Sono cieca

67 1 0
                                    

<<Sono cieca>>. Non riesco a muovermi.
Ma sento la presenza di qualcuno di fronte a me che non riesco a vedere.

<<Non sei morta. Sei venuta qui per ritrovare te stessa e per farlo non devi vedere con gli occhi ma usare l'udito per ascoltare cosa il tuo cuore ha da dirti. Non devi parlare con la bocca ma ascoltare solo la voce che hai dentro. Questo ti farà ritrovare i tuoi pezzi, non il giro nel mondo, non la scoperta>>.

Questo è tutto pazzo mi ha accecata lui???

<<Non sono pazzo. Sei venuta qui chiedendo aiuto. Ti sto dando il mio aiuto. Devi solo trovare ciò che hai perso. Solo in quel momento riacquisterai la vista>>.

Cazzo mi legge nel pensiero. Lo sapevo che non stavo impazzendo.

<<Continui a riempire la tua testa di pensieri e non focalizzare il tuo obbiettivo>>. Mi riprende.

Mi scuote dai miei pensieri.

<<Ora ti porto in camera tua, mangerai e ti metterai a studiare te stessa>>. Afferra il mio braccio.

Mi aiuta ad alzarmi.
Cammino mentre lui mi trasporta.

Non mi lascerà andare se non risolvo il mio enigma.

<<Smettila>>. Mi ammonisce ancora, mentre mi lascia sul materasso.

Qui è come essere alla casa famiglia.
Non c'è rete, solo un materasso poggiato a terra.
Non ci sono mobili.
Questo lo so, perché sono qui da settimane.
Se fossi già arrivata cieca non lo saprei.

Mi manca già vedere.
E non vedo solo da poco tempo, non oso immaginare chi non ha mai avuto la vista, o l'ha persa in maniera permanente.

Ma sto ancora pensando.
Devo liberare la mente.

Lo faccio.
Ma prima mangio ciò che Chang mi ha portato in camera, mettendomelo sotto il naso.
In modo da sentire l'odore.
Penso di aver combinato un macello.
Le mani immerse nel piatto, nella zuppa calda che ha provocato lievi scottature alle mie dita.
Il cucchiaio utilizzato dopo è stato quasi inutile visto che il brodo mi è caduto sui vestiti.
Sicuramente ho sporcato anche le lenzuola.
Mi sa che dovrò dormire in questo schifo.
Non posso più parlare.
Ho il voto del silenzio come i monaci.
E non vedo, non posso chiedere.
Devo cercare di utilizzare gli altri sensi per poter almeno dormire decentemente in lenzuola pulite.
Mi alzo cercando di sollevare il vassoio in modo da non far cadere altro.
Ma inutilmente, visto che sento il rumore del piatto che cade a terra, rompendosi in mille pezzi.
Impreco mentalmente. Abbassandomi per raccogliere i cocci.
Mi taglio.
Impreco di nuovo.
Questo è un incubo.
Porto il dito in bocca, per succhiare il sangue.
Fermarlo con la mia saliva.

Sento delle mani.
Nessun suono.
I cocci raccolti.
Le lenzuola pulite.
Mi accompagnano mani, che hanno ricomposto il mio casino.

Non sono le mani di Chang.
Ma non posso neanche parlare per chiederglielo.
Sento il telefono che mi ha lasciato Kevin vibrare.
L'unico che sa che sono qui.
Ci sentiamo almeno una volta al giorno.
Ma ora che non vedo non posso neanche scrivergli un messaggio come ogni sera.
Colui che mi ha messo a letto, ora è seduto ai piedi del materasso.
Sento il suo peso.

Vorrei proprio sapere chi è.

Ma devo liberare la mente.
Dimenticare anche chi ho di fronte.
Nessuno mi farà del male.
Lo sento.

Invisibile!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora