22.

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«È un'ottima idea fare colazione in giardino», borbotta mio fratello mentre mi raggiunge con la sua tazza di latte e un piatto di pancake.

Due giorni fa siamo tornati a casa e la malinconia ci ha assaliti.  Charles ha preferito restare a casa sua in questi giorni e non ho protestato. Non ne avevo motivo.

«È da fine agosto che non la facciamo. Dovremmo pur sempre ritornare alle vecchie abitudini, no?»

Lando si accomoda e consuma la sua colazione.

«Magari, se il clima fosse un po' clemente e ci desse qualche giornata di sole, potremmo fare colazione in giardino molto spesso», asserisce mamma e beve un bicchiere di succo all'arancia.

«Comunque, com'è andata questa vacanza a Monte Carlo? Vi siete divertiti? Dai, raccontatemi!» esclama e Lando inizia a parlare.

È così bello poter trascorrere del tempo con la propria madre. Fortuna che ha preso delle ferie di tre settimane. Ha davvero bisogno di rilassarsi e passare più tempo con i suoi figli. A volte vorrei che trovasse un altro lavoro cosicché non debba lavorare tante ore al giorno. Ma so che il lavoro in ospedale le permette di guadagnare molto di più per poter pagare bollette e mantenerci. A volte vorrei che non fosse un'infermiera che non vede i figli per più di quattro ore al giorno.

«Dovevi vedere Juliet al porto: non voleva più tornare a casa!» esclama Lando, destandomi dai pensieri.

«E tu che volevi vedere il circuito a tutti i costi? "Charles grazie per avermici portato!" Oh, Charles dovremmo andarci di nuovo!" Di certo non ho esultato quando vi vedevo fremere davanti ad un circuito di Formula 1!» borbotto indignata.

«Ad ogni modo mamma, è stato bellissimo», continuo a raccontare. «E a proposito...quando ci parlerai di quest'uomo che stai frequentando?» domando e mamma sembra essere stata colta in flagrante.

Se non fosse stato per Pierre non l'avrei mai saputo da mio fratello, troppo cocciuto da raccontarmi determinati fatti.

«D'accordo. Il suo nome è Lawrence e l'ho conosciuto al supermercato circa un mese fa. Ero scettica, all'inizio, sull'uscire con lui. Ma mi ha sempre rassicurato e messo a mio agio. Sapete, ha un figlio della vostra età: si chiama Lance».

Sgrano gli occhi a quel nome. Mia mamma sta frequentando un miliardario e Lance Stroll è suo figlio? Colui che è il capitano della squadra di rugby, che ci ha provato con molte ragazze dell'istituto, che si è sempre vantato di essere ricco e raccomandato potrebbe diventare il mio fratellastro? Al solo pensiero mi vengono i brividi.

«Stai frequentando Lawrence Stroll?» esclama mio fratello sconvolto.

«Tranquilli, so com'è fatta la famiglia Stroll. E so che non sopportate Lance. Ecco perché ho deciso di invitare suo padre e lui alla cena di Capodanno a casa di Pascale».

Stavolta sono io quella ad essere sconvolta. Cenare con Lawrence e Lance a casa di Charles a Capodanno? Anche no! Preferirei mille volte dormire sotto un ponte che stare allo stesso tavolo di quel pallone gonfiato! Lando mi guarda sconcertato, confuso.

"È solo apparenza.", mi ripeto mentalmente.

Forse Lance non è come crediamo che sia. Magari è simpatico. Magari è solo una maschera che indossa per farsi piacere dalle persone. Magari l'abbandono della madre lo ha cambiato, rendendolo ciò che è adesso? Magari è questo il motivo per cui è così spavaldo, antipatico e tutti gli aggettivi che gli ho sempre affibbiato?

«Cercheremo di fare amicizia ma non ti assicuriamo nulla», dice mio fratello e mamma annuisce contenta.

Consumiamo la colazione parlando del più e del meno. Quando finiamo aiuto mamma a sparecchiare e a lavare i piatti.

«Chi l'avrebbe mai detto! Mamma e Lawrence Stroll!» borbotto, entrando nella camera di Lando e buttandomi sul letto accanto a lui.

«Pensa a se si sposassero! Lance come fratellastro. Vivremo qui o nella sua mega villa? Oh, immagina se stringessimo amicizia con lui!» blatera.

«Ugh, basta parlarne. Piuttosto, tu e Sofia?»

Lando si volta a guardarmi.

«Le ho inviato gli auguri di buon Natale e mi ha chiesto come stavo. Non volevo scriverle altro. Quando sarà pronta verrà da me. E poi, un po' di tempo da solo mi fa bene».

Poso un bacio sulla fronte e chiudo gli occhi.

«Tu e Charles invece? State insieme da pochi mesi e siete così affiatati».

Con Charles non è mai stata questione che stiamo insieme da qualche mese. Sono anni ormai. Ci stuzzicavamo, mi implorava di uscire con lui, mi importunava. Io che lo evitavo perché era asfissiante. Lui che insisteva. È sempre stato testardo da questo punto di vista. Non gli ho mai concesso un'uscita solo perché stavo con Carlos. E poi l'ho tradito. Scuoto la testa per allontanare il pensiero.

«Ci amiamo. Però dai, basta parlare sempre di me e Charles. Lando, si vede che qualcosa ti turba».

Mio fratello si dipinge in viso un'espressione indecifrabile. Detesto quando mio fratello si chiude in se stesso.

«È solo che non riesco a vedere mamma con un'altra persona che non sia papà. Mi manca così tanto», mormora e si prende il viso tra le mani.

Il suo corpo è scosso dai tremiti. Lo abbraccio e lascio che mi bagni il maglione con le sue lacrime. Lascio che si sfoghi. I singhiozzi scuotono il suo corpo e stringe il tessuto del mio maglione.

«Sono undici anni che papà non c'è più. Mamma deve essere felice, e se quella felicità gliela può dare Lawrence Stroll noi saremo al suo fianco per vederla sorridere di nuovo», dico in tono pacato.

Lando si stacca dalle mie braccia, gli occhi gonfi per il pianto. Gli asciugo le lacrime mentre lui poggia la schiena alla testata del letto.

«Perché non stiliamo una lista per farci andare a genio Lance -sono il più bello, ricco, figo- Stroll?»

Scoppiamo in una risata fragorosa e lo spintono.

«L'idea mi alletta. Dunque, sgonfiamo il suo ego o lo deridiamo davanti a tutti?»

Avevo sempre fantasticato su una caduta di Lance Stroll davanti a tutta la scuola. Non sono mai stata propensa a parlare di lui o con lui. Non sono mai stato il tipo che partecipa alle partite di rugby. Sono sempre stata nel mio e non mi sono mai interessata agli sport della scuola o ai corsi extracurricolari. Carlos al primo anno giocava a basket ma poi ha smesso perché non la riteneva come sua vocazione. Lando prese parte al corso avanzato di Fisica, smettendo dopo il primo incontro. Da allora se n'è pentito amaramente. Quell'aspetto della scuola non è mai stato nei miei piani. Ho sempre pensato a studiare e a stare per conto mio. Nemmeno la popolarità sfiorava i miei pensieri. Però sono diventata popolare da quando sto con Charles, il ragazzo dal fascino Monegasco e da un accento francese che ti fa cadere ai suoi piedi. Sono sempre stata consapevole che Charles ha un sacco di ragazze ai suoi piedi che farebbero di tutto pur di ottenere un minimo di attenzione da lui. E non sono gelosa. Charles è bello e sa di esserlo, sa che molte gli muoiono dietro ma non gli interessa perché lui ha un'unica ragazza impressa nei suoi pensieri e nel suo cuore: io.

«Meglio sgonfiare il suo ego», decide Lando e ci sganasciamo nuovamente dalle risate.

Quel Presuntuoso Ragazzo Monegasco //Charles Leclerc [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora