103 EPILOGO-HARRY

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Otto mesi dopo, Londra...


HARRY'S POV

Spensi il motore dell'abitacolo e scesi appoggiandomi alla carrozzeria in attesa di vederla sbucare dall'enorme portone. Abigail avrebbe terminato le lezioni non prima di una buona mezz'oretta, perciò, ero in anticipo ma solo perché dopo mesi, quello fu il primo giorno che passammo separati e non vedevo l'ora di stringerla a me . Sorrisi ripensando alle sue parole di quella mattina quando mi fece una testa così, ripetendomi di continuo che fosse felice e pronta ad affrontare il primo giorno di College con uno spirito diverso, mentre mi domandai se a distanza di qualche ora, la pensasse ancora così. L'averi fiutato subito dato che mi sarebbe bastato guardarla negli occhi.
Le cose tra noi andavano a gonfie vele e vivevamo letteralmente in simbiosi, nonostante le solite sfuriate tra coppie che nel nostro caso terminavano con me che la spingevo contro il muro e la baciavo finché ci trovavamo a letto, a fare l'amore come due folli. Qualcuno avrebbe potuto affermare che ci saremmo stufati l'uno dell'altra continuando così, ed invece non smettevamo mai di conoscerci abbastanza o di placare la nostra libido che rendeva il sesso fenomenale.

Lei aveva me ed io avevo lei, solo quello ci bastava per essere completi.

Lo sguardo mi si accese d'amore, il petto mi si gonfiò d'orgoglio e morsi il labbro ammaliato dalla sua sagoma quando la vidi scendere i gradini in mezzo ai suoi nuovi compagni, finché i suoi occhi scuri, belli come stelle luminose nel cielo della notte, mi trovarono e nel suo viso si scaturì all'istante un sorriso che fece battere forte il mio cuore proprio come la prima volta . Mi corse incontro come una bambina mentre notai alle sue spalle alcune ragazzine ridacchiarono arrossendo e sussurrandosi qualcosa con lo sguardo sognante, quando mi saltò in braccio allacciando le gambe dietro la mia schiena e mi baciò non permettendomi neanche di salutarla prima. Le strizzai un po' anche il culo, facendo sussultare le ragazzine di prima.

«Ciao, amore mio.» Sussurrai contro la sua bocca che mi era mancata più dell'ossigeno che respiravo.

«Ciao, mio bel galeotto.» Rispose divertita e felice di vedermi, finché la feci scendere e le lasciai un lungo bacio a stampo sulla fronte, accarezzandole i capelli che aveva raccolto in una mezza coda che ora era scompigliata.

«Mi sei mancata da morire.»

«Tu di più!»

Ebbi i miei dubbi.
Le aprii lo sportello dell'auto. «Com'è andato il primo giorno di Università?» Chiesi mentre mise il broncio e mi fu impossibile non divorarle quella sua boccuccia un'ulteriore volta, fino a farla ridere a crepapelle. Dovette perfino spingermi via, purché la lasciassi in pace e la piantassi di metterla a disagio con le mie affettuose attenzioni dato che qualche docente stesse passando lì accanto.

«Ah, sì?» Sorrisi infilando il volto nell'incavo tra il suo collo e la sua clavicola per mordicchiarla teneramente fino a farla piangere dalle risate costringendola a supplicarmi di smettere. «E che male c'è? Sei la mia bambina, no?»

Afferrò il mio viso tra le mani fissandomi a lungo, stavolta. «Sempre.»

Sorrisi e passai dall'altro lato per salire nell'abitacolo.

«Sono la più grande nella mia classe.»

«E anche la più figa...» appuntai beccandomi un leggero schiaffo sul braccio «...e temo che qualcuno in questa scuola le prenderà!» Scoppiai a ridere seguito da lei.

«Ti sei messo a guardare le altre?»

Scossi la testa infilandole la mano tra le cosce. «Non è necessario. So a prescindere che sei la più bella lì dentro.» Sentii i suoi occhi addosso ed una volta fermo al semaforo , mi voltai a ricambiare il gesto , anche se nella mia mente la spogliai e ci feci l'amore in quell'istante ma l'arrivo di una chiamata ed il suono del clacson dell'auto alle mie spalle, mi risvegliò.

𝚜 𝚞 𝚍 𝚍 𝚎 𝚗 𝚕 𝚢   𝟸 // 𝚑.𝚜  {𝙰𝚄}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora