Prima tappa

67 1 0
                                    

Come sono arrivata in Cina non importa.
Sono qui ora.
Sola.
Mi aiuto con poco.
Studio i piccoli oggetti di questa stanza.
Sono in un tempio.
Circondata da monumenti buddisti.
In meditazione.
Qui tutto tace.

Il monaco Chang mi ha spiegato che per amarsi per acquistare la libertà necessaria, bisogna liberare se stessi dai pensieri.

Sono seduta.
Gambe incrociate.
Gomiti in aria.
Dita che formano un ok immaginario.

Ma non riesco a spegnere il cervello.
Proprio non riesco a stare ad occhi chiusi.
Il buddha di fronte a me è magnifico.

Sono troppo curiosa di ciò che mi circonda per spegnere la mente.

Il monaco Chang mi ha lasciata qui a meditare.

Dovrei partire dall'inizio.

Perché sono qui?

Sono qui perché stavo per rimanere schiacciata dai miei stessi pensieri.
Sono qui perché la mia mente non ha modo di riposare.
Sono qui per comporre il primo tassello.

Il primo passo verso una nuova me.
Una nuova me che conosce il proprio io interiore.

Eppure sono settimane che sono qui.
E non ho concluso niente.
Sono ancora immersa nello sconforto.
E non trovo risposte alle mie domande.

Non ho mai avuto il coraggio di andare avanti.
Mi sono fermata nella casa famiglia pensando che quello fosse il mio posto nel mondo.

Ma ora che sono qui.
Che lavoro su me stessa.
Mi sembra di aver solo sprecato il mio tempo.

La casa famiglia non è il mio posto.
Il mio posto è tra la gente.
Dimostrare ciò che sono.
La mia musica mi farà sconfinare.

E ora che ci penso non ho neanche la mia chitarra.
L'ho lasciata da Nickelous.
Pensavo di riprenderla prima di partire.
Ma non l'ho fatto.
Avrei incontrato Nick.
Non sarei partita, ne sono certa.
Mi avrebbe fermato.

Tutto di lui lo avrebbe fatto.
Ma io ho bisogno di questa lontananza.
Lo devo a me stessa.

Chang fa ingresso nella stanza.
Il suo viso tranquillo, mi irrigidisce.

<<Ancora nulla signorina Becky?>>. Dice con tono ancora più pacato.

<<Nulla>>. Rispondo sconfitta.

La stessa espressione di ogni giorno.
Lo stesso sconforto di non riuscirci.

Si siede accanto a me.
Assume la sua posizione.
E poi inizia a parlare, con gli occhi chiusi come se non fosse li al mio fianco, ma trasportato in un'altra dimensione.

<<Chiudi gli occhi, fatti afferrare dal buio, contempla il silenzio...>>.

Faccio come dice, ma duro meno di sue secondi, perché inizio a sbirciare aprendo un po l'occhio destro.

<<Signorina Becky, gli occhi devono stare chiusi>>. Mi rimprovera.

Come abbia fatto a vedermi è un mistero.
Visto che lui sta seguendo alla lettera ciò che ha detto.

Richiudo gli occhi, e cerco di concentrarmi.

Il buio, fisso quel buio.

<<Saprà che ha funzionato solo quando alla fine di quel buio vedrai una luce, non sono tenuto a dirti cosa succederà. Insisti e ci riuscirai>>.

In queste ultime settimane non si è mai seduto al mio fianco.
Non ha mai meditato con me.
Questo vuol dire che vuole veramente aiutarmi.

<<Una luce accecante apparirà ai suoi occhi, la voglia di rinascere e scoprire il proprio io interiore è davanti a te, devi solo afferrarla. Cogli l'attimo. Guarda, percepisci, dimostra che ce la puoi fare>>. Ancora cerca di aiutare un caso umano.

Sento il corpo leggero.
La mente vuota.
Ci sto riuscendo, o stavo per riuscirci quando la mia euforia mi ha riempito di nuovo la testa di pensieri.

Mi alzo arrabbiata.
Battendo i pugni sui miei jeans.

<<Non ci riesco>>. Grido al vuoto.
Chang è sparito.
Il suo apparire e scomparire in silenzio mi fa pensare che non sia normale.

Riesce a fluttuare in aria quando medita.
Alle volte sono convinta anche che mi legga nel pensiero.
Quando parlo con me stessa, lui risponde senza che io apra bocca.
È inquietante, ma anche incoraggiante.

Devo riuscirci.
Cavolo, perché è cosi difficile spegnere la confusione che ho in testa?

Riprendo la mia posizione sbuffando.
Devo riuscirci.
Non posso fallire.

Anche perché da questa sera inizia il voto del silenzio, nessuno potrà parlare per un mese intero, e devo andare via di qui, prima che il silenzio si impadronisca di me e non riesca più a comunicare con Chang.

Questa volta convinta, chiudo gli occhi.
Respiro profondamente.
Il buio mi avvolge.
Mi prende per mano.
I pensieri si allontanano.
La mente diventa leggera.
Cammino a passo nel buio.
Il nero, il colore della morte, disperazione, solitudine, odio e peccato.

La luce bianca che appare davanti a me.
Porto le mani davanti agli occhi, è troppo forte.
Gli vado incontro.
Afferrala, ha detto Chang.

Trovo una porta.
La maniglia al tatto non è fredda e neanche calda.
Apro la porta.

Davanti a me uno specchio.
In silenzio chiudo la porta alle mie spalle.
Osservo attentamente il mio riflesso.
Che inizia a muoversi, ma io sono ferma immobile.

Parla.
"Io sono Becky Gómez, la figlia del sole, la sorella della luna. L'amica della terra. Aspetta, percorri, indaga. Ritorna quando sei pronta, non è questo il primo tassello. Segui l'istinto quello ti guiderà".

La luce scompare, con se anche il buio.
Faccio fatica a riaprire gli occhi, la luce mi ha accecata.
Non vedo.
La mia vista è appannata.
Come se un velo trasparente si fosse appoggiato sui miei occhi.
Vedo ombre che si muovono. Ma nulla di concreto.

Che succede sono morta???

Invisibile!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora