Capitolo 25 Dylan

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Dylan

Siamo in uno schifoso cesso di una schifosa discoteca, con la musica schifosamente alta.
Non ho mai detto così tante volte 'schifo'!
L unica cosa bella qua dentro, e anche fuori da questo posto, è lei.
Lei è bellissima, schifosamente bella.
Non fa niente per attirare l attenzione, ma non ne ha bisogno visto che anche i muri la guardano quando passa.
Tutti gli uomini vorrebbero infilarsi nelle sue mutande, lei sminimizza tutto, ma io me ne accorgo di come la guardano, quel coglione del prof gli sbava dietro, tutti nel locale si girano a guardarla e ci provano con lei, anche i miei compagni continuano a fare battutine poco gradevoli, mi sono trattenuto dal spaccare la faccia già a due o tre.
Non vedo l ora che questa cosa del lavoro finisca, non so per quanto posso ancora sopportare di stare in silenzio.
Io però sono il più fortunato dei bastardi perché adesso lei è mia, e la posso guardare mentre eccitata grida il mio nome.
I suoi occhi cambiano colore quando è con me, diventano più chiari, con delle piccole sfumature sul verde.
Sono presuntuoso ma penso che io sia stato l unico a fargli questo effetto.
Lei stessa mi ha detto che è così.
È spero anche di essere l ultimo.
Già l idea che lei abbia avuto altre esperienze mi fa incazzare da morire.
Soprattutto perché l hanno fatta cambiare, ha sofferto molto per quello stronzo del suo ex.
Ma appunto, è un ex...
Non dovrà più pronunciare quella parola.
Sono un egoista di merda, lo riconosco, ma non posso proprio pensare a lei con un altro, mi viene il vomito.
Lei sembra fatta di roccia, così orgogliosa e testarda, ma ho capito che è solo una maschera, dentro è fragile, ha un'anima  sensibile, ho capito che la persona che mostra alla gente è la conseguenza di tutto quello che ha passato.
Io invece sono un imbecile, sto facendo il contrario di quello che fa lei, con gli altri sono il vero me stesso, con lei a volte, fingo di essere un altro.
Ho paura di perderla se le mostrerò chi sono veramente.
Ma prima o poi verrà fuori la verità.
Devo riuscire a parlargliene prima che lo scopra da sola.
I suoi baci mi annebbiano la mente, il suo profumo mi confonde, le sue mani fanno cambiare colore alla mia pelle, come se il suo tocco mi bruciasse.
Non ho ancora capito come ci riesca, mai nessuna mi aveva provocato queste emozioni, come per lei, anch'io prima scopavo e basta, senza sentimenti.

"Dylan?.... Dylan?... Dylan ci sei?"

Alzo lo sguardo sul suo viso, ero completamente perso con lo sguardo al soffitto.
Abbassa gli occhi e fa un cenno verso il cavallo dei mie jeans.
Tiene il bottone dei pantaloni nelle sue piccole mani.
Mi sta praticamente chiedendo il permesso per aprirli.
Non parlo perché ho un blocco di parole ferme il gola ,se apro bocca vomiterei un discorso senza senso.
Comunque gli faccio capire che
Non deve chiedere il permesso.
Alzo i fianchi tenendola comunche sopra di me.
Sfilo dalla tasca il portafoglio e prendo un preservativo.
A questo punto lei mi apre i pantaloni, e insieme ai boxer li fa scendere un pochino.
Quando lo fa mi sento sollevato, ho l erezione che spinge su questi pantaloni così stretti, mi fa male da quanto è duro.
Strappo la carta con i denti, lei prende il preservativo dalla carta e lo appaggia su di me.
Potrei essere già apposto così, ma siccome non mi sembra il caso, cerco di non pensare alle sue dolci mani su di me.
Mi sto sforzando al massimo, vorrei dirgli di muoversi, ma vederla tutta concentrata mi fa sorridere.
Capisco che è in difficoltà quando tira fuori leggermente la punta della lingua e la fa scorrere sul labbro, l ho già vista fare questo gesto nei momenti che è concentrata.
Appoggio le mie mani sopra le sue e la aiuto.

"scusa baby, ma è un supplizio"
"scusa non volevo farti male"

Sembra che si sia offesa, ma io intendevo tutt'altro.

"male? Sugar io intendevo dire che non resisto ancora molto se mi tocchi in questo modo... Non posso più resistere, devo sprofondare in te subito"

Sussulta per le parole che le ho detto, non è spaventata, forse molto più eccitata.
Questa cosa è molto eccitante anche per me.
Mi avvicino al suo orecchio e gli lascio una scia di baci sul collo.
Avido prendo il seno in una mano e lo strizzo da sopra la camicetta.
Ok preliminari finiti.
Sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e gli sussuro

"ora ti scopero per bene, ma sarà una cosa veloce perché siamo via da molto tempo... Non gridare troppo forte"

È come pensavo, ha la pelle d'oca e i suoi occhi brillano di desiderio e eccitazione.
Senza preavviso entro in lei, che accompagna subito i miei movimenti.
Butta la testa all'indietro coprendosi la bocca con una mano.
Questa posizione è scomodissima, perciò stando sempre dentro di lei mi alzo e la spingo contro il muro.
Lega le gambe dietro la mia schiena.
Le sue braccia sono sulla mia schiena, e con le unghie si aggrappa a me.
Sprofondo in lei con spinte veloci e indelicate.
Siamo quasi al limite.

"vieni per me..."
"D... DYL... DYLAN"

Appoggio la mia bocca alla sua per prendere le grida e gli ansimi, e la bacio con foga dando spinte sempre più forti.
Sento che si stringe intorno a me, e viene gridando il mio nome.
Dopo un paio di spinte vengo anch'io abbracciandola forte.
Siamo esausti, sudati e assetati.
In questo cessò la temperatura sarà aumentata di venti gradi.
Lei si tiene ancora aggrappata a me, sfinita.

"baby, dobbiamo uscire"
"mhmmm.... No, non mi va"
"neanche a me va ma dobbiamo, ti verrà a cercare carl se non esci tra pochissimo"
"cazzo che palle quello... Hai ragione"
"io ho sempre ragione!"
"piantala..."
"certo, vuoi ancora dire che non ci prova con te?"
"ah si perché con te non ci ha provato nessuna stasera? Ho visto un gruppetto che ti fissava"
"non fare la gelosa, a me non frega un cazzo di quelle, mi sembra evidente visto che sono nel cessò delle donne a scopate con te!"
"sarà..."
"se fai la brava quando torniamo in hotel ti do il bis"

Si lecca le labbra in modo famelico.
Con lo sguardo sognante.

"torniamo in hotel allora!"
"sei pazza"
"di te"
"sono pazzo anch'io"
"allora siamo due pazzi"

Per uscire abbiamo dovuto fare come nei film, prima lei, poi io dopo qualche secondo.
Facendo finta di niente.
Lei è tornata al tavolo dove c'è il coglione che la guarda adulante.
Magari cambia idea dopo che noterà il succhiotto enorme che gli ho fatto sulla clavicola.
Intanto resto qui al bancone ad osservarli.
Lui ride e le tocca spesso il braccio.
Mi fa imbestialire!
C'è la prof Susan che gli muore dietro, non può buttarsi su di lei?
No, invece continua a toccare la mia Stella.
Mia??
È mia?
Lo spero.
Continuo a guardare questa scena pietosa.
Stella non lo caga neanche, passa una mano sul collo come per ripercorrere la scia lasciata dai mie baci.
Fino a che lui non gli fa notare qualcosa che ha sulla clavicola, il mio succhiotto.
Si sposta velocemente i capelli per coprirlo e poi mi cerca con lo suguardo.
Mi trova, e nei suoi occhi leggo rabbia, poi divertimento, e in fine la voglia di me.
Sarà una lunga notte.

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