Un lungo sonno.
Un corpo sonnambulo che non sapeva dove mettere i piedi.
Il rumore delle macchine che sfrecciavano veloci per la strada, le luci dei fari in alto che illuminavano quella notte oscura.
Il rumore assordante di un clacson.
Occhi che si spalancano.
« NICOLAS?! »
Francesco era appena uscito fuori di casa, il suo intento era quello di usare la macchina dei suoi fino al Covo e lì recuperare il taxi del tempo.
Ma quando fu davanti al cancello, quasi gli cedettero le ginocchia.
Il taxi... il taxi del tempo era lì, innanzi ai propri occhi.
Come aveva fatto?
Perfettamente parcheggiato, immacolato e con quel colore così luccicante e pulito.
« Tu sei... sei... » non riusciva a trovare bene le parole
« viva...? »
Si diresse dietro al cofano e poi sospirò, aprendolo.
Doveva accertarsene.
Il cuore iniziò a battere, poiché non riusciva a capire. Ogni cosa in quella situazione era talmente assurda da farlo confondere sempre di più.
Il cadavere era sparito.
Francesco non fece nemmeno in tempo a metabolizzare la situazione che, ad un tratto, uno sportello del taxi si aprì da solo.
« Cosa stai cercando di dirmi? »
Stava parlando con un taxi.
Assurdo.
Ma alla fine entrò al suo interno e in quell'istante i motori si accesero, anch'essi, da soli.
« Tu sei veramente... » dapprima il biondo deglutì, poi poggiò le mani al volante
« ...viva! »
( . . . )
Non sapeva dove il taxi volesse condurlo, fatto stava che Francesco aveva addosso quella stranissima sensazione di disagio che gli accapponava la pelle.
Aveva gli occhi fissi sulla strada ma allo stesso tempo la sua testa era distratta altrove.
La voce di Nicolas.
~ Uccidimi ~
Di nuovo.
Poi si ritrovò a sgranare gli occhi, cercando di frenare prima dello schianto.
Ma fu troppo tardi.
Francesco udì un tonfo secco e, al contempo, pure il rumore di qualcosa che cade di peso.
Un corpo.
« NICOLAS!? »
Francesco fece per scendere dalla vettura ma proprio in quel momento una luce evanescente illuminò il suo viso.
Un angelo.
Il suo amico era...
era...
rinato.
Francesco rimase immobile, come ipnotizzato da quella purezza.
Non si rese neanche conto che, qualche secondo dopo, accanto a sé, seduto sul morbido sedile, vi era il suo caro amico Nicolas Paruolo.
Come aveva fatto ad apparire così dal nulla?
Francesco deglutì.
Occhi chiari su quelle nuvole più candide, senza iride né pupilla.
Nicolas aprì il cruscotto innanzi a sé, afferrando degli occhiali da sole neri.
Il taxi li aveva generati dal nulla?
Quale materiale aveva usato Nelson per costruirlo?
Ancora questo quesito tormentava la mente di Francesco.
« Dobbiamo muoverci, » aveva affermato il corvino
« tra cinque minuti esatti potrebbe già essere troppo tardi. »
« In che senso...? » chiese il biondo.
Poi, una visione.
( . . . )
Il cielo aveva cominciato a farsi più scuro, le prime gocce di pioggia bagnavano sia il tetto dello studio che la figura di Dario Matassa.
Perdeva fiotti di sangue dall'orecchio, il dolore era lancinante ma dalla sua espressione parve persino trovare piacere in questo.
Avanzò, sino ad arrivare ai bordi.
Non guardò mai in basso, anzi: alzò lo sguardo al cielo.
Sarebbe stato così fiero di loro, lui.
Era così grande e potente,
il vero e unico sovrano dell'oscuro.
Poi un lampo si illuminò alle sue spalle.
Dario allargò le braccia, come in una preghiera.
« Mi concedo a te... » disse, chiudendo gli occhi
« Per TE,
'o Potente, Potentissimo Ragno! »
Poi si lanciò nel vuoto.
Quando lo fece, in quel momento il taxi del tempo si era teletrasportato lì.
Fu davvero troppo tardi.
Che fosse arrivata la fine del mondo?
Dario era morto, schiacciato al suolo.
Nicolas scomparve dal taxi ed apparve immediatamente davanti al corpo di Dario.
Doveva farlo fuori nel suo primo secondo di rinascita, così da annientarlo.
« In che senso potrebbe essere troppo tardi?! »
« Potremmo ritrovarci ad avere
a che fare con ben due Incubi. »
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OBSCURIA
Fanfiction𝕯ario si ritroverà morso da un piccolo ragno, ma ciò non ha niente a che vedere con il famoso Spider-Man. Tutt'altro, questo sembra essere il destino: esso gli ha teso la mano e Dario di rimando lo ha abbracciato senza alcuna esitazione, stringendo...
