Capitolo 16

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Maledetta me e le mie idee strampalate!
La casetta che sembrava a due passi ora mi sembra sia a venti chilometri, la stradina è scoscesa e irregolare, con le infradito non è il massimo...
E per non farci mancare nulla è pieno di insetti, soprattutto zanzare.

"basta ci rinuncio! Ahi, uhu che palle mi stanno divorando viva!!"
"stai calma, aspetta un secondo "
"no dove vai! Non lasciarmi da sola, quando tornerai potresti trovare solo le mie ossa"
"che melodrammatica!!ho detto aspetta un secondo no una vita!"

Dylan si addentra nel bosco, non va troppo lontano perché riesco a intravvedere il suo costume giallo in mezzo alle piante.
Torna da me nel giro di un minuto, nelle mani tiene delle foglie color giallastro.

" passati queste foglie addosso, sono un ottimo repellente naturale per gli insetti"
"che strano odore... Sei sicuro che non siano velenose?"
"sono sicurissimo, ora fallo se non vuoi che prosciughino del tutto il tuo sangue"
"va bene va bene, proviamo questo rimedio naturale consigliato dal nostro esperto di sopravvivenza"
"che stupida che sei... Comunque grazie per il complimento, devo dire che ci hai azzeccato, so molto sulla sopravvivenza all aria aperta... Sono scappato di casa molte volte, anche qui al lago scappavo di continuo, ora non ne ho più bisogno... Non ci vengo, così ho risolto il problema "
" ti capisco... Io non sono mai scappata di casa, ma ho dovuto imparare a sopravvivere comunque"
"sei qui, quindi un po' sei scappata anche tu?!"
"già..."

Cavolo ha ragione, ha pienamente ragione,ma io non sono scappata dalla mia famiglia perché no stavo più bene con loro , tutto il contrario, io sono scappata perché amo troppo la mia famiglia.
Mi rimetto in marcia senza dire una parola, probabilmente ha capito che questo argomento è off limits per me perché anche lui mi segue senza fiatare.
Dylan ha dei problemi con la sua famiglia, è molto triste saperlo, perché non avendo più un padre mi sembra assurdo pensare che chi lo ha non si goda i momenti con lui.
La vita è una, come la famiglia.
Vorrei aiutarlo a fare pace con sé stesso,ma non posso di sicuro fare quella che predica bene e razzola male!
Io non ho ancora superato i mie problemi, molto ben diversi e molto più gravi dei suoi.
Non vorrei che con questo gioco del "aiutiamoci a vicenda" lui scopra chi in realta sono, di cosa sono stata capace.
In questa storia lui si sente la vittima.
Io invece nella mia storia sono il carnefice.
Convivo con la parte peggiore di me, cercando di prevalere su essa, a volte con scarsi risultati...
Come quella notte.
È una brutta storia, ma è la mia storia e non posso cambiarla o rinnegarla. Devo solo conviverci.
Ho praticamente ucciso una persona.
Quindi io non ho scelto di venire dall altra parte del mondo per sfizio, io sono stata obbligata a scappare.
Non ho nessun problema con la legge!
Non sono una fuggitiva o cose del genere, chiuso il processo che mi ha assolta sono partita.
Loro mi hanno assolta, io no.
Poteva andare diversamente, potevo fermarmi, avrei potuto lasciar perdere, ma non è da me.
L ho preso a pugni in mezzo a una strada, lasciando senza sensi, praticamente morto...

"stella tutto ok?"

Senza accorgermene i miei occhi hanno incominciato a lacrimare.

"si si, sto bene. Saranno queste foglie che mi hanno fatto questa reazione"
"stella... Per qualsiasi cosa io ci sono. Non scherzavo quando dicevo che mi piaci e voglio frequentati, voglio conoscerti di più. Ho capito che c'è qualcosa che non va... A volte diventi così triste..."
"non è niente... Sono cose vecchie. Ripenso a casa mia e divento nostalgica. Tutto qui"

Voglio chiudere immediatamente il discorso.

"ti manca?"
"da morire"
"scusa ma non capisco... Perché sei qui se  ti manca così tanto?"
"è meglio così"
"per chi?"
"per tutti"

Mi rendo conto di essere stata fredda e di aver avuto un tono scocciato, ma non voglio ricordare.
Non è ne il luogo ne il momento di raccontargli la mia vita, non so neanche se voglio farlo.
Lui è un bravo ragazzo, mi piace e mi sento bene quando sono con lui, ma non so se sia il caso di dirgli ciò che ho fatto,
scapperebbe come hanno fatto tutte le persone che conoscevo.
È vero che dico sempre che non voglio avere una storia con qualcuno, ma con lui è diverso...
Potrebbe diventare anche un ottimo amico.
Anche se non penso che lui voglia questo.

"siamo arrivati"

Ora è lui quello seccato.
Mi sento un pochino in colpa per come mi sono comportata poco fa.
Continuo a non dire niente e mi avvicino al chiosco. Una bella ragazza dietro al bancone mi sorride.
Per fortuna dylan rimane in disparte, così non devo affrontare un'altra ragazza che sbava guardandolo.
Prenoto delle attività da fare nel pomeriggio, e mi informa che ci raggiungeranno loro con tutta l attrezzatura nella nostra spiaggia, la ringrazio molto, non so se sarei riuscita a rifare la strada, una volta mi è bastata.
Saluto e lo raggiungo per riavviarci nel sentiero.
Dylan non ha detto una parola, capisco che è arrabbiato e mi dispiace molto, voglio cercare di fargli capire come sono fatta, ma so che per farlo devo aggiungere un pezzettino della mia storia.

"mi dispiace per prima"

Zitto

"non volevo essere scortese"

Zitto

"solo che non sono abituata a parlare della mia vita"

Zitto

"senti non dire niente non mi aiuta ad aprirmi un po' di più con te"
"cosa vuoi che ti dica?"
"non saprei! Però fare il bambino di 5 anni non mi aiuta di certo"
"io sarei il bambino? Stavamo parlando normalmente, poi ad un certo punto tu stronchi la conversazione, e io sarei il bambino?"
"non ho stroncato la conversazione!!"
"si che l hai fatto!... Senti parliamoci chiaramente, ti ho detto che mi piaci, vorrei uscire normalmente con te, voglio conoscerti!!! Se tu non vuoi le stesse cose devi solo dirlo!"
"te l'ho detto!"
"si ma devi crederci!"

Quasi urla.

"Mi hai baciato e poi sei sparita, mi baci di nuovo, ma poi mi mandi via, guardiamo un film insieme, e ora mi allontani... vuoi passare del tempo con me ma non vuoi parlare di te, non so cosa pensare... "

Stella 0 _ Dylan 1

Ha ragione.
Lo so che ho fatto tutto quello che ha detto lui, ma ovviamente io la vedo in modo diverso.

" senti mi diapiace, hai ragione su ogni cosa ma ti posso assicurare che in questo momento sei forse l'unico che ha visto la vera Stella. questo è per farti capire che oltre al mio nome nessuno sa niente di me... Forse addirittura non dico neanche che sono italiana, se lo capiscono dal mio accento bene, altrimenti non lo dico.
Non parlo di me perché non voglio ricordare chi sono, voglio crearmi dei nuovi ricordi, delle nuove esperienze.
Quando sarò pronta, con me stessa, racconterò il mio passato... ora non serve sapere...sono scappata perché ho paura, ho paura dei sentimenti... Non sono brava.
Ma tu mi piaci, e questa cosa mi spaventa.
In più in questa situazione di professoressa e alunno non mi vi vedo bene per niente..."

Non posso resistergli. Non voglio resistergli, sento che se lo perdo un altro pezzetto di me va in frantumi.

"È una cosa provvisoria perciò ti chiedo di fare un patto"
"sentiamo"
"potremmo provare a vederci, appena ho finito con questo lavoro"

È l'unica soluzione che mi viene in mente,e nel frattempo spero che si dimentichi di me.
Questi pensieri contrastanti mi fanno girare la testa.

"allora...da dove incomincio... Sono felice che tu mi abbia detto queste cose, mi aiuta a conoscerti di più, ed è quello che voglio... Sei una bella persona, ognuno ha il proprio carattere, la propria storia...
Io voglio assolutamente conoscerti di più, ma non aspetterò un altro mese"
"ancora con questa storia! Rischio il posto! Se puoi aspettare bene, altrimenti fra di noi non ci potrà essere niente di piu del rapporto alunno insegnate. "
"assurdo..."
"non puoi aspettare?!"
"NON VOGLIO ASPETTARE"

Si gira e continua a camminare.
Che nervoso.

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