Nickelous: paura di perderla

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Quanto conta il tempo?
Conta quando hai davanti la persona che ami?
Quando il cuore batte cosi forte solo a guardarla?

Ha gli occhi chiusi.
E il tempo non conta.
Non conta quando la guardo.
Quando ho solo voglia di vederla tornare da me.

I suoi occhi tremano.
Sta sognando?
Cosa gli succede?

Mi avvicino lentamente afferrando la sua mano.
È calda troppo per essere nella normalità.
Con la mano libera, poggio il palmo sulla sua fronte.
Bolle come se fosse acqua su una pentola messa sul fuoco.
Non è normale, ha la febbre.
E vista la sua temperatura deve essere anche alta.

Mi alzo scuotendo la testa.
Cosa devo fare?
Mi guardo intorno e trovo la bacinella che ho utilizzato prima per pulire insieme ad uno straccio.
A passi veloci raggiungo il bagno e riempio la bacinella d'acqua.
Prendo un fazzoletto di stoffa che ho nella valigia e lo immergo dentro.
Mi avvicino di nuovo al letto, inginocchiandomi al suo fianco.
Ricordo che mia mamma da piccolo quando avevo la febbre, bagnava un fazzoletto nell'acqua fredda e lo metteva sulla mia fronte.
Faccio lo stesso con Becky.
Sembra tremare ogni volta che la mia mano sfiora la sua pelle.
La copro al meglio con il piumone.
Ma non è abbastanza.

Faccio su e giù per la stanza cercando dentro di me.
Devo fare qualcosa.

Mi avvicino di nuovo al letto sollevo il piumone dal suo corpo e gli tolgo gli indumenti che indossa lasciandola solo in intimo.
Faccio lo stesso su di me.
Mi infilo lentamente sotto il piumone e la stringo più forte che posso.
Dicono che la temperatura corporea fa passare il freddo.

Il tutto lo faccio lentamente senza che lei si svegli.
Anche se non sembra dormire.
Sembra quasi immobile.
Sento il suo cuore battere velocemente.
Non so se la mia presenza può entrare nei suoi sogni.
Ma sicuramente la sua è nella mia realtà.

Lei non è consapevole di quanto sia bella.
Di quanto mi piace vederla sorridere.
Di quanto la sua tenerezza alleggerisca il mio cuore a pezzi.

Ho bisogno di lei nella mia vita.
E tenerla stretta al mio corpo lo rende ancora più reale.

Non è un sogno.
È semplice realtà.
La mia realtà sono i suoi occhi.
I suoi movimenti lenti mentre mi stringe a se, senza esserne consapevole.

Vorrei si svegliasse solo per dirgli quanto mi è mancata e quanto è bello rivederla.

Lei non lo sa quanto mi faccia felice.
Quanto riempie le mie giornate, con i suoi modi strani di fare.

Devo combattere contro me stesso per non interrompere il suo studio su se stessa.
Lottare contro l'impulso di baciarla.
Di sentire le sue labbra soffici sulle mie.
Sembra un angelo.
Un angelo venuto sulla terra per redimermi.
Si perché è questo che ha fatto.
Mi ha portato alla luce.
Lontano dal buio che circondava le mie giornate.

Sono riuscito a perdonare me stesso.
A mettere da parte i sensi di colpa.

E ora sono qui.
Che non aspetto altro che chiedergli scusa.
Non so se accetterà le mie scuse.
Ma farò di tutto per avere il suo perdono.
Anche aspettare un eternità.

Mi ha salvato.
È stata la mia cura dal primo giorno che entrata in casa mia.

La prima sera credevo di impazzire.

Nonostante la mia aggressività nei suoi confronti. Lei era lì.
Ad un passo dalla mia stanza.
Ad un passo da me.
Il mio letto aveva ancora il suo profumo.
E poggiandomi sul materasso non solo lo sentivo ma ne ero impregnato.

Non era il profumo dolce che usano le ragazze.
Non era il solito odore che fa perdere la testa ai ragazzi.
Non era il profumo di pulito.

Il suo profumo era fatto di polvere.
L'odore del fango e della pioggia.
L'odore di strada e di smog.

Ma era il suo profumo e non mi permetteva di dormire.
Avrei dovuto togliere le lenzuola ma non ho voluto.
Perché nonostante quell'odore mi faceva impazzire e mi dava alla nausea, era il suo profumo.
Il profumo della mia orfanella.

Per questo sono uscito fuori.
Per questo ho suonato con lei.
Perché dal primo momento mi ha aperto una strada.
Un varco diverso da quelli che avevo visto in passato.
Lei e la sua insicurezza.
Lei e la sua instabilità.

Era molto in quel momento per me.
E lo è tutt'ora.
Non ha importanza il suo stato sociale.
Non importa la sua provenienza.

Avevamo qualcosa in comune, nonostante le persone che ci circondavano eravamo soli.
Gli invisibili.

E insieme non sentiamo il peso del mondo.
Insieme possiamo combattere le nostre paure.
Ne ero sicuro allora e ne ho la certezza adesso.

Il suo cuore.
Non lo sento.
Ha rallentato fino a fermarsi del tutto.
Il suo corpo non è più caldo, ma freddo come il ghiaccio.

Sta andando via da me.

<<Chang qualcosa non va... Non respira>>.

Urlo più forte che posso.

Ora ho paura... Paura di perderla.

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