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ADAM

<<Stupido! Stupido!>> urlo a me stesso per la cazzata che ho appena fatto e detto. Tiro un pugno alle piastrelle del muro presente in bagno e subito dopo mi poggio al lavandino, guardandomi allo specchio. Sono un coglione. Lara è la persona più complicata, più difficile di questo mondo ma anche la più debole e non merita di essere trattata così da me. Lei ha bisogno di un ragazzo che la faccia sentire amata e non uno come me che la fa sentire sola in mezzo ad un vortice che pian piano la sta risucchiando giù nelle tenebre di una vita oscura e sommersa da un tornado che spazza continuamente tutto via. 
Non posso continuare così con lei; la verità è che ho paura di esprimere i miei sentimenti. Non ho mai permesso loro di uscire fuori e non lo farò di certo adesso. Non con lei. Non in questo momento.

Chiudo per un po' gli occhi ma subito li riapro a causa dell'immagine di Lara in lacrime che mi compare in mente. Non riesco a non pensare a lei, a come adesso si sente. Starà sicuramente affibbiando la colpa a se stessa e questa è una cosa che fa sempre e che io non riesco a sopportare perché alla fine la colpa è solo mia. 
Esco da quel dannato bagno e vado verso la finestra aperta della nostra camera, prendo una sigaretta dal pacchetto che ho poggiato sulla scrivania, la porto alla bocca e la accendo, fumandola. Tutti i miei pensieri pian piano volano via con il fumo che caccio via dalle mie labbra o almeno, così sembrerebbe. Sento un cellulare vibrare e subito mi rendo conto che non è il mio. Mi avvicino al cellulare di Lara che si è illuminato e lo prendo avvicinandolo al mio viso.

Il nome di un certo Josh appare sul display illuminato e subito i nervi iniziano ad implodere dentro di me.
Chi cazzo è questo coglione? 
Chiedo tra me cercando di capirci qualcosa ma non arrivo a nessuna conclusione. Non posso sopportare una cosa del genere ma il cellulare, appena viene riposto al suo posto, continua a vibrare ogni due secondi facendo salirmi i nervi alle stelle. 
Lo prendo nuovamente e cerco di sbloccarlo fino a quando una password semplicissima, mi porta ad accedere alla sua schermata Home. Apro il messaggio e noto cuori rossi, faccine arrossate e molte altre che mi fanno salire un senso di bruciore dentro di me impossibile da reprimere essendo una sensazione nuova. 
Istintivamente chiamo questo numero di merda e subito mi risponde una voce roca e felice di sentire la voce di Lara o meglio, la mia.

<<Lara! Come stai?>> chiede felice ed io rimango in silenzio, <<Lara, ci sei?>> chiede lui ma non ce la posso fare; chiudo la chiamata e poggio con violenza il cellulare sulla scrivania. Getto il mozzicone di sigaretta giù dalla finestra e decido di uscire a fare due passi. 
Indosso una t-shirt nera, un jeans nero e le mie Vans rigorosamente nere per poi infilare dentro la mia tasca posteriore sigarette ed accendino e dirigermi di sotto a testa bassa e senza curarmi di nulla e di nessuno. Appena arrivo di sotto, noto la ragazza nera e riccia intenta a guardare la TV assieme a Gwen che cerca di cambiare canale. Alzo gli occhi al cielo e vado verso la porta fino a quando la voce di Gwen mi richiama; <<Cosa hai intenzione di fare? Uscire senza di noi?>> chiede ed io sbuffo uscendo e chiudendo la porta alle mie spalle con forza.

La vita non può andarmi peggio di così. Cammino con le mani nelle tasche ed una nuova sigaretta tra le labbra che tengo, però, spenta. Non so dove io stia andando e sinceramente, non mi interessa granché per cui continuo a camminare. Mi ritrovo in un parchetto in cui ci sono ragazzi più piccoli o più grandi di me. Entro e vado a sedermi su una panchina, accendo la sigaretta e la fumo lentamente. Prendo il mio cellulare ma una sagoma alta e snella si para dinanzi a me. Alzo lentamente il capo ed esamino la figura di una ragazza quasi nuda. Indossa solo un vestito striminzito nero. La guardo in faccia; pelle chiara, bionda, occhi azzurri e delle labbra che saprebbero fare degli ottimi lavoretti. 
<<Cosa vuoi?>> chiedo ritornando a guardare il mio cellulare, <<Hai un accendino?>> chiede lei ed io la guardo nuovamente notando un sorriso perfetto, <<Anche se ce l'avessi, non lo darei di certo a te.>> sputo e lei rimane stranita dalla mia reazione, <<Va bene. La vita non gira solo attorno a te, ne troverò un altro.>> dice per poi girare i tacchi e andare via.

"La vita non gira solo attorno a te."  
Questa frase mi sta rimbombando in testa come se fosse un monito. Penserà questo di me un giorno Lara? Si stancherà di me e delle mie cazzate? Sì. 
Ha sopportato troppo e credo che un "Grazie" glielo dovrei ma so che di non avere il fottuto coraggio che mi serve. Non ho mai vissuto queste situazioni, questi nuovi sentimenti... Non ce la posso fare. Chiamo Elia al cellulare che mi raggiunge in poco tempo e camminiamo un po' assieme immersi nel silenzio.
<<Ieri notte ho sognato.>> affermo tenendo lo sguardo sulle mie Vans nere, <<Il solito e costante incubo?>> chiede lui sapendo già la risposta, <<Sì ma era diverso...>> ammetto e lui rimane di stucco, <<In che senso? Hai sempre e solo sognato quella scena.>> mi ricorda lui ed io annuisco, <<C'era Lara al suo posto.>> ammetto e lui rimane stupito, <<C-Cosa?>> chiede con un groppo in gola, <<Sì.>> affermo e lui si passa una mano tra i capelli.

<<Non può essere...>> dice tra sé e sé Elia che è molto agitato ed ha gli occhi lucidi, <<Lo so, sono rimasto sconvolto anche io e sinceramente non so come cazzo interpretarlo. Si è messa a piangere poco fa e adesso è chiusa in bagno da chissà quanto tempo.>> ammetto e lui mi guarda, <<Glielo hai detto?!>> chiede con un filo di voce, <<No. Certo che no. Gli ho chiesto un paio di cose e quando la situazione è degenerata si è messa a piangere ed è scappata via.>> ammetto tralasciando i dettagli che a lui non interessano. 
<<Pensavo glielo avessi detto e sinceramente, avresti bisogno di sfogarti. Sai che giorno è domani?>> chiede lui d'un tratto rabbuiandosi, <<Sì, so che giorno è domani e per la cronaca; non ho bisogno di sfogarmi con nessuno. Tantomeno con Lara.>> sputo acido e lui annuisce.

<<Non riesco a pensare ad altro da quando siamo venuti qui.>> ammette lui passandosi una mano sul volto, <<Non so cosa pensare; è come se tutto si dovesse ripetere.>> afferma ed io trattengo le lacrime che minacciano di uscire, <<Non ce la faccio.>> dice poi pulendosi una guancia con il retro della sua maglietta nera a maniche lunghe. Penso a lei, a quello che ha passato e al futuro che non ha mai avuto. Penso a lei come se fosse un fiore che sta sbocciando ma che poi viene strappato da una mano e ridotto in tanti piccoli pezzettini. Una lacrima scende giù lungo la mia guancia ma la cancello servendomi del dorso della mia mano. Non posso piangere, lei non ha mai voluto vedermi piangere...


Me or Him?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora