~ Niente è come sembra ~

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Caldo asfissiante, nonostante fossimo già a metà settembre, l'aria era palesemente secca e arida. In campo, a rigirare la palla tra le mani, aspettavo di trovare la forza per alzarmi e giocare almeno un po'. Non che m'importasse tanto ma sentivo il bisogno di sfogarmi e non è capivo il motivo. La vita da matricola stava iniziando ed io era felicissimo. Tutto stava andando per il verso che sperai: amici, compagni nuovi e un coinquilino con la C maiuscola. C'era solo una cosa che non tolleravo: chiunque dicesse che gli piacevano gli uomini. Almeno fino a quando tutto, della mia mera e stupida convinzione, cambiò totalmente. In lontananza vidi arrivare colui che era diventato il mio migliore amico; anche se lo trattavo di merda il più delle volte, era sempre rimasto al mio fianco e cosi anche io.
- Hai deciso proprio di battere la fiacca? - disse rubandomi la palla. Sbuffai pesantemente: - Fa troppo caldo, anche il solo pensare mi butta giù. - risposi spostando di poco la maglietta. - Ancora mi chiedo come hai fatto a diventare il capo di una squadra che nemmeno t'interessa. - rispose scuotendo la testa. Feci un sorriso sornione, ammiccando: - Perché non c'è nessuno cosi bello come me. - i suoi occhi si spalancarono ed io risi divertito.
- Aigo, che sfacciato. - disse accompagnando la frase con una smorfia di disgusto. - Ad ogni modo, c'è qualcosa che devo dirti. - e nel espormi questa frase, il suo viso cambiò espressione. Turbamento accompagnato da un senso di smarrimento. Corrugai la fronte: - Cosa c'è? - domandai aspettando impaziente. Lo sentii sospirare: - Si tratta del tuo compagno di stanza. - non mi piacque. Adoravo il mio compagno di stanza: era bello sotto tutti i punti di vista, educato, gentile ed ero certo che fosse il compagno che tutti avrebbe voluto in camera. Cosa poteva essere accaduto da far tenere quell'espressione sul viso di Taehyung? - Per favore, non dare di matto ok? - strinsi i pugni, mi stava innervosendo. - Ti sbrighi a parlare? - si grattò la nuca e, allontanandosi un po: - Il tuo compagno di stanza... è gay. -

Sapere che la persona che divideva la stanza con me potesse esserlo, mi faceva diventare una bestia. - Cosa hai detto? - dissi a denti stretti alzandomi dalla panchina.
- Yoongishi, per favore. - cercò di calmarmi. Anche a Tae piacevano gli uomini ma lui era il mio Tae, non era come tutti gli altri. Pensandoci, con il senno di poi, ero contraddittorio perfino con me stesso.  - Per favore un cazzo! - dissi, cominciando a fare strada verso il mio dormitorio: - Yoongi per favore, prima di fare qualsiasi cosa pensaci. - mi disse fermandomi per un braccio. Lo scuotei violentemente, in quel momento non volevo sentire ragione, era come se, quella persona che mi piaceva tanto, mi avesse preso in giro. Lasciai un Taehyung preoccupato raggiungendo la mia camera. Non c'era, probabilmente era a lezione ma sapevo che a breve sarebbe rientrato. Quando sentii la porta aprirsi la mia gamba cominciò a tremare, non sapevo il perché ma ero nervoso e per i motivi sbagliati. - Oh, Yoongi, sei già rientrato? - disse con disinvoltura. Quella voce squillante, a cui mi ero abituato, parve trafiggermi come un lama. - Ho portato qualcosa da mangiare, condividiamo? - chiese ed io strinsi la mascella. - Ho bisogno di farti una domanda. - dissi, alzandomi. Corrugò la fronte ed io non riuscii a guardarlo in faccia, che cazzo avevo che non andava?
- Sei gay?- l'aria nella stanza divenne gelida, quando lo guardai in viso, fu come se l'avessi colpito dritto sul naso. Deglutì cambiando espressione: - E allora? - disse sostenendo il mio sguardo, aveva anche più coraggio di me.
- Be non mi sta bene dividere la camera con te. - parve diventare triste, come se ci tenesse ad avermi come suo compagno di camera. - Cosa vuoi che me ne importa? - le parole non corrispondevano ai suoi reali sentimenti, mi sentii nuovamente tradito. - A me importa e o tu o io dobbiamo andare via. - entrambi serrammo la mascella.

- Non sono io quello bigotto ed ignorante, quindi se vuoi puoi anche sparire. - rispose. Eravamo vicini, troppo. Riuscivo a sentire il suo profumo e smettendo di respirare mi allontanai da lui. - Devi lasciare la stanza. - ripetei, prendendo di nuovo coscienza di me. - Non credo proprio, ti toccherà dividere la camera con uno come me. - disse facendo finta di attaccare. Mi trovai ad essere pronto a qualsiasi evenienza ma, superandomi, uscì dalla stanza. Diedi un pugno all'aria, troppo nervoso per poter fare qualcosa. Volevo davvero iniziare una guerra con il compagno di stanza proprio adesso che la vita da universitario stava cominciando? Mi dissi di si ma non ero per niente pronto a ciò che sarebbe accaduto. - Davvero vuoi trasferirti? Pensi che troverai qualcuno che sia disposto a farlo? - Tae e la sua conoscenza del mondo. In quel momento ero accecato dalla rabbia, rabbia che non comprendevo a pieno, quindi qualsiasi cosa avesse da dirmi, non ascoltavo come avrei dovuto. - Qualcuno ci sarà, siamo agli inizi. - dissi cercando di convincere anche me. - Come vuoi che ti aiuti? - Tae si arrendeva facilmente ed era anche questo che mi piaceva di lui. Chiesi al signore che si occupava del dormitorio, la sua risposta fu che non poteva aiutarmi a meno che avessi presentato delle prove valide. Vecchio babbano senza cervello. - Yoongishi, guardami negli occhi. - mi chiese Tae  quando la mia ricerca di un sostituto era risultata vana. Feci quello che mi chiese:
- Cosa ha di diverso Hoseok da me? - domandò ed io sapevo che non aveva nulla, tranne come mi faceva sentire. - Non c'è termine di paragone TaeTae. - mentii. Sapeva che avevo detto una bugia, mi conosceva perfettamente. - Posso riconoscere una falsità anche bendato e con le orecchie chiuse. - rispose, dandomi uno scappellotto.

- Avrebbe dovuto dirmelo. - fu l'unica risposta che riuscii a dare. - Ti pare che ognuno vada a dire al prossimo che è gay cosi per sport? - chiese nuovamente.
- Tu l'hai fatto. - dissi cercando di togliermi quel peso fastidioso sulle spalle. - Da quanto ci conosciamo? - troppo tempo. Dai tempi dell'asilo e nonostante questo, nemmeno lui era a conoscenza di tutto. - Dopo quanto tempo ti ho detto che mi piacevi? - non aspettò che rispondessi ed io fui catapultato indietro nel tempo.
"Avremmo avuto almeno 10 o 11 anni, non ricordo bene l'età. Giocavamo in giardino come sempre e rincorrerci e farci il solletico. Quando caddi addosso a Tae, lui rise fino a fermarsi mentre io ero immobile e con una strana sensazione nel petto. - Mi piaci Yoongishi. - disse con quella vocina delicata. Io rimasi spiazzato e sbattendo pesantemente le palpebre non proferii parola. Mi avvicinai al suo viso e, dandogli un bacio a stampo, risposi che anche lui piaceva a me. Sorrise, era bello quando lo faceva: - Tu mi piaci diversamente. Ma va bene cosi. - Non compresi subito le sue parole e quando mi spiegò tutto, gli chiesi scusa del mio gesto sconsiderato. Da quel momento diventammo ancora più stretti."
- Taehyung, è diverso. Sei come un fratello per me e anche se non comprendi le mie parole, non voglio avere niente a che fare con lui. - risposi sperando che tagliasse li il discorso. Vero o no, avevo addosso pensieri contrastanti e già nella mia mente, ideavo un qualsiasi tipo di piano per far si che Hoseok andasse via dalla stanza. Non sarebbe stato facile, soprattutto, non avrei avuto esattamente quello che desideravo o forse si.











Ed ecco un'altra bimba di casa MinJung. Mi è venuta l'ispirazione guardando un bellissimo BL di cui mi sono follemente innamorata.
Spero vi piaccia e non posso che augurarvi buona lettura. 💜

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