12

8 1 0
                                    

LARA'S POV

Valigia pronta, amiche che stanno parlando di ieri notte ed io che penso costantemente a lui. Può andare peggio di così? Questa mattina, appena mi sono svegliata, non l'ho visto per cui ho preso la mia roba e sono andata via con un macigno sul cuore. Non so dove sia andato e sinceramente non vorrei nemmeno saperlo perché conoscendo Adam tutto sarebbe possibile per cui non mi meraviglierei se fosse andato in camera di qualche ragazza a scopare, ecco.
<<Era enorme!>> esclama a voce alta Alyce e Gwen ridacchia assieme a Jennifer che ha le lacrime agli occhi tanto le risate che si sta facendo. Da come si può vedere e capire, le coppiette hanno passato una splendida notte mentre io e Adam una pessima notte dato che si è svegliato nel bel mezzo della notte madido di sudore e con l'affanno. Un incubo, ho subito pensato; ma cosa avrà mai sognato per farlo reagire così? Non riesco a pensare per cui cerco di focalizzarmi sulle mie amiche e sull'imminente volo che presto avremo.

<<Non riesco ancora a crederci. Elia...>> continua a dire Alyce che adesso starà già pensando ad una futura vita con lui; un matrimonio fantastico, figli, famiglia felice e perfetta.
<<Io e Michael abbiamo passato la notte a conoscerci meglio e poi mi ha baciata. Non abbiamo fatto di certo quello che voi due avete fatto.>> afferma Gwen con occhi brillanti ed io sorrido, felice per lei. <<E tu, Lara?>> chiede Jennifer e la maledico mentalmente mentre gli sguardi delle tre sono su di me, <<Non abbiamo fatto nulla. Avevo sonno ed ho dormito.>> ammetto senza emozioni e loro si accigliano, <<Ma come?>> chiede Gwen, <<Cosa? Avevo sonno, ero stanca ed ho dormito.>> dico ancora e loro sono impassibili, <<Ragazze lo sapete come è fatto Adam e come sono fatta io. Non avremmo mai un futuro a causa della nostra differenza.>> dico tagliando corto il discorso e mi focalizzo sul libro che sto leggendo ma che non sto capendo a causa dei mille pensieri che affollano la mia mente.

<<Io direi di andare a prendere le valige e le ultime cose, è ora di andare in aeroporto.>> ammette vedendo l'ora dallo schermo del suo IPhone Jennifer che già si è alzata. Tutte andiamo nelle nostre camere e appena apro la porta, mi ritrovo dinanzi Charlotte con un sorriso ampio e felice e la valigia accanto al suo corpo fermo. <<Ehy.>> dico sorridendo lievemente, <<Sei pronta per il viaggio?>> chiede tenendo stretto il suo sorriso smagliante, <<Sì.>> mento ma lei mi crede ed io sono più sollevata. <<Ho preparato la valigia secondo la tua organizzazione e non ho dimenticato nulla. Grazie per la lista che mi hai prestato.>> mi ringrazia ed io le sorrido andando poi verso la mia valigia. Scendiamo in cortile dove un bus ci attende e ci accompagna all'aeroporto dove aspettiamo di salire tutti. Fortunatamente, mi ritrovo seduta con Mary che attacca a parlare e non la finisce più. Parliamo di Simon, Justin ed Austin che hanno abbandonato la confraternita, del possibile motivo e del fatto che saremo sempre single e disperate.

Mi parla del suo passato, della sua vecchia vita trascorsa in Spagna, del bullismo che ha subito e del suo quasi calare nell'anoressia che però ha evitato grazie ai suoi amici e ad una psicologa. Il volo è abbastanza lungo per cui si alternano momenti di silenzi e momenti di parlantina che a Mary non manca per nulla. Musica nelle orecchie e sguardo fisso sul finestrino, concludono il mio volo di quasi sei ore e appena scendiamo dall'aereo, il caldo di San Francisco mi invade l'intero corpo. Sono felice di essere ritornata qui, dove tutto è diverso da Miami. Prendiamo le nostre valige e appena ci riuniamo tutti, siamo pronti per andare a casa di Naomi che è felice come una Pasqua. Arriviamo e subito lascio trovare la camera a Adam che mi avvisa e vado a mettere a posto le mie cose. La camera prescelta da lui è la stessa che avevo io quando venimmo per cui so bene dove riporre le mie cose. Tolgo il maglioncino messo in aereo e rimango con una maglietta lunga e con un pantaloncino usato in precedenza.

Avvio il mio mix di canzoni e inizio a mettere a posto la mia roba. Inizio dai miei vestiti per poi concludere con i trucchi e le cose che vanno riposte nel bagno che questa camera ha integrato. Sorrido soddisfatta ma la mia felicità muore non appena vedo Adam entrare in camera con una cera nervosa e rabbiosa. Sbatte forte la porta alle sue spalle e lancia la valigia in terra che si apre ed escono subito tutti i suoi vestiti che si sparpagliano sul pavimento. Si affaccia dalla finestra e inizia a fumare nervosamente. Mi avvicino piano e lo abbraccio da dietro per farlo calmare ma lui si volta e mi spinge facendomi cadere fortunatamente sul letto matrimoniale che condivideremo per un mese e poco più. Rimango allibita dal suo inaspettato gesto e a quanto pare anche lui ma non lo fa notare e si rigira. Ritiro le lacrime e vado a chiudermi in bagno, isolandomi del tutto.

Le lacrime scendono da sole, maledicendo me per tutto quello che ho fatto con e per Adam. Dovevo ignorarlo, sì, ma non sono riuscita a stare senza di lui. Reprimo i singhiozzi lasciando scapparmene qualcuno che sfortunatamente Adam sente. Batte sulla porta pregando che io esca ma non lo ascolto e continuo a piangere come una bambina.
<<Lara apri questa cazzo di porta!>> lo sento urlare e continua a battere il suo pugno sulla porta, <<Sparisci.>> riesco a dire tra le lacrime ma lui non demorde. <<Apri o la sfondo.>> mi mette in guardia ed io sbuffo rinunciando, mi alzo e dopo aver asciugato il mio volto divenuto rosso apro la porta ritrovandomelo dinanzi. I suoi occhi sono fissi sul mio volto e appena entrano in contatto con i miei occhi, avverto una scossa in tutto il mio corpo.
<<Scusami. Sono solo nervoso.>> ammette scusandosi ed io lo guardo seria, <<Il volo, Elia che non smetteva di parlare durante tutto il cazzo di viaggio, il clima di merda che c'è qui hanno influito sul mio umore.>> afferma ed io sorrido alla sua affermazione e lo fa anche lui, <<Sei un coglione.>> dico e lui alza le mani in segno di resa, <<Questa volta te la lascio passare ma solo perché sono nella parte del torto.>> dice ed io ridacchio.

Questi siamo io e lui; calamite che si respingono per poi attirarsi nuovamente; sole e luna che mai si incontreranno; stelle di uno stesso cielo che non sanno come raggiungersi e congiungersi in un'unica grande stella. Ma seppur la nostra mastodontica differenza, io e lui ci completiamo.
<<Adesso devi mettere tutto a posto; non sopporto il disordine per cui cerca di farlo in fretta.>> dico e lui mi guarda, <<Non mi va.>> afferma sbuffando per poi sorridere e subito capisco che lo sta facendo apposta, <<Muoviti oppure dormirai sul pavimento stanotte.>> lo metto in guardia facendolo ridacchiare e dopo aver sorriso, inizia a mettere a posto tutto.



Me or Him?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora