Capitolo 42

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Il tizio di nome Ed mi mette della crema sul tatuaggio, poi con dello scotch ferma la garza e fa un giro di pellicola, come ha fatto con Dylan.

"allora... Sai com'è curarlo?"
"be... Direi di sì"

Alzo la manica della maglia per fargli vedere i miei tatuaggi.

"wooo... Sono bellissimi! Dove li hai fatti?"
"in Italia"
"so che in Italia ci sono dei tatuatori bravissimi, certi sono anche sulle riviste che ho qui in studio"
"si lo so... Questi li ha fatti proprio uno di loro, lo so per certo che è su una rivista..."
"anche il nostro dylan un giorno potrebbe trovarsi su una rivista..."
"se se... Passo lunedì amico... Ti devo lasciare il disegno dei fiori"
"ah già! Quella tipa continua a rompere il cazzo per questi fiori... Portamelo così glielo faccio vedere, vediamo se va bene o vuole delle modifiche"
"ok, ciao"
"ciao"

Usciamo e ci avviamo verso la macchina.
Dylan fa scattare la serratura e apre la portiera, saliamo entrambi ma non mette in moto.

"che c'è?"
"mi dispiace per stasera... Non mi sembra giusto rimanere a casa il giorno del tuo compleanno..."
"D... Non c'è problema, usciamo domani!"
"e se usciamo comunque a cena noi due? Ti va?"
"certo che mi va!"
"allora andiamo a fare shopping"
"shopping??"
"si... Approfittane perché sarà l'ultima volta che lo sentirai dire dalle mie labbra"

Scoppio a ridere e salgo sopra le sue gambe.

" nessuna misura può definire l'amore che provo per te"
"tutto per te baby"

Mi avvento sulle sue labbra, la sua lingua si scontra con la mia.
Voglio di più...
Ogni volta che lo bacio qualcosa dentro di me si smuove.

"Dylan... Dobbiamo fermarci, ora che siamo ancora coscienti"
"mhmm non ti scoperei mai in macchina di giorno in mezzo a una strada dove qualcuno può vederti"
"... Io si... Percio andiamo, tra un minuto non sarò più responsabile delle mie azioni"
"hai ragione... Probabilmente neanche io resisterei"

Torno al mio posto e mi allaccio la cintura, mette in moto e si avvia verso il centro.
È sabato pomeriggio, c'è un macello di gente.
Dylan trova un posto in parcheggio a pagamento.
Infilo le monete nella macchinetta e aspetto che esca il biglietto con l'ora stampata sopra.
Abbiamo due ore e mezza, anche troppo per me, sono una che non perde molto tempo per lo shopping.
Torno da dylan che è in macchina per mettere il biglietto sul cruscotto.

"sei pronta?"
"abbastanza... Cosa dovrei prendere?"
"un bel vestito per stasera, e poi delle scarpe... E che ne so cosa vi serve a voi per uscire!"
"mi fai morire... Va bene andiamo"

Entriamo nel primo negozio, ma già così capisco che non fa per me, infatti dopo un giro veloce usciamo.
Dopo tre vetrine che non mi ispirano, passiamo dall'altra parte della strada, più ci avviciniamo al centro, più i negozi diventano di lusso, Valentino, Dior, Versace, Armani...
Non sono abituata a comprare in queste boutique, lo trovo uno spreco di soldi, per la vita che faccio io, oltre ad andare in palestra e stare a casa non faccio molto.
Sono tutte vetrine bellissime.
Una in particolare attira la mia attenzione.
Versace.
La vetrina è ricoperta di fiori rossi, sembra un prato, i vestiti sono appesi su un filo con delle mollette, mi ricorda la campagna di casa mia.

"vuoi entrare baby?"
"diamo un occhiata!"
"ok"

Appena entriamo una commessa troppo rifatta ci accoglie.

"buongiorno, posso aiutarvi?"
"buongiorno, la mia ragazza vorrebbe dare un occhiata..."
"si certo, cerchi qualcosa in particle?"
"vorrei vedere un abito... Qualcosa da sera..."
"si, vieni nel salottino, ti porto qualcosa da vedere"

Ci fa accomodare e va a prendere i vestiti.

"Dylan... Non saranno troppo costosi? Non mi va di spendere molto..."
"sei una risparmiatrice! O tirchia?"
"la prima... Decisamente... Metto da parte tutti i miei soldi, per il futuro..."
"sei perfetta.... Ma non preoccuparti di questo... Ora siamo in due...."

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