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ABIGAIL'S POV

«Porca puttana!» Sbottai furiosa salendo sulla volvo dopo aver levato quelle scarpe di merda, dando finalmente sollievo ai miei piedi. Misi in moto e partii, provando a chiamarla ininterrottamente affinché si fermasse. «Ma dove diavolo vai?» Mi domandai vedendola accelerare, imboccando la statale numero diciassette. Perché stava andando dall'altra parte della città?

Udii il mio telefono suonare e lo afferrai alla cieca, rispondendo subito.

"Abigail!"

"Evan! Le sto dietro."

"Dove sta andando?" Chiese con fiato corto e parecchio preoccupato.

"Non lo so, ma ha preso la statale diciassette." Risposi passando accidentalmente con il semaforo rosso.

"La diciassette?"

"Non ti preoccupare, ci penso io a lei." Provai a rasserenarlo, anche se fallendo nel mio intento . "Aspetta! Ha svoltato, non ha proseguito diritto. Hai idea di dove si stia dirigendo? Io non...."

Lo informai dandomi una fugace occhiata in giro mentre un groppo d'ansia mi si formò in gola.

"Sta andando all'Euphoria." Replicò. "Saremo lì tra poco. Fa qualsiasi cosa ma non lasciarla da sola, Abigail, ti scongiuro!"

Euphoria? Provai a ricordare dove avessi già sentito quel nome, finché mi venne in mente non appena riconobbi il grande masso roccioso in lontananza. Ero già stata lì con Tyler. Dopo essersi fermata, non si curò affatto di chiudere lo sportello o di spegnere il motore ed i fari dell'auto. Si catapultò fuori mentre parcheggiai la mia dietro la sua e scesi velocemente per raggiungerla.

«Nylah!» Gridai alle sue spalle, scoperte.

Il suo sguardo era colmo di rassegnazione e le era colato il mascara a causa dei pianti. Era palesemente sotto shock e spaesata. «Perché mi hai seguita? Vattene, Abigail!» Singhiozzò priva di fiato.

Smisi di respirare nell'attimo esatto in cui la vidi indietreggiare verso il punto più estremo della spaventosa scogliera. Riuscimmo benissimo ad udire con quanta violenza le onde del mare si scagliavano contro esso, sotto i nostri piedi, ed un brivido percorse all'istante la mia schiena.

«Va bene!» La assecondai terrorizzata. «Ma cerca di ragionare, Nylah. Possiamo parlarne? Ti prego!»

«Non ce la faccio più, Abigail.» Sputò con difficoltà. «Non voglio più vivere così!»

Alzai le mani implorandola di non fare gesti affrettati mentre anche i miei occhi si riempirono di lacrime. «Nylah, ascolta...» Tentai a farla ragionare con tutta me stessa nonostante non mi resi conto che avessi incominciato a tremare. «Andrà tutto bene! Te lo prometto. No, no, no!» Alzai il tono di voce all'improvviso vedendola indietreggiare nuovamente sopra quell'enorme masso. «Non è successo niente...»

«Kris mi ha drogata, mi ha usata ...» Esclamò disperata mentre la ascoltai attentamente, «...mi ha stuprata ed umiliata. Mio padre a quanto pare non è mio padre...io sono una povera stupida, cazzo....valuta tu se questo è niente.» Piagnucolò gridando addolorata mentre deglutii percependo fino in fondo al mio cuore la sua devastante sofferenza. Si strappò i capelli inveendo severamente contro sé stessa, in guerra con i suoi demoni . «Non ce la faccio più. Non ce la faccio più, giuro! Sono solo una nullità e non merito di vivere! Basta!» Si colpì ferocemente con pugni e schiaffi il volto, scaturendomi le lacrime.

«Smettila di farti del male!» La sgridai. «Basta, ti scongiuro!»

Mi avvicinai lentamente di un paio di passi mentre mi ordinò di non avanzare ulteriormente, o si sarebbe gettata in acqua senza pensarci due volte. «Lo faccio per davvero, Abigail!» Minacciò facendomi scoppiare il petto dal dolore. Salì velocemente in una piccola sporgenza mentre il suo gracile corpo fece contrasto con lo spaventoso nero alle sue spalle. Parve la stesse inghiottendo lentamente cosicché decisi di avvicinarmi ancora un po' nonostante continuasse a vietarmelo. Il suo vestito volava da un lato all'altro a causa del forte vento mentre mi domandai come stesse ancora riuscendo a tenersi in equilibrio in così poco spazio.

𝚜 𝚞 𝚍 𝚍 𝚎 𝚗 𝚕 𝚢   𝟸 // 𝚑.𝚜  {𝙰𝚄}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora