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Addio vita di New York. Oggi è il tempo della partenza e sono davvero sollevata e felice di ritornare in Florida. La valigia è ovviamente già pronta e con lei anche la paura e l'ansia che provo nel rivedere tutti i miei amici.
Saluto mia madre, mio fratello Alex e Trevor e mentre sono diretta verso l'aereo, una presa salda mi fa voltare e subito incontro gli occhi scuri e tristi di Katherine che mi guarda senza dire nulla. <<Tieni, voglio che la tenga tu. Ti prego, non gettarla.>> mi dice prima di darmi una busta da lettere rosa pastello con su indirizzo, data, mittente, destinatario e anche un francobollo.
Leggo la data e subito mi stupisco di essa: 22/05/2o14. 

La guardo con occhi pieni di scintille, come se fossero rinati e la abbraccio di scatto stringendola forte a me. Piangiamo perché finalmente dopo molto i nostri cuori possono ritornare a battere insieme come un tempo.
<<Grazie.>> sussurro tra le lacrime e lei sorride, <<Non ho mai avuto il coraggio di spedirla...>> ammette tirando su con il naso ed io sorrido lievemente attirandola nuovamente a me. Dopo aver interrotto l'abbraccio, salgo sull'aereo tenendo stretta al petto la busta che conserva ciò che Katherine voleva dirmi. Non la leggerò adesso; aspetterò un po' prima di leggere il contenuto della lettera ed entrare nella mente di una Katherine adolescente.

Prendo posto quasi in fondo all'aereo e attendo il mio compagno di volo che scopro essere un ragazzo a dir poco trasgressivo. Capelli scuri con le punte rosse, pelle chiara, occhi grandi e scuri, labbra carnose e rosee trapassate da un piercing nero ed un fisico asciutto. Indossa una maglietta larga a maniche corte ed estremamente lunga con sotto una seconda maglietta a manica lunga a strisce bianco e nero; skinny jeans neri e come scarpe delle globe nere.
Si siede accanto a me non degnandomi nemmeno di uno sguardo e subito mette le sue cuffiette nere nelle orecchie che noto avere un dilatatore nero a testa.

Mi volto verso il finestrino ed inizio a pensare a tutto ciò che potrebbe succedere nella mia prossima vacanza che si terrà a San Francisco fino ad arrivare al perché io non abbia ancora trovato un piccolo lavoretto nei dintorni. Tra un po' compirò vent'anni e non ho ancora trovato un lavoretto da fare. In più si aggiungono anche le ansie per quando finirò questa università; dove andrò dopo? Avrò soldi a sufficienza per poter vivere da sola in una cosa di mia proprietà?
Lascio perdere tutti questi pensieri inutili che mi caricano solo di ansie ed osservo per un po' il ragazzo dagli occhi scuri. Dopo poco è arrivato già il tempo di atterrare e mi preparo mentalmente; rivedrò dopo soli due mesi le persone che mi hanno colpito di soppiatto e dritto al cuore.

Scendo dall'aereo e dopo nemmeno due secondi il ragazzo trasgressivo sparisce dalla mia vista; ero sicura di averlo visto dietro di me... 
Elimino dalla testa l'immagine del ragazzo e dopo aver preso la valigia, mi dirigo verso una fermata e attendo il bus che mi accompagna dinanzi l'università dove scendo e vado verso la mia camera. Passando per il corridoio, mi fermo dinanzi alla camera che un tempo condividevo con Alyce e Jennifer e accarezzo la lettera ed il numero; ricordando tutto ciò che ho vissuto con loro due.
<<Ti sono mancata, eh?>> chiede la voce di Jennifer che mi fa voltare subito, <<Oddio!>> esclamo correndole in contro con gli occhi lucidi. Ci abbracciamo forte e quando sentiamo una seconda voce che subito riconosco, l'abbraccio si amplia includendo anche Gwen che ci stringe forte.

<<Caspita ragazze! Mi siete mancate tantissimo!>> esclama Gwen toccandosi i capelli e subito notiamo una sorprendente differenza, <<Ti sei fatta le punte blu?!>> chiedo toccandoglieli e lei sorride soddisfatta, <<Sì. Ti piacciono?!>> chiede sorridendo ampiamente e Jennifer li ammira sognante, <<Occhio a non osservarli troppo, sennò si sciupano.>> afferma Gwen facendole un occhiolino mentre Jen alza gli occhi al cielo mostrandole il dito medio.
Sono felice di averle ritrovate adesso e non dopo, quando tutti ci rivedremo. <<Tra qualche ora ci vedremo tutti in cortile, bellezze.>> ci informa Gwen per poi salutarci e andare in camera sua. 

<<Come stai?>> chiede Jennifer sapendo già a cosa si sta riferendo, <<Come vuoi che stia, Jen.>> ammetto guardando in basso e lei sorride tristemente, <<So che è stato un brutto colpo ma ti riprenderai, vedrai.>> dice alzando il mio volto con due delle sue dita smaltate di rosso, <<Spero al più presto; non voglio più vederli anche se devo essere sincera, Alyce mi manca davvero tanto.>> ammetto, <<Devi tener conto che lei era ubriaca quella notte... alla fine, neanche io sapevo cosa sarebbe successo...>> afferma ed io la guardo, <<Quindi questa potrebbe essere una scusante? Dalla mia testa non se ne andrà mai quella scena che ho visto, Jen.>> dico tristemente, <<Lo so, Lara, ma devi anche capire che Alyce non lo avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà.>> dice ed ha ragione.

Appena porto lo sguardo sul corridoio, noto la figura magra di Alyce che sta venendo proprio verso di noi così decido di salutare Jennifer e mi dirigo in camera mia dove saluto Charlotte e sistemo le mie cose. Metto le mie robe nell'armadio e poggio il mio computer sulla scrivania e i miei libri li ripongo sulla mensola che anche qui è posizionata al di sopra del mio letto dalle lenzuola sistemate alla perfezione.
<<Come è stata la vacanza?>> chiede Charlotte buttandosi sul suo letto a peso morto, <<Bella, non me ne posso lamentare. A te invece?>> dico e lei guarda in basso, <<Non molto bella. Certo, ero con la mia famiglia ma non avevo nemmeno un amico. Tutti sono spariti.>> afferma ed io la guardo annuendo, <<Lo stesso per me. Alla fine ho ritrovato solo un'amica.>> dico sorridendo e cercando con lo sguardo la lettera che avevo inserito in un libro e decido di farla rimanere lì, assieme alla pagina di diario scritta quando ero a San Francisco.

<<Tra un po' andremo a San Francisco tutti quanti. Sono davvero felicissima!>> esclama sorridendo ed io sorrido ma dalla mia espressione non sembro molto felice, <<Qualcosa non va, Lara?>> chiede Charlotte guardandomi di traverso ed io sorrido, <<No, non preoccuparti. Tutto normalissimo.>> ammetto e lei annuisce sorridendo e portando il suo sguardo sul suo cellulare che usa per ascoltare della musica.
Riattacco il mio calendario al muro e poso un piccolo quadretto portato assieme a me a New York. Lo guardo e mi vengono le lacrime agli occhi; io, Jennifer, Gwen ed Alyce tutte assieme e ben vestite, pronte per andare ad una delle tante feste a cui abbiamo partecipato.
Bei momenti... 

Tutto mi manca di Alyce; il suo sorriso alla mattina, le sue polemiche, le sue ansie e mille preoccupazioni; il suo modo di fare, di pensare e di trattare le persone a cui voleva e vuole bene. Mi mancano le sue mani che molte volte prendevano le mie e mi rassicuravano, mi manca la sua voce che c'è sempre stata per me nei momenti di tristezza o panico totale. Mi manca lei.
Non ho intenzione di perdonarla per adesso ma in futuro, chissà; magari potrei pensarci. La mia non è cattiveria; voglio che lei capisca cosa mi ha fatto e quali conseguenze ha scaturito in me, nel mio carattere e nella mia costante insicurezza di non essere abbastanza per qualcuno. Spero solo che cerchi di parlarmi perché una cosa è certa: Alyce Sanderson mi manca più dell'aria... 

Me or Him?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora