Il cantante osservò il ragazzo dinnanzi a lui per qualche lungo attimo, non riuscendo a capire del motivo che aveva spinto Nicolas a dirgli quelle parole.
Perché avrebbe dovuto reagire a quel modo, poi? Addirittura urlare. Perché Nelson avrebbe dovuto farlo?
« Me lo prometti? » si volle accertare Nicolas e a quel punto l'altro annuì, sebbene fosse ancora perplesso da tutta quella situazione.
« Chiudi la porta. »
« Cosa? »
« Chiudila. »
Nelson ancora non capiva, « ma cosa diamine ti prende? »
A quel punto, Nicolas allungò una mano e chiuse di scatto l'anta di legno situata dietro l'amico.
« Diamine, Nic, non ho nemmeno le chiavi con me! e Beatrice sta anche dormen— ma cosa cazzo?! »
Proprio in quel momento, Nicolas aveva abbassato i suoi occhiali da sole, mostrando i suoi occhi bianchissimi senza iride, né pupilla.
« Non sono lenti a contatto » volle specificare.
Nelson rimase immobile, non sapeva cosa dire: forse aveva guardato fin troppe serie TV nella sua vita da nerd e quello in realtà doveva essere solo un sogno un po' strano.
Avrebbe voluto ridere per la battuta sentita ma presto si rese conto che Nicolas non stesse scherzando affatto, perciò abbassò l'angolo della bocca che si era incurvato all'insù, deglutendo.
« Sei diventato cieco? »
« Sono arrivato fin qui. »
« Ok, no. Non lo sei. »
Nelson si girò verso la porta, poiché quella situazione talmente assurda lo stava facendo rincretinire. Voleva andare a prendersi una Monster in frigo e schiarirsi così le idee.
Nicolas sembrava talmente serio per scherzare su una cosa del genere. Non sembrava nemmeno lo stesso ragazzo che conosceva, era più... tranquillo, forse?
Il corvino indossò di nuovo i suoi occhiali da sole, che visto da occhi esterni avrebbe dovuto risultare anche molto strano, considerando persino l'ora tarda.
Tuttavia, in quel momento Nelson parve più preoccupato di svegliare Beatrice, invece che pensare in maniera lucida riguardo quella faccenda.
Serenamente, Nicolas gli si mise di fianco, poggiò la mano destra sul pomello e lo girò senza problemi, aprendo così l'anta della porta, per poi entrare sull'uscio di casa.
Nelson rimase impietrito, gli occhi sgranati.
« Come hai...? »
« Non lo so. Ma almeno il tuo pomello è ancora attaccato alla porta. »
« Eh? »
Difatti, prima di uscire di casa, Nicolas stava cercando le chiavi all'interno delle tasche dei jeans e per comodità aveva tenuto l'altra mano a sorreggersi sul pomello della porta; vi erano quattro serrature a bloccarla e nonostante questo, senza rendersene nemmeno conto, l'aveva aperta, spaccando il pomello. Solo con la propria forza interiore e anche perché aveva fretta di uscire, il suo subconscio lo aveva aiutato.( . . . )
« Quindi fammi capire bene: » Nelson e Nicolas si erano messi a parlare all'interno della camera del primo citato, seduti sul letto, mentre Beatrice ancora dormiva beatamente sul divano del salotto « Dario è diventato una specie di mezzo-ragno, — e non c'entra niente con Spider-Man — non si sa se sia malvagio o meno ma stava per uccidere la sua fidanzata.
È giusto? »
« Giusto » confermò Nicolas.
« Ti ha scoperto mentre li— pedinavi? e poi ti è persino comparso in sogno? »
« Esatto. Mi sono poi ritrovato così per come mi vedi. »
« Ok... ok... adesso ha tutto più senso... » scherzava, in realtà non ci aveva capito nulla, anzi: in che senso Dario stava per uccidere la sua fidanzata?!
« Non credo di sentirmi tanto bene. »
Infatti, Nelson non sapeva come comportarsi, né tantomeno come reagire di fronte ad una situazione del genere.
Nicolas si alzò, sorreggendo Nelson per la schiena poiché l'amico sembrò avere un capogiro: gli occhiali da sole, in quel momento, si abbassarono sulla punta del naso e quella stretta vicinanza fece sì che i due avessero un contatto visivo. Fu tipo il flash di una macchina fotografica. Bastarono pochi secondi e la testa di Nelson sembrò dapprima svuotarsi, poi riempirsi di tutta la conoscenza dell'universo: i suoi occhi pareva contenessero lo spazio aperto, con tutte quelle miriade di stelle luminose e il colore bellissimo della galassia che sfumava con quel suo blu e viola meravigliosi.
Il suo cervello ottenne così tante informazioni che, ad un certo punto, Nelson avvertì la testa scoppiare, come se gli avessero appena buttato una bomba atomica all'interno del cervello.
Alla fine, tutto parve calmarsi, come cullato dal dolce suono di un'arpa angelica.
Tornando alla realtà, ci fu un forte botto che fece scaraventare i due amici in direzioni opposte, come due magneti uguali che si scontrano perché non compatibili. In realtà, Nelson e Nicolas erano stati più che compatibili. Grazie all'amico, Nelson rinacque sotto una nuova luce e questo fu subito più che evidente.
Il cantante si ritrovò a pancia in giù, totalmente disteso sul pavimento, mentre Nicolas aveva sbattuto la schiena contro la scrivania, facendo cadere delle cose, ma nessuno dei due parve essersi fatto male.
Nelson strizzò gli occhi, li aprì e, a differenza di quelli di Nicolas, i suoi sembravano gli stessi e normali di sempre.
Si lamentò leggermente per la botta, ma fu tuttavia sorpreso di non sentire dolori lancinanti su tutto il corpo.
Iniziò a muovere gli arti per sgranchirsi e poi si mise seduto sul pavimento, notando che Nicolas aveva fatto lo stesso.
« Sai, Nic... mi sto chiedendo una cosa. »
Nicolas, di fronte a lui, lo guardò incuriosito.
« Mi sto chiedendo come io faccia a sapere la data di nascita di Napoleone Bonaparte, quindi il quindici Agosto del millesettecentosessantanove, morto poi il cinque Maggio del milleottocentoventuno.
Sapevi anche che il nove Marzo del millesettecentonovantasei sposò
Giuseppina Tascher de La Pagerie, vedova Beauharnais, la quale, in precedenza, era stata la moglie di un ufficiale che fu, ovviamente, ghigliottinato? »
Nicolas rimase a fissare l'altro, alzandosi quasi automaticamente dopo aver ascoltato quelle parole.
Nelson fece lo stesso e quasi non inciampò, realizzando quello che era appena successo.
« Una penna. Ho bisogno di una penna! »
Nel frattempo, Beatrice aveva aperto la porta della stanza, ancora mezza addormentata.
« Ma cosa state combinando? State facendo un gran chiasso » disse, quasi sbadigliando.
« Scusami, Bea. Io e Nicolas dobbiamo fare una cosa importante, a dopo! »
Detto questo, la giovane si ritrovò la porta chiusa sul naso e questo gesto la fece indispettire.
Nelson, comunque, prese la sedia che si era ribaltata sul pavimento, a causa della precedente botta che avevano scatenato sia lui che Nicolas, e la posizionò davanti alla scrivania, per poi sedercisi sopra.
Non si era mai considerato intelligente, a dire il vero in matematica aveva sempre fatto schifo, per questo... trovò subito una penna, poi aprì uno dei block-notes dove di solito scriveva i brain-storming per le sue canzoni. Creò un calcolo matematico, il più difficile che gli venisse in mente dalle scuole superiori, — e come faceva a ricordarsene, tra l'altro? — per poi risolverlo entro pochissimi minuti: ne passò a malapena uno, a dire il vero.
Nelson sbatté le mani sulla scrivania, mettendosi subito in piedi con le mani ancora poggiate su quei fogli bianchi.
Poi si girò verso Nicolas, lentamente.
Aveva gli occhi lucidi ed emozionati.
« Non so cosa tu abbia fatto ma...
posso affermare di essere appena diventato molto, molto intelligente.
E non è un vanto, credimi. Ma un dato di fatto: vuoi sapere perché? Ho diverse teorie in merito, se vuoi ti espongo una scaletta in ordine alfabetico, andando più nel dettaglio. »

STAI LEGGENDO
OBSCURIA
Fanfiction𝕯ario si ritroverà morso da un piccolo ragno, ma ciò non ha niente a che vedere con il famoso Spider-Man. Tutt'altro, questo sembra essere il destino: esso gli ha teso la mano e Dario di rimando lo ha abbracciato senza alcuna esitazione, stringendo...