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La porta si spalanca rivelando la figura di un'anziana signora che tanto anziana non sembra. Ѐ alta, capelli ricci e corti di colore castano chiaro, occhi verdi, labbra sottili e tinte di rosso, sorriso perfetto accompagnato da denti dritti e bianchi. Ha una pelle davvero molto pulita e chiara, sembra esser fatta di porcellana. Indossa un vestito lungo fin sopra il ginocchio color verde bottiglia e devo ammettere che le dona questo colore. 
Adam la guarda e le sorride per poi guardare me e guardare nuovamente la signora. <<Lara; lei è mia nonna.>> mi presenta ed io tendo subito la mano verso la signora che me la stringe con delicatezza e leggerezza; <<Salve cara; io sono Josephine. Piacere di conoscerti.>> mi dice lei ed il suo timbro di voce è davvero pacato e dolce. Mi rilasso subito e sembra di conoscerla da una vita. In realtà non l'ho mai vista in vita mia. <<Il piacere è tutto mio.>> dico non sapendo come chiamarla, <<Chiamami Josephine; tesoro.>> dice come se mi avesse letto nella mente ed io sorrido annuendo.

Ci fa accomodare in casa e subito noto la ragazza che era assieme ad Adam quella sera a cena. Ѐ seduta a tavola, intenta a fare i compiti; ha una coda da cui ricadono lunghi e lisci capelli chiari, sembrerebbe essere un biondo cenere. <<Cristine.>> la richiama Adam e appena si gira, corre a salutare il fratello saltandogli addosso, <<E tu saresti... Lara!>> esclama abbracciando anche me e devo dire che è davvero carina ed affettuosa. Cristine è totalmente differente da Adam. Sembrano esser due persone distinte tanta la differenza. Verdi occhi a mandorla con folte ciglia, forse ereditati da sua nonna, labbra carnose, naso piccolo e alla francese, sorriso smagliante e luminoso; fisico magro ma comunque presenta delle forme perfette messe in evidenza dalla maglietta bianca a costine indossata e sistemata accuratamente dentro dei jeans chiari e molto aderenti che presentano degli strappi sulle ginocchia.

<<Ci siamo preparate bene, ah?>> chiede il fratello a lei che sorride imbarazzata, <<Sinceramente sono andata così a scuola.>> ammette e subito Adam la guarda male, <<Sei andata conciata così a scuola? Nonna; quante volte ti ho detto di vedere come si veste Cristine.>> dice rivolto verso la nonna che spunta dalla cucina sorridendo e alzando gli occhi al cielo, <<Cristine è grande ormai e si può vestire come vuole.>> dice ed Adam alza gli occhi al cielo, sbuffando. <<Vedo che il tuo guardaroba non è cambiato di una virgola.>> nota la sorella per poi sorridere mentre Adam alza il medio verso di lei che si acciglia.
<<Direi di mangiare; la cena è in tavola.>> afferma Josephine guardandomi e sorridendomi; la seguo assieme a Cristine che corre come una forsennata ed Adam che mi sta dietro e cammina vicino a me.

Prendo posto accanto a Adam e difronte Cristine che mi sorride amorevolmente. <<Spero che la cena sia di tuo gradimento, Lara.>> dice Josephine sorridendomi, <<Ѐ tutto molto invitante.>> ammetto e lei sorride soddisfatta. La cena si rivela esser un momento di confronto e chiacchiere  e Crtisitne si rivela molto matura e sincera; esprime sempre quello che pensa e non si tiene mai nulla dentro da quel che ho capito. 
<<E alla fine loro sono venuti a vivere con me quando Adam aveva undici anni mentre Cristine era proprio piccola; aveva due anni.>> ammette Josephine sorridendo tristemente e subito Cristine abbassa il capo mentre Adam mi guarda con degli occhi che difficilmente scorderò. Mi acciglio e subito Josephine guarda Adam, <<Non glielo hai ancora detto?>> chiede furiosa e lui la guarda, <<No, nonna. Sai; è difficile dire a chiunque che non ho una madre perché un uomo ubriaco è entrato in casa e l'ha accoltellata a morte.>> sbotta con le lacrime agli occhi e solo adesso realizzo i suoi strani comportamenti adottati in vacanza a San Francisco.

Cristine si alza e cammina a passo svelto al piano superiore, molto probabilmente verso camera sua. Adam esce fuori mentre Josephine si scusa e va non so dove. Esco fuori per andare da Adam e lo trovo sul retro della casa, seduto su una sedia e con una sigaretta tra le dita. 
Mi avvicino piano e lui subito mi guarda, non staccando per un secondo lo sguardo dalla mia figura che, incerta, si sta avvicinando a lui. Rimango in piedi, dinanzi a lui che ha abbassato frettolosamente lo sguardo verso la sua sigaretta che adesso ha in bocca.
<<Si può sapere cosa ti è preso?>> chiedo con tono calmo e sereno, <<Lara per favore; non ti ci mettere anche tu.>> mi zittisce subito lui mentre è assorto nei suoi mille pensieri; <<Sai bene che non potrai fare sempre così? Cosa dirai a tua moglie? Le terrai nascosto il fatto che tua madre è morta? Cosa dirai quando tua figlia chieder->>, <<La finisci, cazzo?!>> sbotta lui rabbioso ed io rimango fissa a guardarlo mentre si alza e cammina frettolosamente.

<<Sapevo che sarebbe stata una pessima idea.>> ammette tra sé e sé ed io mi acciglio mettendomi a braccia conserte a causa del lieve vento, <<Cosa? E sentiamo; perché?>> chiedo adirata con lui, <<Perché sapevo che sarebbe sfociata in una massa di merda. Adesso sai cosa mi tormenta e a saperlo, non avrei dovuto fartelo sapere.>> sputa acido guardandomi ed io non ho intenzione di starmene qui a sentire le sue inutili lamentele; <<Non puoi cambiare il passato, Adam. Fattene una ragione.>> dico secca e fredda per poi voltarmi e dirigermi verso la sua macchina. Sento i suoi passi pesanti venirmi dietro ed io rientro in casa dato che non voglio avere battibecchi con lui in questo momento. 
Sento singhiozzi provenire da quella che sembra essere una cucina ed è lì che ci trovo Josephine, seduta ad una sedia con in mano un quadretto dal contorno bianco.

<<Josephine...>> la richiamo quasi sussurrando e lei subito volta lo sguardo verso la mia figura poggiata allo stipite dell'arco che separa la cucina con la sala da pranzo; <<Entra cara.>> dice asciugando le sue lacrime servendosi di un fazzoletto in tessuto rosso. <<Mi spiace per quel che è successo poco fa...>> ammetto cercando in tutti i modi di scusarmi con lei, <<Ma non preoccuparti tesoro mio. Adam è fatto così...>> ammette per poi guardare nuovamente il quadretto e poi sorridere. <<Lei era Lauren, la madre di Adam e Cristine.>> ammette mostrandomi la foto che ritrae Adam, Cristine e la loro madre. La donna che sorride mentre tiene in braccio la sorella di Adam, è uguale a Cristine; occhi verde giada, capelli chiari, labbra carnose ed un sorriso spettacolare. <<Era davvero una bellissima donna, Josephine.>> ammetto sorridendo ed accarezzando il suo volto, come se potesse sentire la mia carezza o le mie parole; <<Lo è tutt'ora.>> afferma lei mentre si asciuga l'ennesima lacrima scesa giù, <<Hai ragione. Somiglia moltissimo a Cristine.>> noto e lei sorride ampiamente, <<Vero. Adam sembra l'angelo nero della famiglia. Lui somiglia moltissimo al padre, invece. Qui lui aveva dieci anni mentre Cristine ne aveva compiuti uno lo stesso giorno che la foto è stata scattata.>> mi dice Josephine ed io sorrido vedendo la chioma riccia e scura di Adam che si differenzia dal biondo e liscio perfetto dei capelli di Lauren e di Cristine.

<<Sarebbe stata felice di avere a cena una ragazza gentile ed educata come te. So che stai facendo miracoli con Adam eppure mi chiedo come è possibile ciò; non ha mai puntato a ragazze così.>> ammette sua nonna ed io mi acciglio, <<Non fraintendere; le tipe che Adam portava qui erano ben diverse da te. Tutte tatuate, facili, delle poco di buono; tu ne sei tutto il contrario e per questo Lauren sarebbe stata molto felice di conoscerti.>> ammette ed io sorrido subito dopo; <<Andiamo via.>> impone Adam entrando e sbattendosi la porta principale alle spalle, <<Adam non trattarla così.>> lo rimprovera sua nonna guardandolo negli occhi, <<Faccio quel che voglio, nonna.>> gli risponde e lei subito alza gli occhi al cielo; <<Credevo che tu potessi in qualche strano modo cambiare ma, come al solito, mi sbagliavo su di te.>> dice tagliente e velenosa Josephine e lui sembra esser stato colpito da un proiettile, dritto al cuore.
Mi guarda adirato e mi tira dal braccio, dirigendoci verso l'uscita. <<Arrivederci, Lara.>> mi dice Josephine ed io la guardo, <<Arrivederci, Josephine; salutami Cristine.>> le dico per poi sentire la porta chiudersi violentemente. 
Adam non cambierà mai...

Me or Him?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora