« Tredici Ottobre duemilaeventi, universo trecentoquindici.
Non fare cazzate! »
Queste furono le sue parole, non appena rivide quello stramaledetto corridoio bianco.
Occhi azzurri su occhi azzurri; l'altro Francesco sembrava spaesato, spaventato, parve persino tremare. Ma lui sapeva, sapeva che nonostante tutto sarebbe riuscito a mantenere la calma e a portare gli space-bracciali ai suoi proprietari.
Il portale si chiuse in fretta e Francesco, ritrovandosi all'interno del portale spazio-tempo, poggiò la testa sul sedile e sospirò.
Ed ora? Ora cosa avrebbe dovuto fare?
Poi, il suo sguardo finì sul monitor centrale e successivamente dovette stringere forte le mani sul volante.
Il taxi del tempo aveva generato un'altra data in maniera autonoma, senza che nessuno la impostasse manualmente. Sembrava possedere vita propria.
Un altro portale si aprì e la vettura lo attraversò immediatamente.
Francesco chiuse gli occhi, perché tutto aveva cominciato a tremare.
Subito dopo, il silenzio.
Successivamente, una voce.7 Dicembre 2019
Universo 780— [...] anche superman ha le sue debolezze... —
Qualcuno stava cantando. Francesco lo riconobbe subito, sebbene lo sentisse in lontananza e in maniera ovattata.
Aprì piano gli occhi e si ritrovò in un parcheggio.
Francesco riconobbe quel posto, quindi spense la vettura e poi aprì la portiera, chiudendola subito dopo.— tu sei la kryptonite
e io uno stupido Clark Kent! —Dopo aver chiuso il mezzo, si ritrovò del verde tutt'attorno.
Francesco avanzò, la musica che man mano si faceva sempre più alta.
Una volta all'interno di quel locale, il biondo si guardò attorno: il Covo, quella sera, era davvero affollato.
Si alzò il cappuccio della felpa in testa, sperando che nessuno lo riconoscesse.
Si diresse sino ai camerini.
Una volta davanti alla porta sospirò, iniziò a percepire una sensazione di inadeguatezza nelle viscere, cominciando a deglutire più volte.
Iniziò a sentire freddo, le dita delle mani stavano congelando.
Un altro sospiro.
Girò il pomello, aprì l'anta.
Sgranò gli occhi, indietreggiando, ritrovandosi addirittura a boccheggiare e a barcollare.
Dovette sostenersi al muro dietro di sé per rimanere in piedi.
Era lui.
Quello davanti a sé era proprio lui.
Il corpo a pancia in giù, in mezzo a strumenti musicali, lo sguardo nero privo di espressività.
Dalla testa sgorgava intenso inchiostro, mentre sbavava sempre quello stesso liquido dalla bocca; i capelli biondi scompigliati.
Francesco cominciò a respirare male, era sicuro che da un momento all'altro gli sarebbe venuto un attacco di panico.
Sospirò una terza volta.
Doveva mantenere la calma.
Doveva capire ciò che stava succedendo.
Tuttavia, prima di tutto, doveva sbarazzarsi di quel corpo.
Si rimise eretto, avanzando verso l'uscio della stanzetta e entrandovi all'interno.
Francesco si chinò innanzi al corpo e lo afferrò di peso e per le braccia, per spostarlo: era proprio vero che quando una persona muore, diventa di conseguenza più pesante.
« Diamine! » mormorò a denti stretti.
In quel momento, una piccola piuma candida gli svolazzò davanti agli occhi: essa, di colpo, generò una piccola scritta dorata:
~ Uccidimi ~
Poi si dissolse nel nulla.
In quel preciso istante, il biondo scosse la testa.
Una cosa per volta.
Non c'era tempo di pulire tutto quel sangue nero, ma poteva sostituirsi con il se stesso di quell'universo per indagare.
Perciò, doveva farlo.
Doveva occultare il cadavere di Francesco Toneatti, il quale venne poi sollevato sulle proprie spalle.
Quella era la situazione più strana che gli fosse mai capitata nella vita: e già guidare un taxi del tempo era tutto, fuorché una cosa normale.
Il taxi... il taxi del tempo...
Gli era appena venuta un'idea.( . . . )
Finalmente arrivò di nuovo al parcheggio, si avvicinò al taxi e con molta fatica, una volta aperto il bagagliaio, ci ficcò il cadavere di se stesso all'interno.
Chiuse velocemente il cofano, mentre il cuore batteva all'impazzata.
Poi abbassò lo sguardo sulle sue mani e sui suoi vestiti: si era tutto macchiato di inchiostro, più visibile nella zona dei pantaloni.
« Ehi, Tonno » si sentì chiamare il biondo, sussultando come se fosse stato appena scoperto
« Come mai non sei dentro insieme agli altri? »
Francesco si girò e il cuore ricominciò nuovamente a battere per la paura.
Dario.
Lo scrittore lo guardava quasi perplesso, come se non capisse perché l'altro lo stesse fissando come se avesse appena visto un fantasma.
« Va tutto bene? » gli chiese, poi all'improvviso ricevette un messaggio sul cellulare, ma Dario non lo lesse. Sicuramente era lei che glielo aveva inviato, per dirgli di raggiungerla all'interno del locale.
« Sei pallidissimo, vuoi che chiami un'ambulanza? »
Sembrava davvero preoccupato, poi si bloccò un attimo.
« Ma cosa hai fatto ai pantaloni? » inarcò, quindi, un sopracciglio.
Francesco rise nervosamente
« Sì, va tutto bene.
Sono solo scivolato, penso che a qualcuno sia scoppiata una penna in camerino. »
Un ennesimo sospiro.
« Stasera fa proprio freddo. »( . . . )
Nel frattempo, una ragazza dai capelli biondi e ricci era intenta a sorseggiare il suo drink nell'area bar della discoteca, in assoluto silenzio.
All'improvviso i suoi occhi si illuminarono:
eccolo, finalmente l'aveva raggiunta.
« Ma dov'eri andato a finire? » gli chiese, poi sbatté le palpebre, decisamente confusa.
Le era sembrato, per un attimo, di vedere gli occhi del suo fidanzato completamente neri, come se fossero intrisi di pura pece.
Lui le si mise di fianco, dicendole semplicemente che era andato un attimo dal suo amico Francesco.
« Ti va di andarci a fare una passeggiata?
Qui rischiamo di farci scoppiare la testa » chiese lui, ad un tratto.
Lei sorrise un po' timidamente, scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
« D'accordo. »
Le mani del mezzoragno avevano iniziato a tremare.
Aveva bisogno di porre fine a quel tormento che lo stava assalendo da quando aveva lasciato l'universo trecentoquindici.
Più la guardava, più la sua sete cresceva.
E la sua bellezza non la aiutava di certo.
Il cuore aveva iniziato a battere.
Non andava affatto bene.Stai zitto, Dario.
S I L E N Z I O.[...] — se non riesci più a guardare
cos'hai dentro di te! —
![](https://img.wattpad.com/cover/205354661-288-k806846.jpg)
STAI LEGGENDO
OBSCURIA
Fanfiction𝕯ario si ritroverà morso da un piccolo ragno, ma ciò non ha niente a che vedere con il famoso Spider-Man. Tutt'altro, questo sembra essere il destino: esso gli ha teso la mano e Dario di rimando lo ha abbracciato senza alcuna esitazione, stringendo...