiace davvero tanto.

«mi dispiace» dico.

«devo tornare a New York, vuoi venire con me?»

Affermo in silenzio e lo seguo in macchina.

Mentre lui guida nella mia mente ritorna l’attimo in cui sua madre mi comunicò che Nicholas non c’era più. Mi crollò il mondo addosso. La mia vita non aveva più alcun senso perché lui era il senso di ogni mia giornata, il senso della mia esistenza. Non sapevo come avrei fatto ad andare avanti, ma per fortuna avevo il dono più bello del mondo dentro di me. C’era lei, la nostra creatura.
Posso comprendere il dolore di Lauren fin troppo bene. Perché anche se non lo ha portato alla luce è sempre una parte di lei che se ne è andata per sempre. Immagino che anche Nicholas sia giù di morale, non ne abbiamo mai parlato e nemmeno ora. Non abbiamo mai affrontato questo discorso. Io semplicemente sapevo che lei era incinta e che lui voleva prendersi le sue responsabilità nei confronti del bambino. Ora regna il silenzio intorno a noi e non so cosa lui stia pensando e provando. È una situazione particolare, difficile, complicata e forse ora la miglior cosa è il silenzio. È giusto che lui abbia il tempo per elaborare questo avvenimento.

***

Siamo arrivati da poco a New York e ci troviamo nella clinica dove è ricoverata Lauren, la stiamo raggiungendo nella sua stanza.
Nicholas apre la porta della camera e appare davanti a noi una Lauren irriconoscibile.
Ero abituata a vederla forte e sicura di sé mentre ora sembra un’anima in pena.
Fa quasi tenerezza.

«amore» annuncia con le braccia verso Nicholas e quest’ultimo lascia la mia mano per unirsi al suo abbraccio.

Il mio cuore manca un battito.

Per ogni volta che lo raggiungo poi lo riperdo, è straziante vedere questa immagine. È devastante pensare che sono stati insieme, hanno procreato una creatura e stavano per diventare una famiglia insieme.
Mi sento quasi di troppo. Come se fossi nel posto sbagliato. Per quanto provo ad andare avanti, a superare gli ostacoli, le paure, i pensieri negativi, puntualmente la vita mi spezza le ali. Fino a poche ore fa pensavo di toccare il cielo con un dito e ora mi sento sprofondare sottoterra.

Chiudo gli occhi e faccio appello alla mia forza interiore.
Due mani si appoggiano alle mie spalle e ritorno alla realtà dove Nicholas e Lauren sono abbracciati e Enrique mi avvolge tra le sue braccia.

«lei ha bisogno di questo momento, ma non perderai Nicholas, stai tranquilla» sussurra al mio orecchio.
Muovo la testa in senso affermativo mentre il cuore si spezza di fronte a questa immagine.

La testa comprende bene la situazione perché lei usa la ragione, ma il cuore no. Il cuore non comprende nessuna ragione, il cuore si affida alle sensazioni, alle emozioni, alla percezione dell’attimo e, se ciò che sente non lo rende felice, allora soffre.
Senza dare retta alla testa.
Il cuore è fatto così.
È fatto di meraviglia, tanto splendore da farlo impazzire di gioia, quell’allegria che poi diffonde in tutto il corpo.
Il cuore è proprio così, pieno di battiti emozionanti e gioia travolgente.
Ma se intorno percepisce negatività non gioisce più, anzi si spezza, in mille pezzi, come un vaso di cristallo.

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