Capitolo 13

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Christina.

Dire che ero sconvolta era poco.

Alla fine, i due uomini che mi avevano sorpresa e trattenuta con la forza mi lasciarono andare e finii in ginocchio sul pavimento

Avevo pianto e tanto.
Vedere Logan torturato per ore mi aveva privato della mia dignità.
Non mi ero mai resa conto di quanto tenevo a quel vampiro.

Mi feci coraggio e alzai lo sguardo per vederlo, l'avevo distolto parecchio tempo prima, non avevo avuto il coraggio di continuare a guardare.

Logan era inchiodato, letteralmente, alla parete: le frecce si infilavano nel suo corpo e lo trapassavano, attaccandosi alla parete; le braccia erano distese a formare una croce, le frecce si infilavano nei palmi delle mani, nelle braccia e nella spalle; alcune erano infilate nel petto, nei fianchi; altre ancora nelle gambe, una addirittura si trovava nel ginocchio destro; alcune erano infilate affondo, altre quell'uomo le aveva messe solo per fargli provare dolore.
I vestiti di Logan erano strappati in più punti, la camicia era diventata rossa per il sangue che sgorgava dalle molteplici ferite sul corpo. Aveva la testa reclinata sul petto: era svenuto dopo tanto tempo.

Il carnefice di Logan gli si avvicinò, lo prese per i capelli e gli sollevò la testa: la bocca e il mento erano sporchi di sangue e gli occhi erano semichiusi.
Non era ancora svenuto!

- Incredibile - disse l'uomo - Pur di non urlare e darmi soddisfazione ti sei morso la lingua a sangue -

- Lascialo stare! - urlai e trovai la forza di alzarmi in piedi - Smettila! Guarda come l'hai ridotto -

- Sei proprio il figlio di Zephir Kleid - disse quello ignorandomi

I due uomini di prima mi afferrarono di nuovo, ma fu proprio quell'uomo a fermarli

- Lasciatela stare e andiamo via - disse - Abbiamo fatto abbastanza e presto tornerá il padrone di casa, non voglio sporcarmi ancora le mani -

Detto questo uscì dalla biblioteca, seguito dai suoi uomini

Mi fiondai verso Logan e gli presi il volto tra le mani

- Logan...resisti, ti prego - gli dissi spostandogli i capelli bagnati dalla fronte sudata - Ora ti libero -

Afferrai la freccia che aveva sul palmo della mano e tirai.
Quella mi scivolò tra le mani, era talmente impregnata di sangue che non riuscivo a mantenere una presa salda.
Mi strappai la stoffa della gonna del vestito e me l'avvolsi alle mani, riprovai a tirare la freccia e alla fine riuscì a staccarla dalla sua carne.

Logan sussultò ma non ebbe nessun lamento.

Continuai con il mio lavoro, gettando di tanto occhiate al vampiro per assicurarmi che fosse ancora vivo.

Avevo liberato braccia e gambe quando sentii la porta principale aprirsi.
Un attimo dopo Vladimir Kleid entrò nella biblioteca

- C...ci...hanno attaccati. Tre uomini...sono entrati e... - balbettai sentendo le lacrime sull'orlo dei miei occhi

Non ero mai stata così felice di vedere quell'uomo

Vladimir Kleid guardò me e poi suo nipote.
Sembrava non rendersi conto della situazione.

Scossi il capo e presi la freccia che aveva nella spalla e la tirai via, poi andai su quelle che aveva al petto.
Una in particolare mi preoccupava, era all'altezza del cuore, ma non sembrava essere andata a fondo e sperai che non gli avesse bucato qualche organo vitale.

La presi e feci per tirare, ma delle mani fredde mi fermarono

- Non così...fai piano - disse Vladimir - Fatti da parte, ci penso io -

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