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ABIGAIL'S POV



«Ciao, Abigail!» Scattò in piedi Evan non appena mi vide all'entrata del bar. «Mi sei mancata tantissimo!» Mi alzò in braccio e fece un paio di giravolte su sé stesso.

«Mi domando ancora come tu abbia fatto a starmi lontano quasi due settimane.» Sorrisi, stringendolo a me ancora un po'. «Mi sei mancato anche tu, amico mio.»

«Ciao, Abigail.»

«Nylah...» la raggiunsi al tavolo e l'abbracciai «....che bello rivederti!»
Mi accomodai ed ordinai un succo d'arancia. I gemelli mi parvero in gran forma ; belli e sorridenti come sempre.

«Allora, che mi dite?» Esclamai con voce colma di esuberanza mentre Nylah prese una scatola dalla sua borsa, ed imbarazzata me la porse. Evan sorrise, invece. «Cos'é?»

«Aprilo.» Mi incitò il ragazzo mentre aprii lentamente la scatola, contenente un bellissimo braccialetto. «L'abbiamo preso quando siamo andati a trovare nostra madre . Li vendeva un uomo di strada che li faceva a mano, e lì é tradizione che se ne compri almeno uno prima di lasciare il paese. La legenda narra che se lo stringi forte al tuo cuore , i tuoi desideri si avverano, piccola Abigail.»

Sorrisi studiandolo attentamente tra le mie mani, notandoci appesi tre piccoli particolari. Il primo lo conoscevo bene , era l'albero della vita.

«L'albero rappresenta il tempo della nostra vita...» prese la parola Nylah «....le radici simboleggiano il passato, il tronco il presente mentre le foglie ed i rami con le braccia rivolte verso il cielo,  il futuro.»

«La conchiglia, invece, é un regalo dal mare e le onde che la portano a riva ci svelano cosí, una parte del suo segreto.» Riprese fiato aiutandomi ad indossarlo al polso sinistro. «Ci rendono participi del suo mistero.»

«É un modo di sentirci parte dell'Universo, come il viaggiatore che attraverso esperienze e frammenti di conoscenza, va alla ricerca di sé stesso.» Aggiunse Nylah.

«Le ali dell'angelo rappresentano la protezione.» Concluse Evan mentre in ciascuna delle mie mani, acchiappai una delle loro.

«Siete strabilianti!» Mormorai con le lacrime agli occhi, non dovute solamente al magnifico ed originale regalo, ma più che altro a ciò che mi disse loro padre. Se avessi accettato quel patto, e ne fossero venuti a conoscenza, mi avrebbero odiato a morte avendone tutta la ragione del mondo.

«É solo una sciocchezza!» Disse il mio amico mentre mi affrettai a pulire una lacrima, scivolata lungo la gota. «Che c'é che non va? Non stai bene per caso?»

«No, no...sto bene, tranquillo! Voi state bene?» Chiesi sperando che avessero almeno un po' , attutito quella batosta.

«Beh, non é cosa da tutti i giorni scoprire che tuo padre in realtà, non é tuo padre!» Replicò piegando gli angoli della bocca all'ingiù mentre provai una stretta potente al cuore che mi lasciò senza fiato. «Mamma ha confermato tutto che ricordava...sai, a causa della malattia.»

Deglutii annuendo.

«Già...» disse Nylah, stringendo forte la mano del fratello «...ma, Abigail, tu che lo conosci, com'è quest'uomo? Perché non si è mai fatto vivo?»

«Perché non gli importa nulla di noi!» Mormorò Evan, mentre non fiatai non trovando il coraggio di rivelare a loro tutto. Che avrei potuto fare? Rivelare loro che Miller avesse in realtà minacciato Petel? E di certo, non potevo accennare nulla riguardo il discorso tra me ed il sindaco.

𝚜 𝚞 𝚍 𝚍 𝚎 𝚗 𝚕 𝚢   𝟸 // 𝚑.𝚜  {𝙰𝚄}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora