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«Juliet, alzati! La colazione è pronta, farai tardi il primo giorno di scuola!» grida mia madre dal piano terra.

Ormai è sempre così: lei che urla di prima mattina per svegliarmi, troppo occupata a preparare la colazione a me e mio fratello Lando.

Mi alzo dal letto e indosso un jeans e una maglietta. Scendo le scale e Lando è seduto all'isola della cucina e sta digitando qualcosa a telefono.

«Buongiorno», borbotto, assonnata.

«Pronta per il primo giorno di scuola?» domanda mio fratello.

Sbuffo. Dovrei rivedere per il quinto anno di fila Charles Leclerc? Ugh, mio fratello se li sceglie proprio bene gli amici!

Chi è Charles Leclerc? Be', lui è il ragazzo che mi ha reso i quattro anni di superiori un inferno. Prima cosa: mi ha preso in giro per la mia media alta in tutte le materie. Dovrei per caso dar conto a lui se ho voglia di studiare e prendere buoni voti? Seconda cosa: pensa che io stia con Carlos Sainz solo per farlo ingelosire, cosa assolutamente non vera. Perché dovrei stare con una persona presuntuosa e troppo sicura di sé? Terza cosa: mi punzecchia e mi provoca in tutti i modi possibili e immaginabili. Inoltre, afferma che io sono innamorata di lui sin dal primo anno di medie siccome trascorrevo la ricreazione con lui e mio fratello. Ugh, perché deve essere così fastidioso e insolente?

«Lo sono solo perché potrò stare con Carlos», borbotto finendo la mia colazione.

Lando passa una mano tra i capelli e sospira piano. Fortuna vuole che il mio ragazzo sia un suo caro amico, perché altrimenti non avrebbe mai approvato la nostra relazione.

Il campanello di casa suona e mio fratello corre ad aprire.

«Bonjour mon frère», esclama Charles, parlando in francese e marcando il suo accento.

Quanto se la tira quando si comporta in questo modo, rinfacciandomi il fatto che è nato a Monaco e che il suo accento sia così marcato.

«Buongiorno Giulietta», continua, allegro.

«È Juliet!» ringhio, dandogli una spallata per uscire di casa.

Saluto solo mio fratello e cammino verso casa di Carlos imprecando sotto voce. Quanto mi urta Charles!

«Inutile che io ti chieda la causa del tuo malumore», dice Carlos baciandomi e prendendomi per mano.

Io e Carlos ci siamo conosciuti alle elementari e siamo stati dapprima migliori amici e poi ci siamo fidanzati il terzo anno di superiori. Non siamo come quelle coppie smielate che usano nomignoli altrettanto smielati, che si dicono ti amo ogni due per tre o che sono gelosi l'uno dell'altra non riuscendo a fidarci. Col tempo siamo riusciti a costruire una relazione solida, e la fiducia c'è stata sin dal primo momento che abbiamo spiaccicato parola.

Carlos, da come posso rammentare, è sempre stato un ragazzo timido. Alle medie c'è stata una grande svolta che ha influito sul suo comportamento. E adesso è un ragazzo che parla molto, che stringe amicizia velocemente. Insomma, da timido è passato a logorroico.

Io, invece, sono sempre stata nelle mie, non sono un tipo che parla molto. Ho qualche difficoltà a esternare i miei sentimenti, però riesco a tenere testa a Charles e ad essere la persona più antipatica e sarcastica del mondo. A volte sono dispotica e tentenno ad essere presuntuosa anch'io, ma con ritegno. Cerco sempre di dimostrare agli altri quanto valgo e ci metto anima e cuore nelle cose che faccio, soprattutto nello studio e nella scrittura.

«A volte mi chiedo perché si comporta in quel modo», borbotto, stringendomi nel mio blazer color mogano.

«Semmai perché vi comportate come cane e gatto. Non ho mai capito com'è il vostro rapporto».

Quel Presuntuoso Ragazzo Monegasco //Charles Leclerc [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora