Capitolo 12

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Christina

Avevo un forte martellare alla testa.

Aprii piano gli occhi e per mia fortuna c'era solo una voce soffusa che non mi ferí gli occhi.

- Finalmente siamo sveglie - disse la voce di Logan alla mia destra

Girai la testa da quella parte e lo guardai

- Che è successo? - chiesi portandomi una mano alla fronte

- Sei svenuta - rispose lui ovvio

Sbuffai e mi misi seduta

- Spiegami il perché, da quando sei entrato nella mia vita, non faccio altro che svenire -

- Il mio fascino? - chiese

- Ne dubito - ribattei

Mi guardai intorno per cercare di capire dove mi trovavo: era una stanza enorme e, indubbiamente, antica; il letto in cui ero distesa era a baldacchino, oltre a quello c'era un mobile e una specchiera, dietro ad un paio di tende rosse si vedeva il profilo di un balcone.
Notai con un brivido che i colori principali erano il rosso e il nero, tutto in penombra, tra l'altro

- Sei a casa mia, nella stanza degli ospiti - mi spiegò Logan

- Senza offesa...ma questo posto è macabro -

A lui venne un tic all'occhio e si alzò dalla poltrona su cui era seduto

- Che cosa pretendi dal castello di un vampiro? - mi chiese avvicinandosi alla finestra e scostando le tende per guardare fuori.

Potei notare che era ancora buio

Logan sospirò e mise una mano nella tasca dei pantaloni, estraendone qualcosa che brillava.
Lo tese verso di me e mi resi conto di riconoscere l'oggetto che aveva tra le mani: il ciondolo di mia nonna!

- Come...come...? - balbettai

Ero basita e a dir poco sorpresa.
Credevo che quel ciondolo fosse sparito quando mia madre l'aveva gettato via quel giorno che mi sembrava lontanissimo

- Sei più sorpresa del fatto che l'ho ritrovato o che lo tengo in mano? - mi chiese il vampiro, continuando a guardare fuori dalla finestra

Poi mi ricordai che Logan mi aveva detto che all'inizio non poteva avvicinarmisi, proprio per via di quel ciondolo, che creava una barriera che teneva le creature della notte come lui lontano da me

- Come fai a toccarlo? - chiese a quel punto

- L'ho trovato qualche tempo fa e sapevo che per te era importante - mi spiegò - È più per un legame effettivo che per altro, vero? -

- Ma come fai a toccarlo? - chiesi di nuovo

- Mi sembrava di averti spiegato come funziona il legame di sangue: tu mi appartieni e, di conseguenza, ciò che è tuo appartiene anche a me - mi ricordó

Annuì e mi alzai dal letto per raggiungerlo

- Perché me lo stai dando? - chiesi confusa

Anche se a lui non dava più fastidio sapevo che odiava quell'oggetto, che era anche il simbolo della maledizione che aveva raso al suolo la sua città e ucciso i suoi genitori

- Perché questo coso, per quanto lo odi, è in grado di proteggerti - disse

- Da cosa? - chiesi prendendo la collana e mettendomela

Lui ridacchiò

- Pensi che io sia la creatura più pericolosa di questo mondo? -

Scossi il capo e strinsi la manica della sua camicia, istintivamente

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