~ Fai di me ciò che vuoi ~

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Nel silenzio di quella stanza, complice e testimone di quello che eravamo io e Hoseok; confessai quello che portavo nel cuore ma che non avevo mai avuto il coraggio di dire ad alta voce. L'essere arrivato quasi a farlo con quella ragazza, mi fece capire che non potevo accettare che qualcuno diverso da me, potesse toccare il mio Hoseok. Non era vero che non era mai stato arrabbiato con me ma, l'amore che provava quel ragazzo, era talmente immenso da sopportare un coglione come me. Però mi aveva perdonato, ancora, ed io promisi a me stesso che niente ci avrebbe diviso da quel momento in poi. - Adesso, mi appartieni. - sussurrò, potevo sentirlo; stava sorridendo. Mi alzai il busto ritrovandomi di fronte al suo viso, guardai in quegli occhi meravigliosi: - Sei tu che appartieni a me. - risposi sicuro delle mie parole. Nessuno si sarebbe più avvicinato a lui. - Ho intenzione di non lasciarti andare mai più. - continuai e quel sorriso, quello splendido sorriso che avevo imparato ad amare, si fece prepotente sul suo volto e il mio cuore scoppiò. - In verità, ti appartenevo già da tempo. - disse ed io deglutii. Avvicinandomi al suo viso, baciai ogni parte che ne comprendeva, ridacchio ed era il suono più bello che avessi mai sentito. - Usi questo modo per fare pace con me? - chiese. Guardai nuovamente i suoi occhi, lune scure nei quali potevo perdermi: - È l'unico modo che conosco. - risposi e le sue labbra raggiunsero le mie.

Sentii le mani di Hoseok intrufolarsi dentro la maglietta, lava incandescente per la mia pelle già abbastanza provata. Tenni gli occhi aperti, avevo paura che se li avessi chiusi, tutto potesse essere un sogno. Si mise in ginocchio e, delicatamente, mi privò sia della giacca che della maglia. Quella volta non mi sentii in imbarazzo; quella volta volevo che mi guardasse, che sapesse quanto lo volevo. Anche se ero certo, l'aveva capito ancora prima di me. Sfilai la sua maglia troppo scollata, meno male che la usava come pigiama. Il suo corpo era incantevole. Addominali scolpiti, pelle liscia e morbida. Perfetto sotto tanti punti di vista. - Ti piace quello che vedi? - mi chiese ed io alzai gli occhi verso i suoi. - Da sempre. - risposi, ed era vero. Sorrise imbarazzato: - È la prima volta che mi guardi così. - sussurrò. Il tono con cui lo disse, parve triste. Mi spinsi verso di lui, facendo aderire i nostri corpi: una mano raggiunse il suo fianco mentre l'altra, andò a coprire la sua nuca. - Prometto di guardarti così per sempre. - ed i suoi occhi divennero talmente lucidi da potermi vedere attraverso; è quello che vidi mi piacque da morire. Accorciai le distanze baciando, nuovamente, quelle labbra incantevoli. Erano calde, morbide e mie. Quella sensazione invase totalmente il mio corpo e la mia mente. Hoseok era diventato mio ancora prima che i miei occhi si posassero davvero su di lui; il fatto che egli stesso l'avesse detto ad alta voce, mi dava solo la conferma che, Hobie mi guardava in silenzio da tempo e mi aveva sempre portato rispetto. Sentii di amare al 100% quel ragazzo che mi aveva donato il suo cuore. Mi spinse delicatamente verso il basso, una gamba in mezzo alle mie, i nostri bacini ci toccarono ed ebbi una scossa. Nonostante non fosse la prima volta, ammettere di essere innamorato di lui mi fece sentire delle nuove e incantevoli emozioni. Neanche con una donna avevo mai sentito niente del genere. Era sempre stato solo sesso, qualcosa di fisico. Hoseok era carnale, lussurioso, casto, immateriale tutto nello stesso momento. 

Le sue mani toccavano, esperte, ogni parte del mio corpo ed io, esplorai il suo; sentendolo per la prima volta. Ogni terminazione nervosa dei miei polpastrelli, mi stava donando un'infinita di fuochi d'artificio che, contemporaneamente, scoppiavano nella mia testa. - Sono tuo. - gemetti e il mio ragazzo, perse ogni pudore. Entrambi nudi, offrimmo all'altro quello che i nostri cuori sentivano e non avevo mai fatto l'amore in quel modo. Seduto con la schiena appoggiata al suo letto, io avevo la testa sul suo addome; quelle splendide mani, carezzavano piano i miei capelli. - Ho detto ad Eun che non volevo più vederla. - dissi piano. Abbassò gli occhi verso i miei, stava ascoltando quello che avevo da dirgli. Mi piaceva anche questo di lui, quando parlavo, mi prestava davvero attenzione. - Ho cancellato ogni cosa potesse mettermi in contatto con lei. - continuai. Le sue mani, giocavano con i miei capelli mentre gli occhi di Hoseok, erano fissi nei miei. - Le ho anche detto che di avere il ragazzo. - e quella informazione, sgranò gli occhi. Distolse lo sguardo e non ne capii bene il motivo: - Mi ha dato uno schiaffo che ancora adesso mi fa male la guancia. - finii e lui fece mezzo sorriso. Corrugai la fronte: - C'è qualcosa che non va? - chiesi preoccupato. Nonostante mi avesse detto tutto quelle cose, avevo il costante terrore che non fosse vero. Lo sentii sospirare: - Quando sono tornato in camera, avevo deciso di chiudere con te. - disse ed io aprii la bocca sorpreso. Il dolore che sentii fu vero e pesante: - Non volevi più vedermi? - chiesi, a mezza voce. Finalmente, i suoi occhi, si fissarono nei miei; sperai di cogliere ogni parola muta che stavano nascondendo: - Ho avuto il terrore che, prima o poi, me l'avessi detto tu. - e sentire la tristezza nella sua voce parve aprirmi una voragine dritta sul petto. - Miane. - sussurrai. - Prometto di non fare più il coglione. - finii e lui sorrise. - Ti andrebbe di trasferirci fuori dal campus? - chiese ad un tratto. Corrugai la fronte: - Perché vorresti trasferirti? - e se non avessi chiesto era meglio. Il suo sguardo, si fece languido, era dannatamente sexy: - Mi piacerebbe sentirti urlare senza che ti trattieni. - rispose ed io sgranai gli occhi voltando lo sguardo altrove. - Sei cosi impertinente. - dissi, con il viso in fiamme. Rise, tremava cosi tanto che la mia testa non la smetteva di stare ferma: - Dico sul serio, voglio andare via di qui e viverti senza preoccupazione alcuna. - concluse, giocando ancora con i miei capelli. Non gli risposi, entrambi sapevamo cosa stessi pensando. - Sembri una persona gelosa. - dissi, non era una domanda. Vederlo incazzato, quando seppe che uscivo con un'altra persona, aveva reso chiare le sue idee. - Non immagini quanto. - disse, girando il mio viso verso di lui. - Ti va lo stesso di uscire con questa persona cosi gelosa? - e chiedeva pure? - Puoi fare a modo tuo con me, tu cosa dici? - e, di nuovo, quello sguardo pieno di lussuria mi trafisse. Deglutii: - Allora posso fare a modo mio per tutta la notte? - chiese, avvicinandosi pericolosamente. Passai la lingua sul labbro, sorridendo: - Fai un po' come ti pare. - risposi e la sua bocca fu subito sulla mia.

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