Capitolo 18

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Sono stanca morta,
ho sonno e sono anche infreddolita.
Ma comunque ho deciso di uscire a cercare Dylan.
Al telefono non risponde, gli mando un messaggio.
Non ho la minima idea di dove andare, ma farò un tentativo, magari è in qualche bar.
Entro in una tavola calda nella speranza di trovarlo...
Niente.
Entro in altri due bar, ma niente, lui non c'è.
Dopo mezz'ora di ricerche non so più dove sbattere la testa.
A dire la verità mi sono anche persa.
Prendo il cellulare dalla tasca della giacca per attivare maps.
Mentre digito il nome dell hotel, la mia attenzione viene catturata da un chiasso assordante.
Una porta di servizio si apre davanti a me, intravedo una marea di persone che gridano, mi sporgo per vedere meglio ma vengo fermata da un uomo bello grosso che esce con una sigaretta tra le labbra.

"ehi ragazzina, questo non è il posto giusto per te... È meglio che sparisci"

Mentre mi parla continuo a guardare dentro, e faccio bene perché intravedo Dylan.
È seduto su una sedia, è di spalle e quindi non può vedermi.
La sedia poggia su qualcosa perché è al di sopra della gente.
Devo per forza entrare per vedere che combina.

"senti.... Quello è il mio fidanzato! Devo andare da lui!!"
"quello è il tuo fidanzato??oh bene! Allora sei la benvenuta!! Ci sarà da ridere!! Entra pure!"

Il buttafuori mi apre di più la porta.
Non riesco a capire cos'è questo posto.
Mi spingo in mezzo alla folla per cercare di raggiungerlo, ma appena mi avvicino capisco il perché la sedia è messa così in alto.
C'è una specie di palco sotto i suoi piedi.

"DYLAN!!!"

grido fortissimo per farmi sentire da lui.
Quando si gira vedo una maschera di sangue che copre il suo volto, sono scioccata e terrorizzata.
Appena mi vede spalanca gli occhi.

"Stella che ci fai qui! Scappa via subito!!"
"bene bene! Chi abbiamo qui?"

Due grosse braccia mi bloccano da dietro.
Una puzza di alcol e sigaretta mi pizzica il collo.
Non so come comportarmi, per adesso non faccio niente.
Non ho ancora visto in faccia l uomo che mi tiene bloccata, ma sento le sue mani che mi sfiorano il collo e poi prendono una ciocca dei miei capelli.

"cosa ci fa una ragazzina in un posto come questo?"

Mi giro con forza per vederlo in faccia.
È un uomo sulla sessantina, forse di meno, è trasandato con i capelli lunghi e unti, è molto ubriaco, fa fatica a reggersi in piedi.
Mi guarda dalla testa ai piedi, ridendo sotto la folta barba ingiallita.
È una situazione molto strana, ma non nuova per me.

Ho come un flashback...

"l uomo si era spinto troppo oltre per i mie gusti, e la mossa di mettermi una mano sul culo ha giocato a suo sfavore.
Mi scagliai su di lui con le ultime forze che mi erano rimaste in corpo...
Mi alzò da terra e prese a camminare per il ring.
Cercava di tenermi stretta, si allontanava sempre di più dal mio amgolo, non riuscivo a respirare, la gente gridava e ci incitava.
Io ero persa nella rabbia.
Non smettevo di colpire, le mani erano piene di sangue, il mio, il suo.
Poi cadde con il mio corpo sopra il suo.
Non volevo smettere di colpirlo, neanche quando aveva smesso del tutto di trattenermi.
Aveva smesso di reagire
Aveva smesso di respirare"

I mie pensieri vengo interrotti dalla voce di dylan.

"lasciatela stare, lei non c'entra niente con questa storia!"
"certo che c'entra! hai voluto fare l eroe, ora paghi le conseguenze!"

La voce che risponde a dylan ancora non aveva parlato, la folla si ammutolisce come per magia.
Le persone intorno a me si spostano aprendo un varco che arriva sotto il palco.
Cammino velocemente verso dylan, è legato alla sedia.

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