Capitolo 8

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Logan

Mi sollevai da terra e poggiai una mano all'albero di fronte a me.
Guardai in basso: la volpe che avevo inseguito respirava a malapena.
Non potevo provare pietà, gli animali del bosco, per il momento, erano le mie prede e io il cacciatore.
O loro o gli abitanti del paese.

Il sangue che mio zio si faceva consegnare tramite le donazioni fatte dagli abitanti non mi soddisfaceva più di tanto, soprattutto quando era conservato troppo a lungo; perdeva sapore e anche le qualità necessarie che mi servivano.

Quindi per sopravvivere, visto e soprattutto che passavo troppo tempo insieme agli umani, dovevo nutrirmi con gli animali nel bosco, non avevo poi molta scelta.
Avevo già rischiato bevendo due volte il sangue di Christina, non potevo lasciare dominare nuovamente dai miei istinti vampirici.

Mi pulii la bocca con il dorso della mano e gettai un'altra occhiata alla volpe

- Scusa - dissi - Ma tu meglio di altri sai che cosa significa -

Poi mi voltai e mi diressi verso casa.

                               ***

- Perché ti ostini ad usare la porta sul retro? - chiese mio zio quando entrai in casa

- Perché non so mai cosa aspettarmi nel salone principale, conoscendoti - risposi

- Sei ancora arrabbiato con me, vero? -

- Abbastanza -

Si, ero ancora arrabbiato per quello che era successo con il signor Rossi.
Avevo scoperto che quell'uomo era il figlio della strega che aveva ucciso la mia famiglia, e di conseguenza Christina era sua nipote.
Mio zio mi aveva informato che si era preso la sua vendetta e che la vecchia era morta.

La verità?
Non mi importava più di tanto; non mi avrebbe riportato indietro mia madre e mio padre

La domanda che mi premeva più di tutte le altre: era un caso che mi ero sentito attratto proprio dalla nipote dell'assassina dei miei genitori?
Forse.
O forse il suo sangue mi faceva semplicemente impazzire.

- Logan - mi chiamò mio zio

- Mh...? -

- I tuoi occhi - disse

- I miei occhi cosa? -

- Sono grigio argento -

Battei le palpebre confuso

- Cosa? Com'è possibile? - chiesi scioccato

Andai verso il primo specchio che trovai e mi guardai.
Mio zio aveva ragione! I miei occhi erano grigi

- Be' i vampiri non hanno gli occhi rossi sempre - disse avvicinandosi e indicando il suo volto - Tu eri un caso raro...forse perché non avevi mai bevuto sangue umano -

Annuii.
Aveva ragione, probabilmente. Dopotutto lui aveva gli occhi color nocciola e nemmeno quelli dei miei genitori erano rossi come i miei.
Avevo pensato che fosse perché ero un immortale ma a quanto pare non era così.

Chiusi gli occhi e mi concentrai: l'udito si affinò, così come il mio olfatto, lasciai che i miei denti si allungasserò e quando alzai le palpebre vidi che i miei occhi erano di nuovo rosso acceso

Scossi il capo e lasciai che il mio corpo tornasse normale. Di nuovo grigi

- Be' ok - dissi scrollando le spalle - Almeno non dovrò sopportare più gli strani sguardi dei miei compagni di classe -

- A proposito dei compagni di classe... -

- Non dirlo - lo avvisai

- Che farai con Christina Rossi? -

Come non detto!

Lo ignorai e me ne andai

                             ***

La mattina dopo Christina non si presentò a scuola.

Il che non doveva preoccuparmi no? Capitava a tutti di saltare qualche giorno di scuola, che importava?

Il problema era che avevo una strana sensazione.
L'avevo morsa e di conseguenza era legato a lei. L'effetto del morso di un vampiro non spariva in poco tempo, ci voleva diversi giorni. Gli effetti erano risentiti sia dalla vittima che dal predatore: l'avevo morsa due giorni prima e ancora sentivo un filo conduttore tra me e lei.
Sentivo quello che provava, in un modo strano, avvertivo solo una sensazione.

E quel giorno sentivo che qualcosa non andava

Per questo motivo alla fine delle lezioni mi ero avvicinato a Laura e gli avevo chiesto se sapesse qualcosa.
Mi aveva detto di no, che aveva provato a chiamarla ma lei non rispondeva e che, quando aveva chiamato alla casa, sua madre si era rifiutata di farle parlare con la sua amica.

Proprio per quel motivo mi trovavo davanti casa di Christina, insieme a Laura.

- Posso chiederti una cosa? - mi chiese

- Dimmi -

- Perché i tuoi occhi sono di un altro colore? -

Bella domanda

- È una domanda personale - risposi vago

- Ma... -

- Ma non ho intenzione di rispondere -

Lei sbuffò e suonò il campanello.
Poco dopo la porta si aprì e quella che doveva essere la madre di Christina ci guardò

- Laura -

- Siamo venuti a portare gli appunti di oggi a Chris - disse Laura per paura che la madre della sua amica gli chiudesse la porta in faccia

- Chris non sta molto bene, oggi. Potete lasciarli a me e glieli darò io -

- E per questo che siamo qui, volevamo sapere come stava - intervenni poggiando una mano sulla spalla di Laura

La donna mi scrutò per un po', diffidente

- Sta poco bene, è tutto - disse

Notai Laura stringere i pugni e mordersi il labbro

- Le altre volte che stava male potevo venire a trovarla, perché oggi no? - chiese la ragazza

La donna sospirò

- Non insistere, ti prego - rispose e chiuse la porta, senza prendere nemmeno gli appunti che avevamo portato

- Non ci credo! - esclamò Laura infuriata mentre cominciava ad incamminarsi via da quella casa - Non vieni? - mi chiese

Scossi il capo.
Non me ne sarei andato.
C'era davvero qualcosa che non andava, adesso ne ero certo e dovevo vederlo con i miei occhi o non mi sarei calmato.

Feci il giro della casa e individuai la finestra della camera di Christina.
Mi diedi lo slancio con le gambe e arrivai al cornicione, feci forza con le braccia e salii sulla finestra. Per mia fortuna era aperta
Entrai senza far rumore e mi guardai intorno.
Chris non era in camera sua.

Decisi di poggiarmi al cornicione della finestra e aspettare che tornasse in camera.

Quando entrò non mi vide subito e ne approfittai per studiarla: era pallida, aveva delle occhiaie viola sotto gli occhi e i capelli arruffati.
Poi alzò gli occhi verso la finestra e sussultò

- Ciao - dissi - Scusa, ma tua madre non mi ha fatto usare la porta -

Christina si mise una mano sul collo e indietreggiò, poggiandosi alla porta

- Che...che ci fai qui? - mi chiese con voce tremante

- Volevo sapere come stavi -

Annuì e notai che stava spostando la mano verso la maniglia

- Se vuoi che me ne vada, lo farò - dissi per niente preoccupato

- Non...vuoi farmi...del male? -

- Perché dovrei? - chiesi confuso

- Perché sei un vampiro -

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