29.

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Cammino tra i corridoi scolastici con un mal di testa lancinante e raggiungo Pierre alle macchinette. Le due verifiche sono andate molto bene, ed ero certa che avrei preso voti alti. Adesso ho bisogno di un caffè.

«Ehi Juliet! Ti vedo spossata. La serata di ieri ti ha fatto un po'male, eh?» 

Sbatto le palpebre più volte. Ormai sono abituata ad uscire in settimana e a fare serata come se fossi nel weekend.

«Andare a dormire alle 2:30 quando il giorno dopo si ha scuola mi sembra un tantino esagerato. Soprattutto per me che avevo delle verifiche», borbotto, prendendo il mio caffè.

Il Castano mi guarda con un sopracciglio inarcato.

«E in discoteca? Non ti lamentavi mai!»

«E io che dovevo reggerti perché ti ubriacavi peggio di un non so che! Hai preso la decisione giusta di smetterla».

Pierre annuisce e insieme ci rechiamo nel cortile. Aspettiamo mio fratello e gli altri, e nel frattempo parliamo del più e del meno. L'occhio mi cade su una figura poco distante da me: Charles. Il sorriso mi muore sulle labbra nel notarlo con una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro e leggermente ondulati. Ha un braccio attorno alle sue spalle e ridono. Deglutisco e mi volto a guardare Pierre, il quale è leggermente scombussolato.

«Tu ne sai qualcosa?»

Scuote la testa.

«Non mi hai mai parlato di un'altra ragazza, ci sei sempre stata tu. Vedrai che non è una sua nuova fiamma. Charles non potrebbe mai arrivare a tanto», mi rassicura.

Lo spero. Insomma, siamo in pausa, e secondo me non ha il diritto di frequentare un'altra. Forse mi ha dimenticata? Forse si è dimenticato che siamo in pausa?

Distolgo lo sguardo.

«Siamo da poco tornati a scuola e vorrei solo dormire», borbotta Carlos visibilmente stanco.

Max si appoggia a lui mentre mio fratello parla a telefono con qualcuno. Lance tornerà tardi perché ha gli allenamenti e quindi ci ha detto di non aspettarlo.

«Chi è quella ragazza?» domanda mio fratello puntando lo sguardo su Charles.

Abbasso lo sguardo e mi rifugio tra le braccia di Carlos.

Pierre incenerisce con lo sguardo Lando e quest'ultimo alza le mani in segno di resa. Fa più male di quanto credessi. Ci dirigiamo a casa e cerco di non pensare al Monegasco mentre parlo con Carlos. Se lui mi ha dimenticata dovrei farlo anch'io, giusto? Oh, a chi voglio prendere in giro! Saluto i miei amici e chiudo la porta alle spalle, posando sull'attaccapanni il mio cappotto.

«Non ti azzardare a dire una sola parola su quella ragazza!» intimo mio fratello, e annuisce impaurito.

«Siete arrivati finalmente! Vi ho conservato del pollo con le patate al forno», dice mamma raggiungendoci in cucina.

Mangiamo in silenzio, ripongo i piatti nella lavastoviglie e mi chiudo in camera. Faccio partire una playlist a caso e le note di Nicotine echeggiano nell'aria. Mi siedo sul davanzale e guardo il cielo annuvolato. Pioverà per giorni e il mio umore è pari a zero. Se c'è una cosa che odio è quando piove per un tempo indeterminato. Non posso uscire a fare una passeggiata per schiarirmi le idee perché non si sa l'intensità della pioggia. Sbuffo e chiudo la finestra. Prima che possa chiudere anche la tenda vedo Charles che cammina mano nella mano con quella ragazza castana. Si fermano e le accarezza una guancia per poi posare le mani sui suoi fianchi e baciarla. Mi allontano da quella scena e le lacrime iniziano a scendere copiose sulle guance. Perché non mi ha detto che voleva lasciarmi per stare con un'altra? Un singhiozzo fuoriesce dalle mie labbra e mi siedo a terra, piangendo ininterrottamente. Singhiozzo di nuovo e la porta si spalanca.

Quel Presuntuoso Ragazzo Monegasco //Charles Leclerc [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora