26.

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Canticchio le note di una canzone dei Panic! At The Disco e prendo due vestiti dall'armadio. Uno è indaco e l'altro bordeaux, entrambi color pastello. Non so quale scegliere, quindi chiederò consiglio a mio fratello. A proposito, dopo la conversazione avuta con Sofia sono tornata a casa con una strana sensazione allo stomaco, come se dovesse succedere qualcosa. E spero che non accada nulla a mio fratello quando lei partirà. Scollego il telefono dalla carica e noto un paio di messaggi da parte di Charles. Ultimamente si sta comportando in modo strano, o meglio, da stamattina. Avremmo dovuto incontrarci sabato sera per andare al bowling insieme a Lily e Max e invece ci vedremo a scuola. È come se avesse dimenticato il nostro appuntamento.

"Stasera volevo cenare con te"

"Ma ho dimenticato che hai la cena con gli Stroll."

"Buona fortuna."

Nessun cuore, niente. Non che io e lui siamo sdolcinati o altro, ma di solito, quando ci auguravamo buona fortuna per qualcosa ci scambiavamo dei cuori in segno di supporto. Non so cosa diamine gli stia succedendo e vorrei tanto scoprirlo. Domani, appena sveglia, andrò da lui.

«Quale dovrei mettere?» borbotto, indecisa, entrando nella camera di Lando mentre è intento a sistemarsi i polsini della camicia azzurra che ha deciso di indossare.

«Indaco».

Prendo il papillon dal letto e lo sistemo attorno al colletto della camicia. Gli stampo un bacio sulla guancia ed esco dalla sua camera. Impiego più di una mezz'ora a prepararmi. Il fatto è che ho paura che possa succedere qualcosa di brutto tra me e Charles. Ho questa sensazione che mi attanaglia lo stomaco da giorni ormai e non voglio perderlo. Non voglio soffrire perché ho il presentimento che da un momento all'altro possa accadere il peggio. Con questi pensieri cammino nell'andito e una chiamata di Charles mi fa sussultare.

«Charles...» mormoro e lo sento parlare in francese con qualcuno.

«Juliet...dove sei?»

C'è del rumore in sottofondo. Dov'è lui, semmai.

«Ancora a casa. Tra poco verranno gli Stroll e andremo al ristorante. Tu dove sei? Sento dei rumori».

Charles resta in silenzio qualche secondo. Scendo le scale e sento mio fratello e mia madre parlare.

«Sono a casa di mia zia. Divertiti!» dice e riaggancia.

Sbuffo. Perché si comporta così adesso? Gli ho fatto qualcosa? Ripongo il telefono in borsa.

Il campanello suona, segno che gli Stroll sono appena arrivati. Lawrence saluta mamma con un bacio e le sorride: sono davvero innamorati. L'uomo indossa un completo grigio, simile a quello di mamma e guardo Lance vestito di un marrone scuro con una camicia bianca e scarpe nere.

«Andiamo?» incalza Lawrence.

Annuiamo e fuori c'è una limousine. La portiera è stata aperta da uno chauffeur, il quale ha una barba incolta, dei capelli brizzolati neri e un portamento elegante. Dovrò abituarmi a questo d'ora in poi e non so se riuscirò a mettermi a mio agio vivendo in una casa enorme ed essere privilegiata.

Lance ed io iniziamo a parlare del più e del meno. Mi sono ricreduta su di lui: è una persona totalmente diversa da come l'ho sempre dipinto a causa delle malelingue. Mio fratello si è isolato: guarda il panorama che ci sfreccia davanti pur di non puntare gli occhi da un'altra parte. Si sente a disagio, e non è l'unico. Dopo una manciata di minuti giungiamo al ristorante, che si rivela essere uno a cinque stelle. Lawrence cammina a passo sicuro verso la reception e parla con un cameriere per qualche minuto. Egli ci guida in una sala adibita da varie decorazioni e dai toni nude. Il nostro tavolo è in un angolo e ci accomodiamo. Il cameriere ci lascia i menu e lo sfoglio, cercando qualcosa di prelibato da gustare.

Quel Presuntuoso Ragazzo Monegasco //Charles Leclerc [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora