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Il giorno arriva ed i raggi del sole che picchiano sul mio volto mi portano ad aprire gli occhi e a sbadigliare come non mai.
<<Buongiorno.>> mi dico appena vedo il mio corpo riflesso nello specchio presente in camera mia; pettino i miei capelli annodati per poi farmi una semplice coda di cavallo e dirigermi in cucina dove trovo mia madre intenta a raddrizzare la cravatta di Trevor che la guarda con occhi pieni di vitalità e lucentezza.
Forse è proprio questo l'Amore: guardarsi negli occhi e notarci sempre quella luce che indica l'eterna costanza... 

<<Buongiorno tesoro.>> dice mia madre sorridendomi e venendomi a stampare un amorevole bacio sulla fronte, <<Buongiorno.>> rispondo sorridendole lievemente, <<Hey, Lara. Buongiorno.>> dice Trevor alzando il braccio e salutandomi sorridendo ampiamente, <<Buongiorno!>> esclamo andandomi poi a sedere alla penisola in marmo e mangiare ciò che mia madre ha preparato: un piatto pieno di frutta tagliata a pezzi ed una spremuta d'arancia rossa che mi invita molto. Mangio tutto per poi bere la deliziosa spremuta e salgo nuovamente in camera dove mi lavo il viso, applico una crema all'aloe vera ed un burro-cacao, torno in camera e dopo aver indossato una gonna in jeans nera ed una maglietta corta a costine rossa, vado in camera di Alex.

Apro piano la porta e lo trovo intento a dormire con la pace e la grazia più totale.
Le labbra socchiuse, gli occhi serrati ed i capelli spettinati sono solo pochi dei miliardi di particolari che lo rendono un ragazzo davvero bellissimo e prezioso.
Dorme a pancia in giù e non ha la maglietta che trovo a terra. Sorrido e la raccolgo, la piego e la ripongo sulla scrivania; la rimetterà al suo posto lui stesso. Gli stampo un bacio sulla guancia e mentre lascio la camera, lo sento mugugnare cose incomprensibili. Ridacchio e chiudo leggermente la porta alle mie spalle; scendo di sotto ed esco un po' per svagarmi.
Tutto è rimasto uguale e spero solo che alcuni dei miei amici del liceo siano tornati a trovare le proprie famiglie.

Cammino per poi fermarmi dinanzi ad una gelateria dove compro un gelato al cocco e lo mangio strada facendo. Il telefono squilla e rispondo portandolo all'orecchio, <<Hey bellezza! Come te la passi?>> chiede la voce curiosa di Michael, <<Michael! Tutto bene, tu?>> dico e ridacchia, <<Benissimo; solo che non c'è quasi nessuno.>> ammette, <<Non c'è nessuno dei miei amici qui. Meglio la tua vacanza.>> affermo sbuffando e lui rimane in silenzio, <<Potrei venire da te.>> dice ed io sorrido, <<Non verresti e poi te lo vieterei. Devi rimanere con la tua famiglia, Michael.>> rimprovero e lui ridacchia, <<Ma secondo te?! Non sarei mai venuto e non di certo per te ma per mia nonna! Mi sta incollata giorno e notte un altro po', temo di non farcela questi due mesi.>> ammette ed io scoppio a ridere attirando l'attenzione di due passanti che mi guardano divertiti. 

<<Non mi va più di stare qui. Nessuna festa, nessuna persona che conosco... Solo noia mista ad altra noia.>> ammette Michael ed io provo tristezza per lui, <<Mi spiace Michael ma sappi che anche io me la passo male.>> affermo e lui sbuffa, <<Vorrei che le vacanze noiose passassero subito.>> dice ed io alzo gli occhi al cielo, <<Adesso la fai drammatica! Alla fine è la tua famiglia.>> dico e lui ridacchia, <<Non sai cosa significa stare con mia nonna.>> ammette ed io faccio ciondolare il capo, <<Ora vado; devo aiutare mia nonna a preparare dei biscotti.>> afferma e chiudo la chiamata solo dopo averlo salutato e detto che conoscerei molto volentieri sua nonna.

Mentre mi volto per tornare nuovamente a casa, il mio sguardo si immobilizza su una chioma di capelli corta e nera. Non ci posso credere; non ci voglio credere. Mi avvicino cercando di passare inosservata ma lei mi nota e si accerta che sia io seguendomi.
<<Non ci posso credere; Lara Myers!>> esclama la sua voce felice e pimpante che avevo quasi del tutto dimenticato e gettato nel dimenticatoio, <<Da quanto tempo!>> continua venendosi a parare dinanzi la mia figura immobile.
I suoi occhi sono coperti da un paio di occhiali da sole, le sue labbra colorate da una tinta scura ed opaca e infine i suoi denti sempre stati dritti e bianchissimi.
<<Katherine Ryan, ma che piacere.>> dico senza nessuna emozione, <<Andiamo! Non dirmi che sei ancora arrabbiata con me, per l'amor di Dio! Saranno passati anni.>> ammette ed io la guardo seriamente, <<Potrebbero esser passati anche duecento anni ma il dolore che mi hai arrecato non finirebbe mai.>> sputo acida e lei rimane di stucco.

Me or Him?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora