Capitolo 15

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Christina

Vedere Logan così stremato e che provava a recuperare le forze giorno dopo giorno mi rese inquieta.

Avevo imparato a conoscerlo con la sua forza e la sua resistenza.
Non era mai crollato davanti a nulla e, il fatto che fosse un vampiro, lo rendeva più forte e resistente di chiunque altro.

Da quando si era risvegliato faticava parecchio: riusciva a camminare per pochi periodi di tempo, gli veniva il fiatone facilmente, gli girava la testa e barcollava in continuazione. Senza contare che le fasciature che aveva sul corpo si macchiavano spesso di sangue.
Le sue ferite non si richiudevano.

Da quanto era in convalescenza mi ero praticamente trasferita nella sua villa. Aveva bisogno di sangue, più del solito e, anche se si ostinava a non voler prenderne troppo da me, io mi ostinavo a restargli appiccicata e ad aiutarlo per qualsiasi cosa gli servisse.

Rientrai da scuola e lo trovai sulle scale, aggrappato al corrimano e con la testa bassa.

- Logan! - esclamai correndo nella sua direzione e prendendolo per un braccio.

Lui sollevò lo sguardo su di me e sospirò.
Era troppo pallido anche per un vampiro.

- Sei di nuovo qui - disse.

- Che razza di domande fai! - esclamai - È normale che io sia qui. E c'è da contare che tuo zio è fuori città per questioni "politiche" -

Gli presi il braccio e me lo misi intorno alle spalle per aiutarlo.

Lui per tutta risposta imprecò in una lingua che non conoscevo. Ma non oppose resistenza e si lasciò portare al piano di sopra.

- Sono stufo di rimanere in camera tutto il giorno - borbottò - Senza contare che, sicuramente, quelle dannate frecce avevano una sostanza che mi impedisce di guarire -

- Non è vero! Sei migliorato! - esclamai.

- Ma in un altro momento starei già meglio - ribatté - Sarei addirittura guarito -

Gli strinsi il fianco e lui gemette, lanciandomi un'occhiataccia.

- Scusa -

- L'hai fatto apposta - rispose.

- Forse -

Be' ogni tanto se lo meritava e, visto che la maggior parte del tempo qualsiasi colpo gli avessi dato non avrebbe avuto effetto, ne approfittavo ora che era in convalescenza.

E no, non mi sentivo minimamente in colpa.

Lo portai in camera sua e lo feci sedere sul suo letto.

Logan sbuffò e fece per togliersi la maglietta ma l'ennesimo gemito lo fece fermare e imprecò di nuovo.

- Basta chiedere aiuto, lo sai? - gli chiesi.

Deglutí ed evitò il mio sguardo.

Mi avvicinai, presi l'orlo della sua maglia e gliela tolsi.
Doveva smetterla di sforzarsi!
Le bende sul petto erano tinte di rosso.

- Se te ne stessi buono guariresti - lo rimproverai.

Sbuffò di nuovo e io scossi il capo, dirigendomi verso l'armadio in cui sapevo di trovare la cassetta del pronto soccorso.

La presi e tornai da Logan.
Presi la parte in cui si staccava la fasciatura e lui mi guardò stranito.

- Dobbiamo cambiarla - gli feci notare.

Fece per aggiungere qualcosa ma alla fine rinunciò e mi lasciò fare.

Non mi ero mai realmente soffermata sul corpo di Logan: era ben fatto, allenato, non troppo muscoloso ma nemmeno si poteva dire che non lo fosse; non aveva gli addominali come i ragazzi delle varie squadre sportive della scuola, era magro ma ben piazzato.

Tolsi le bende e disinfettai le ferite. Il sangue non usciva più, ma con il minimo sforzo poteva fuoriuscire di nuovo.

- Non dovresti farlo tu - mi disse.

- Qualcuno dovrà pur farlo, non credi? - ribattei.

- Non dovresti entrare così in contatto con il mio sangue - rimarcó.

Lui era uno dei rari progenitori esistenti nel mondo dei vampiri.
Quelli come lui nascevano ogni mille anni, se non di più. Erano immortali ed erano in grado di trasformare persone normali in vampiri e accadeva attraverso lo scambio di sangue.

Qualche tempo prima, Logan aveva scambiato il suo sangue con me, dopo aver bevuto il mio. L'aveva fatto per proteggermi e, inoltre, la quantità che aveva utilizzato non poteva trasformarmi.

Il punto era che se ci fossimo scambiati di nuovo il sangue c'erano molte possibilità che diventassi un vampiro.

Finii di medicarlo e rimisi le bende pulite.

- Visto! Nessuna tragedia - lo presi in giro.

Logan alzò gli occhi al cielo.

- Non sei divertente Chris -

- E tu sei noioso -

Lo spinsi sul letto, costringendolo a stendersi.
Quell'idiota aveva seriamente bisogno di riposare o non si sarebbe ripreso nemmeno tra cento anni e lui ci poteva vivere benissimo fino a quell'età visto che era immortale.

- Riposati Logan - gli dissi prendendo le coperte - Di questo passo non guarirai mai -

Non mi rispose e lo guardai.
Mi preoccupava quando non rispondeva a quello che gli dicevo. Soprattutto le cose che gli davano particolarmente fastidio.

Mi guardava con un intensità che metteva i brividi e dovetti ammettere che quegli occhi grigio argento mi inquietavano più di quando li aveva rossi vermiglio.

- Emh...hai bisogno di sangue? - chiesi titubante.

Lui scosse il capo.

- Sei bella -

- È? -

- Sei bella, Christina -

Mi sentii arrossire.
Non era mai stato così diretto.
Non mi aveva mai fatto un complimento del genere in questo modo, mai!

Mi avvicinai e gli misi una mano sulla fronte per controllare se avesse la febbre.

- Che fai? - mi chiese.

- Controllo se hai la febbre - risposi.

- Perché? - chiese di nuovo - Sto bene -

- Hai detto che... -

Lasciai la frase in sospeso di proposito. Anche perché non me la sentivo di fargli notare le sue stesse parole.

- Ho detto che sei bella - ripetè - E non ho la febbre, lo penso davvero -

Scoppiai a ridere per il nervosismo e feci per allontanarmi ma Logan mi afferrò il polso e mi tirò verso di sé.

Non feci in tempo a rendermi conto di nulla, che mi ritrovai le labbra di lui attaccate alle mie in un bacio che non aveva nulla di casto.




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