~ Ho spento il sole ~

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Quella notte si mise a piovere, la stessa notte che avevo lasciato l'unica fonte di luce che mi dava il respiro; la stessa che stava piangendo perché sapeva che una luna distorta gli aveva spento il sole. Scrissi un messaggio al mio migliore amico avvisandolo di tutto, di non lasciare il mio Hobie da solo perché l'avevo distrutto; non risposi alle infinite chiamate da parte di Tae cosi come non risposi ai messaggi che continuava a mandarmi. Era preoccupato ma come potevo dirgli quello che stava accadendo? Come potevo spiegare che il mio padre bastardo era tornato e mi aveva visto insieme al mio amore, che mi minacciava di ucciderlo se mi avesse visto di nuovo con lui. Dovevo proteggerlo, se non da me stesso almeno da quel figlio di puttana che ero costretto a chiamare padre; gli avrebbe fatto del male e n'ero più che certo. Presi una camera d'albergo, mi spogliai di quegli abiti zuppi anche per la poggia, portandomi sotto il getto dell'acqua calda; non lasciarmi. Anche avessi voluto sistemare tutto, non mi avrebbe perdonato mai più, non mi avrebbe preso di nuovo con se ed io mi sentii morire; tanto valeva dare a quell'animale quello che voleva. Mi addormentai con il mal di testa quella notte e la mattina fece ancora più male della sera precedente.

Lasciai che i giorni si susseguissero lontano da tutti e tutto, che lui non mi trovasse e che Hobie fosse salvo perché lontano da me; lo stesso Tae tenni fuori almeno per i primi giorni perché poi non so come, mi trovò. - Sei una fottuta testa di cazzo. Mi è venuta l'ulcera per colpa tua. - disse una volta che aprii la porta perché si era spacciato per il cameriere. Lo tirai a me con forza sbattendo la porta della stanza. - Ti ha seguito qualcuno? Ti avevo detto di starmi lontano. - mi guardò stranito ed aveva ragione. Tae non sapeva nulla, non gli avevo mai detto niente del perché divenni strano anche nei suoi riguardi e mi sentii cedere; dalla stanchezza, dal dolore incessante per una perdita che mi ero causato da solo. E parlai, raccontando tutto al mio migliore amico, ogni cosa anche le più insignificanti e se da un lato mi sentii libero; dall'altro sentii ancora di più il peso della sua assenza. - Porca puttana Yoongi. E Hobie non sa nulla? -  chiusi gli occhi mentre lui continuava ad accarezzarmi i capelli. Lo faceva sempre quando era agitato o voleva darmi conforto ed io lo lasciavo fare perché, in qualche modo, mi dava sollievo: - La prima parte... per il resto ho combinato un casino. -  gli occhi di Tae si posarono su di me. Fece un profondo respiro passando la dove c'era un piccolo fiume trasparente, erano giorni che piangevo, che non smettevo se non perché mi addormentavo stanco e stremato: - Gli ho detto che è un mostro, che mi faceva schifo e che lo volevo morto. - i suoi occhi distrutti erano l'unica cosa che vedevo ogni volta che chiudevo i miei. - Se c'è una cosa che ho potuto imparare in questi mesi su Hobie, è che non è stupido. Sapeva che avevi qualcosa che non andava ma è stato sempre rispettoso della tua decisione, non te lo meriti. - disse ed io gemetti piano ma non mi diede il tempo di replicare. - Non lo meriti ma è proprio per questo che quel ragazzo è adatto a te. Lo so è contorta la faccenda ma sono sicuro che una volta detta tutta la verità saprebbe perdonarti. -

Il punto era proprio questo, non doveva, io stesso non mi sarei più potuto avvicinare a lui perché rischiavo di fargli ancora più del male. Non replicai, lasciando che il mio migliore amico rimanesse con me, mi facesse mangiare in qualche modo e che mi desse un po' di sollievo in quei giorni bui e silenziosi. Ma anche lui doveva tornare alla sua vita, allo studio, al suo ragazzo non che amico di Hoseok che mi odiava. - Non sa nulla ed è normale che reagisca così, io stesso spaccherei la testa  ad Hobie se fosse stato il contrario. - chi non l'avrebbe fatto? Chi non avrebbe difeso il proprio fratello vedendolo in quello stato? E mi venne istintivo smettere di respirare, Seokjin, sarebbe venuto a cercare la mia testa se Hoseok fosse andato da lui. - L'hai visto? - Tae fece no con la testa sapendo già a chi mi stessi riferendo. - Jungkook mi ha detto che ha avvisato l'università della sua assenza e che è tornato dai suoi. Troppo per lui quella casa. - abbassai gli occhi. Il mio raggio di sole stava soffrendo per colpa mia e non potevo fare niente per alleviare quella sua sofferenza, se non tenerlo lontano; primo o poi mi avrebbe superato, sarebbe andato avanti e si sarebbe dimenticato di un bastardo che lo aveva distrutto conscio di quello che stava facendo. - Lo hai sempre sottovalutato, credi che non sarebbe in grado di sopportare una situazione del genere quando ha sopportato te per mesi. - sapevo cosa volesse fare il mio migliore amico. Ero conscio che il suo era un modo per farmi capire che avrei avuto bisogno di Hoseok per superare tutto e sapevo che sarebbe stato in grado di fronteggiare quell'animale di mio padre; ero io quello a non avere le forze. Perché sarei rimasto a guardare debole com'ero e lui non lo meritava, Hobie doveva vivere lontano da uno come me. - Non posso costringerti a fare nulla Yoongi, voglio solo che rivedi le tue priorità. Io vorrei avere il mio uomo accanto per superare qualsiasi tipo di tempesta ma. - si fermò, asciugando quella lacrima che continuava a scendere nonostante la cancellasse sempre. - Io non vado da nessuna cazzo di parte. - e nel dirlo sorrise come solo lui era capace di fare.

Passarono settimane, le stesse in cui non vidi nessuno se non Taehyung; mi portava i compiti, da mangiare e portava i vestiti in lavanderia. Ma dovetti tornare a casa perché stavo consumando tutti i miei risparmi, comunque Hoseok non ci sarebbe stato e non sarebbe tornato. Per la prima volta la sentii vuota, senza vita e sentii ancora di più la mancanza del mio amato Hobie. Il letto aveva ancora il suo odore, i vestiti che avevo lasciato per la fretta sapevano ancora di lui, portandomi a dormire con gli stessi attaccati al volto. Mi ero sempre bastato, avevo sempre fatto lo stronzo senza lasciare che nessuno entrasse nel mio mondo, scopando qualche ragazza che era solo di passaggio. Ma la mia vita senza Hoseok era divenuta spenta, grigia e senza più colori, lo stesso grigio era sbiadito quasi smorto; io lo ero senza di lui e mi sentii perso in quella casa che mi parve non appartenermi più. Erano vere quelle parole e per la prima volte le capii: Chi è causa del suo male pianga se stesso.

𝑻𝒉𝒆 𝑳𝒂𝒔𝒕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora