Nickelous: la fuga di Becky

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Procede verso sua madre.
Incapace di fare retromarce.
Sapevo che questo momento sarebbe arrivato.
E vederla così fragile è un colpo basso anche per me.
Non pensavo sarebbe venuta davvero, e durante tutta la serata ho sperato anche che non lo facesse.

Ma è la cosa giusta.
Becky ha bisogno di sua madre.
Come ho bisogno io della mia.

Deve dargli una possibilità.
Lo deve a se stessa.

<<Signora Gómez>>. Pronuncio alle sue spalle.
Infondendo coraggio alla donna che abbiamo davanti.

E ad un tratto tutto diventa chiaro per Becky.

Io so.
Sono consapevole del motivo perché lei è qui.
Un tranello.
Un inganno.
Una manipolazione.

<<Perché...?>>. Sussurra a malapena.

<<Mi ha cercata. Voleva farci incontrare. Ha fatto la cosa giusta. Tu sei mia figlia>>. La voce rotta dal pianto.

<<Ora sarei tua figlia?>>. Un sorriso amaro ad incorniciare le sue labbra. <<Dove sei stata quando avevo bisogno di te? Dove quando ero sola al freddo?
Dove quando l'ottavo per sopravvivere?>>. Il dolore che gli attanaglia lo stomaco. <<Non eri con me. Non sei mai stata con me. Hai deciso di abbandonarmi. Non ti è mai interessato di come stavo. E ora sei qui come se ti appartenessi>>. Sputa tutto il disprezzo che prova.

Si volta verso di me.
Leggo nei suoi occhi tanta delusione.
Il mio cuore va in collisione.

<<Pensavo mi ammassi, invece sei come lei. Non mi vuoi al tuo fianco>>.

Sono dispiaciuto, straziato dal suo stesso dolore.
Ma non gli importa.
Non dovevo decidere per lei.
Dovevo avvisarla.
Dargli la possibilità di replicare.
Invece no, ho scelto al posto suo e questo non lo accetta.

Scappa via.
Scappa dalla donna che l'ha messa al mondo.
Scappa da me e dal mio inganno.

Ho fatto tutto questo per lei.
Per vedere il suo sorriso diventare sempre più grande.
Però mi aspettavo la sua reazione.
Sapevo che non l'avrebbe presa bene.
Sono stato uno stupido a pensare il contrario.
Lei ha bisogno di sua madre.
Ma dovevo parlargliene prima di prendere qualsiasi decisione.
Invece, non gli ho dato scelta.
Ho fatto ciò che ha fatto chiunque in tutta la sua vita.
Scegliere al posto suo.

Sono diventato in un attimo uno dei tanti.

E non riesco a fermarla.
Ha bisogno di stare lontano da me per un po.
Per riflettere e perdonarmi.

Un tempo che devo concedergli.
Anche se saperla lontano da me, mi trafigge l'anima.

E se non mi perdonasse???

Questo non l'ho messo in conto.
Ma penso che una possibilità di ricominciare e debita a tutti.

La signora Gómez è ancora davanti a me, mentre guarda scomparire la figlia senza fermarla.

Io gli devo i suoi spazi.
Lei perché lo fa.

<<Tornerà>>. Dico più a me stesso che a lei.

Annuisce, poco convinta.
Forse tornerà da me, ma non da lei.
Non dalla donna che l'ha abbandonata.

<<Tornerà>>. Cerco di frenare i suoi singhiozzi, prima di mettermi a piangere come un bambino.

Mentre, la donna si allontana, torno alla mia macchina.
Tiro un calcio alla ruota davanti con forza e rabbia.

Non mi sono mai sentito cosi inutile e imponente.

<<Maledizione>>. Impreco.

Vorrei prendermi a sberle da solo.
Ho fatto un bel pasticcio.

Perché amare fa fare cose stupide???

Perché si diventa stupidi insieme alle azioni che si compiono.
Perché non si pensa.
Quando ami una persona siamo cosi convinti di fare del giusto che perdiamo la percezione di ciò che lo è veramente.

Dovevo dargli la possibilità di scegliere, non farlo al suo posto.

<<Sono un idiota>>. Insulto me stesso. Per il mio gesto stupido.

Un gesto giusto.
Fatto per amore.
Per vederla sorridere.
Per dargli l'occasione di avere ciò che gli appartiene.
Non è mai troppo tardi per perdonare.

Lo penso.
Ma non l'ho fatto con mia madre.
Non gli ho permesso di avvicinarsi a me.
Non ho perdonato la sua fuga.
Ho dato la colpa a me stesso per averla persa insieme a mia sorella.
Ma posso recuperare.
Devo farlo.

Quando torno a casa.
Entro dall'ingresso senza far rumore, non voglio che mio padre si svegli e si accorga dell'assenza di Becky.
Lo affronterò l'indomani mattina con calma.
Salgo le scale e mi dirigo in camera mia.
Sono cosi stanco da buttarmi sul letto.
Ma nonostante tutto i miei occhi non hanno intenzione di chiudersi.

Il mio unico pensiero va a lei.
Il mio angelo.
La donna che amo follemente.
Quella che vorrei avere al mio fianco ora e sempre.

Invece, sono solo a contemplare il soffitto.
Immaginandola chissà dove, sola e spaventata.

Il mio cuore fa un balzo nel petto all'arrivo di un messaggio.

Kevin.

"Becky è qui in lacrime. Ma che diavolo le hai fatto??? E menomale che ti avevo avvisato. Stalle lontano. Non ha bisogno di te".

Parole forti a farmi scendere giù nell'abisso dei miei errori.
Devo tornare a riprendermela.

Fanculo l'attesa.
Io l'amo.
Lei lo deve sapere.

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