~ Non voglio essere cosi ~

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Ero di nuovo sotto i riflettori. Nuovamente le persone mi guardavano dall'alto al basso, facendo congetture, dando giudizi senza conoscere la verità. Quando arrivai in classe, Taehyung mi stava aspettando con quello sguardo pieno di comprensione, nonostante non conoscesse la verità, mi avrebbe comunque sostenuto. Non me lo meritavo. - Mi dispiace per quello che ti hanno fatto. - disse Wohno ed io feci un mezzo sorriso. La pensava come me? Non lo sapevo e onestamente non mi interessava. - Perché non chiedi scusa e finiamo questo teatrino? - chiese Tae e sapevo che lo faceva per una causa diversa.
- Non ho niente di cui scusarmi. Non capisco perché le persone pensano di poter fare come gli pare. - si erano avvicinati. Mi avevano toccato, avevano alluso cose che non stavano né in cielo né in terra, offendendo anche colui che voleva che chiedessi scusa. Non esisteva, non avrei chiesto scusa a nessuno neanche se mi avessero cacciato dall'università. Tae non replicò e quando finì la lezione tornai subito in camera, lui non c'era e mi sentii ancora più solo. Dopo la doccia, mi sedetti nel mio letto, in silenzio, senza computer o telefono a farmi vedere ancora quanto odio stavo ricevendo. Un po' me lo meritavo, pensai che il karma mi avesse punito per aver trattato male l'unica persona che non mi aveva fatto nulla. La porta si aprì, la sua figura minuta entrò dalla stanza ed io volevo che mi abbracciasse. - Come stai? - chiese piano, lo sguardo preoccupato. Perché? Perché doveva per forza occuparsi di me? - Da che parte stai? - gli chiesi anche se sapevo già la risposta. Era sorpreso da quella domanda: - Quella della tua specie o quella che ascolta prima di accusare? - chiesi nuovamente e quello che fece mi spiazzò. Lasciò cadere la borsa avvicinandosi a me. Non ero preparato, istintivamente mi allontanai.
- Parlami. - disse ed il mio cuore stava perdendo battiti. Potevo? Dovevo? Avrebbe cambiato idea su di me? - Non mi stare cosi vicino. - risposi ma dalla sua espressione, niente di quello che avrei detto gli avrebbe fatto cambiare idea. - Smettila di fare lo stronzo, Yoongi. Non ti farò niente. - disse ed io mi alzai. Non potevo, mi avrebbe odiato ancora di più e quel che era peggio, avrebbe provato pena per me. Cercai di raggiungere la porta ma non ci riuscii. Le sue braccia calde, avvolsero il mio corpo: - Hoseok. - perché non lo stavo respingendo? Perché gli permettevo di toccarmi? - Dimmi cosa è successo. Parla con me Yoongi, per favore. -

Mi stava implorando, il ragazzo che avevo ferito in più modi, mi stava implorando. Mi arresi, a lui, alle sue attenzioni a me stesso e piansi. Piansi sulle sue spalle fino a non averne più. Fino a sentire una specie di calore nel petto di cui non conoscevo l'esistenza. Mi trascinò sul letto, avevo ancora le mie braccia avvolte alla sua vita e mi dissi che volevo stare li. - Vuoi che ti faccia qualcosa di caldo? - chiese quando decisi di lasciarlo andare. Strinsi la sua maglia e lui capì di rimanere dov'era. - Avevo tredici anni. Avevo fatto amicizia con un ragazzo della mia scuola. - iniziai. Ogni immagine tornò vivida a ferirmi ancora. - Non era solo un amicizia ma eravamo innocenti e non ero sicuro di quello che volevo. Un pomeriggio l'ho invitai a casa mia e tra uno scherzo ed un altro, cominciammo a baciarci. - deglutii. Hoseok era li, che mi teneva per mano senza proferire parola. - Entrò mio padre, lo cacciò di casa non prima di avergli dato un pugno in pieno viso. - la sua maledetta voce. Mi avrebbe fatto sempre venire la nausea il solo ricordo. - "Sei frocio brutto coglione?" Mi disse sputandomi addosso. Cercai di spiegare ma non mi diede il tempo. - il mio respiro si fece più accelerato, riuscivo a percepire le sue sudice mani su di me. - "Ti faccio vedere io com'è!" e se avessi compreso quelle maledette parole forse avrei avuto il coraggio di scappare. - non riuscivo a guardarlo in faccia, non volevo vedere il disgusto sul suo volto. - Mi portò in camera e chiudendomi le mani con la cinta mi fece davvero vedere come fosse. - nuovamente, le braccia di Hoseok mi avvolsero, stava piangendo. - Non dire più niente. - sussurrò ed io lo abbracciai a mia volta. Mi addormentai tra quelle braccia che mi facevano sentire al sicuro; per la prima volta, dopo Taehyung, le braccia di un ragazzo non mi facevano sentire sporco. L' indomani mi svegliai ed Hoseok non era in camera, quasi mi sentii sollevato, non avevo certezza di come avrei reagito. Dopo quello che era successo nella doccia, sapere il perché del mio atteggiamento, probabilmente lo aveva fatto allontanare del tutto e sentii un vuoto che non mi piacque. Mi alzai con un gran male alla testa e sulla mia scrivania vidi un sacchetto con del mangiare e un bigliettino. "Mangia tutto, spero che sia ancora caldo." Esattamente come con Tae, non mi meritavo Jung Hoseok. Mangiai tutto e andai dove mi aspettava il mio migliore amico.

- Sembri diverso. - disse ed io lo colpii.
- Aigo, che ho detto di male? - disse mentre si massaggiava il braccio. Il telefono cominciò a suonare e quando vidi un numero sconosciuto corrugai la fronte. - Ne?- all'altro capo della cornetta c'era il rettore dell'università. Chiusi la chiamata stringendo la mandibola. - Devo andare nell'ufficio del rettore. - dissi a Tae e lui non ebbe parole da dedicarmi. Un'ora, avevo passato un'ora a spiegare quello che era successo e il perché della mia reazione; quando uscii da quella stanza gli stessi che avevano pubblicato la mia foto senza permesso, mi stavano aspettando. Li guardai con disprezzo lasciandoli li; mi seguirono fin fuori l'università. - Ancora non ti scusi? - disse uno di loro, avevo il bellissimo desiderio di spaccargli la faccia. - Non devo dividere niente con voi mi dispiace già respirare la vostra stessa aria. - dissi e i loro visi parvero accusare il colpo. Stavano per dire qualcosa ma girai i tacchi e vidi Hoseok che piano, si avvicinava a noi. - Perché sei qui? - chiesi un po' in imbarazzo. - Devo parlare con quelle persone. Puoi andare se vuoi. - quei suoi occhi, erano talmente tanto chiari che potevi leggerci dentro. Me ne andai, in fondo non erano fatti miei quello che faceva. - Ti ha espulso? - chiese Tae preoccupato. Scossi la testa: - Mi ha fatto solo una ramanzina. - non era proprio vero ma poco importava quello che aveva da dire. - Ho visto Hoseok poco fa, come mai stava venendo verso di te? - domandò, la sua curiosità mi stava innervosendo. Sospirai guardandolo dritta in faccia: - Non ti sembra di stare diventando un tantino sfacciato? - domandai a mia volta e lui rise divertito. Stavo morendo di curiosità sul perché Hoseok avesse voluto parlare con loro. L'indomani, con delle scuse pubbliche, capii che avevano parlato di me. Che gli avesse raccontato tutto?

𝑻𝒉𝒆 𝑳𝒂𝒔𝒕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora