Capitolo 19

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"FERMATELI!"

Appena sento questa parola incomincio a correre per davvero, trascinando Dylan con me.
Probabilmente si sono accorti che i tre ragazzi erano svenuti.
Con Dylan in queste condizioni non posso andare lontano.
Decido di fermarmi, non sento più le gambe per il correre, in più Dylan non è messo bene, quindi lo faccio sedere a terra vicino a una scala antincendio.
Questa storia va chiusa oggi stesso, sono persone pericolose, sanno da dove veniamo, e qui ci staremo ancora un paio di giorni...
Gia sarà difficile spiegare il perché
Dylan è conciato da buttar via, non vorrei dover spiegare altre cose spiacevoli.

"ehi... Ascoltami, stai qui fermo, non fiatere... Non fare niente. Ora vado a parlare con quella gente"
"NO!"
"non gridare! Non devono trovarti... Sei uno straccio! Sei ferito! Devo risolvere velocemente"
"non farlo stella... Ti prego è pericoloso."
"aspettami qui"

Mi allontano da dylan, e vado verso gli uomini che mi inseguivano.
Sono in tre, fra di loro ce anche il capo.

"ragazzina, chi sei?"
"perché?"
"hai steso i mie uomini in pochi minuti..."
"fortuna del principiante"
"no no no... Non mi sembri proprio una principiante"
"è il vantaggio di essere donna... Ti credono debole e indifesa... Quando li attacchi non sono pronti, effetto sorpresa"
"bene... Ora il debito che hai con me è aumentato"
"il debito è stato saldato"
"non penso"
"scusa ora non ho tempo..."
"il tempo lo trovi"

Estrae dalla tasca una pistola e la punta verso di me.
Cazzo
Ora non si può più giocare, qua si fa seria la questione.
Nel frattempo da dietro sento dei mugolii.
I suoi uomini si avvicinano a noi spingendo dylan fuori dal nascondiglio.

"cazzo! Lasciatelo stare!"
"wooo allora è una cosa seria!"
"lasciatelo o giuro che vi ammazzo"

Sento gli occhi inumidirsi.
Faccio per avvicinarmi ma sposta velocemente la pistola da me a dylan.

"vuoi che lo ammazzo?"
"NO... No no ti prego"

Il panico si è impossessato di me.
Sto piangendo.

"farò quello che vuoi... Tutto quello che vuoi ma lascialo stare"
"così si ragiona, ripagerai il debito quando lo dirò io. So da dove venite... Trovarti sarà facile."
"va bene... Ma ti prego ora lascialo... "
"lasciatelo"

Uno dei due gli dà una botta in testa e poi lasciano cadere a terra,semi svenuto.
Corro da lui e gli prendo la testa per appoggiarlo sulle mie ginocchia.
Una macchina scura entra nel vicolo.
I due ceffi salgono, e il capo li segue.
Prima di partire tira giù il finestrino e mi fissa per quella che sembra un eternità.
Poi lo sguardo d'improvviso il suo sguardo cambia, gli occhi si sgranano e un sorriso soddisfatto si forma sul suo viso.

"ci vediamo presto Stella Rossi..."

Escono dal vicolo lascisndoci soli.
Dylan è completamente svenuto, e io non riesco a portarlo fino l hotel da sola, e in più non so neanche quanto è lontano.
Chiamo un taxi.
Sono sdraiata a terra con la testa di dylan sulle gambe, e prima che arrivi il taxi voglio dare un occhiata veloce alla sua faccia.
È molto sporca di sangue.
Gli do una ripulita al volo perché il taxi è già qui.
Dopo pochi minuti arriviamo in hotel.
Nel frattempo dylan si è ripreso un pochino, è sveglio ma la sua faccia fa paura.
Ora il bello sarà portarlo su in camera senza farci notare...
Alla reception c'è una ragazza molto giovane, speriamo non faccia troppe domande.
Tiro su il cappuccio del giubbotto di dylan per cercare di coprirgli il viso.
Speriamo

"buonasera"
"buonasera... Saliamo in camera"
"certo.... va tutto bene?"

Figurati se mi andava di culo!

"si si... Perché?"
"scusi lei so che soggiorna qui... Ma l uomo che c'è con lei non è ammesso senza la registrazione"
"no no... Lui alloggia qui... Io sono la sua professoressa, stasera c'era serata libera, ha esagerato un pochino con i drink, sono stata una teenagers anch'io... Non vorrei che gli altri professori bacchettoni lo puniscano.... "
"o bhe... Capisco, ha ragione... Anche a me piace divertirmi ogni tanto... Vorrei aver avuto una professoressa comprensiva come lei"

Cazzo lasciami andare

"grazie mille... Oh come pesa!"
"certo! vada tranquilla, solo...il nome del ragazzo?"
"Simon Smith"

Scappo prima che aggiunga qualcos'altro.
L ascensore è già al piano terra,a quest'ora non dovremmo incontrare nessuno.
Infatti è così.
Arrivo alla mia camera e la apro velocemente.
Dylan si butta subito sul mio letto.
Lo so che è stravolto, ma puzza di fumo ed è tutto incrostato di sangue, in più voglio vedere se ha altre ferite.
Gli serve una doccia.
Incomincio a sfilargli le scarpe.
Poi slaccio il giubbotto, sotto ha solo una maglietta leggera.

"ohi, devi spogliarti... Ti devi lavare e devo controllare se hai ferite"
"non ce la faccio... Mi gira la testa"
"ti aiuto io"

È così faccio.
Lo aiuto a togliersi giubbotto e maglietta, poi gli sfilo i calzini.
Apre il bottone dei jeans e tira giù la cerniera.
Capisco che non è il momento ma comunque un po' mi fa effetto vederlo così.
Però devo concentrarmi.
Sfilo anche i jeans e vado ad accendere l acqua della doccia.
Torno di la, lui sdraiato sul letto con solo i boxer indosso.
Resta concentrata!
Devo aiutarlo ad entrare in doccia.

"dai alzati che ti accompagno in doccia"

Andiamo in bagno, e preparo già un asciugamano per quando avrà finito.
Sto per uscire quando mi prende per un braccio.

"non credo di farcela da solo... Puoi restare qui con me?... Tengo i boxer"
"si si certo"

Si vede che è molto dolarante.
Entra in doccia sotto il getto di acqua calda.
La doccia si colora di rosso, sangue.
È una scena terribile che ho già vissuto parecchie volte sulla mia pelle...
Nei vari incontri che ho fatto non sempre sono uscita completamente illesa, occhi neri, ferite alle mani, labbro spaccato...
I rischi del mestiere.
Lo guardo mentre cerca di lavarsi via il sangue già secco, fa fatica, oltre al dolore penso che gli faccia male anche fare certi moventi, è sofferente.
Non riesce piu a restare in piedi.
Questo spettacolo non mi piace.
Mi tolgo le scarpe e le calze, mi spoglio tenendo l intimo.
Apro il box doccia ed entro.

"fammi spazio che ti do una mano"
"non ti preoccupare, posso farcela"
"smettila e lasciati aiutare, dammi la spugna"
"grazie... Grazie di tutto... Stai rischiando troppo per me, probabilmente neanche me lo merito"
"non dire stupidate... Sei un bravo ragazzo, sei finito nei casini solo perché volevi aiutare qualcun altro... Un po' come me ora!"

Sorrido perché pensandoci bene è così, siamo uguali, sotto un certo punto di vista.

"e poi non dire che non meriti il mio aiuto...sono io che non merito di avere te nella mia vita"
"perché dici così?"
"ci sono un sacco di cose che non sai su di me, sul mio passato... Cose di qui non vado fiera"
"quando vorrai sarò qui ad ascoltarti"

Lo apprezzo davvero molto.
Ora che l ho lavato per bene è il momento di uscire dalla dalla doccia.
Tornati in camera si siede sul letto, con i boxer zuppi.

"scusa ma dovresti togliere i boxer"
"cosa?"
"si mi stai bagnando il letto, ho dei calzoncini da basket in valigia, aspetta che te li prendo...tieni"
"grazie mille..."

Gli do i pantaloni e mi giro per lasciarlo cambiare.

"puoi anche non girarti...
Succederà prima o poi"

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