Hoseok mi spinse verso il letto facendomi cadere, sopra di me, toccava la mia pelle ardente. Sentivo il suo desiderio di me e i miei sentimenti verso di lui si stavano intensificando ancora di più. Non averlo visto per tre giorni mi aveva messo davanti alla consapevolezza che non potevo stare senza di lui. Le sue labbra si spostarono lungo tutta la mandibola, arrivando all'orecchio. Morse il lobo passandoci subito dopo la lingua ed io non potei reagire a quell'attacco. Gemetti sulla sua bocca, spingendo il mio bacino verso il suo. Mi fece alzare in modo da essere seduto con lui sopra di me; sfilò la camicia ed io feci lo stesso con la sua maglia. Il corpo di Hoseok era qualcosa che non si poteva descrivere a parole. Ogni aggettivo esistente non era sufficiente a farvi capire cosa fosse realmente il ragazzo seduto su di me. Si alzò, senza staccare gli occhi dai miei; sfilò il jeans e subito dopo il suo intimo. Il mio cuore già provato per i suoi continui attacchi, mi stava dicendo di essere al limite; iniziai a respirare poco più forte, sperando si calmasse. Lento, quasi fosse un'animale feroce pronto ad attaccare, si avvicinò; si sedette sui talloni allungando le sue bellissime mani verso di me. Tirò piano i miei boxer e alzando poco il bacino, permisi all'indumento di sfilarsi con facilità. La mano di Hoseok, si poggiò sul mio petto, non ero l'unico che sembrasse un vulcano; spinse piano facendomi indietreggiare, fino a toccare la spalliera del nostro letto. Deglutii, non sapevo cosa stesse facendo, era difficile capire come muovermi. Di nuovo, si mise cavalcioni su di me, la mia intimità strofinava con la sua ed era meraviglioso. Pelle contro pelle, calore contro calore, desiderio contro desiderio. Mi resi conto di quanto, improvvisamente, fosse diventato nervoso. Portai una mano sul suo viso, carezzandolo piano: - Ti amo Hoseok. - e fui colpito nuovamente da quanto vere fossero quelle parole. Lo vidi sgranare gli occhi, come se non si aspettasse che lo dicessi ad alta voce; mi promisi che glielo avrei detto tutte le volte in cui capivo che ne avesse bisogno.
Iniziò a giocare con il mio membro ed io fui preso di sorpresa, aprii la mia bocca che, vergognosa, gemette. Tirai la testa indietro, Hoseok era meglio di tutte le persone che avessi avuto nella mia vita; sapeva esattamente cosa volessi e come lo volessi, mi faceva perdere ogni capacità fosse provvisto l'essere umano. Allungai la mano, prendendo la sua intimità che aveva continuato a strofinare sul mio petto e di conseguenza sulla sua mano e sulla mia intimità. Con l'indice agganciai il suo pollice muovendomi al suo stesso ritmo. La sua bocca, non smetteva di torturare la mia che chiedeva sempre di più. Lo vidi alzarsi sulle ginocchia, spostare di poco il mio membro e quando piano scese su di esso, non potei non trattenere il respiro. Cosa aveva appena fatto?
- Ti amo anche io Yoongi. - sussurrò e capii. Si era dato a me, aveva trasceso ogni sua ideologia per farmi capire quanto il suo cuore mi appartenesse. Lo abbracciai, stringendolo a me, aprii un po' di più le gambe permettendogli di mettersi più comodo e, lentamente, cominciò a muoversi. Compresi cosa provasse ogni volta che facevamo l'amore, quali sensazioni il suo corpo gli dava e perché gli piacesse cosi tanto. Se con una mano non lasciavo il contatto con la sua schiena, l'altra andò a coprire la sua intimità, muovendomi allo stesso ritmo con cui stavamo facendo l'amore. Ci guardammo negli occhi senza dire nulla, tutto quello che stavamo facendo parlava da se, quando capii di stare per riversarmi dentro di lui, aumentai il ritmo fino a quando non venni e lui bagnò il mio addome. In camera si sentivano solo i nostri respiri, i cuori battere all'unisono quasi non capissi quale fosse il suo e quale il mio. - Non andartene. - disse, poggiando la fronte sulla mia. Passai la lingua sulle labbra: - Dove vuoi che vada? Non esisto senza di te. - risposi e non potevo dire verità più giusta. Piccole gocce di rugiada scesero lente sul suo volto, cosa aveva passato quel ragazzo, cosi forte e sicuro di se, per piangere di fronte a qualcuno come me? Lo abbracciai baciando ogni singola goccia scendesse da quegli occhi incantevoli; quella notte lo facemmo tre volte.Quel giorno avremmo dovuto comprare un po' di cose per la casa, andammo nel più vicino centro commerciale per vedere cosa potessimo trovare: - Odio fare queste cose. - dissi svogliato. Lo vidi scuotere la testa e sorridere: - Dai, facciamo un compromesso. - propose. Lo guardai curioso: - Compriamo qualcosa per la casa e poi andiamo a mangiare dove più preferisci. - e i miei occhi si illuminarono. Rise, il bastardo sapeva che mi avrebbe convinto. Comprammo un nuovo letto, qualche soprammobile e un piccolo divanetto per la sala comune. Scelsi il sushi, non ne mangiavo da un sacco di tempo ed poi avevo mantenuto la promessa. Seduti al tavolo, cominciai a guardare ogni sorta di cibo, ero affamato. Presi all'incirca sei piatti mentre Hoseok ne prese solo due. - Perché mangi cosi poco? - chiesi, come faceva ad avere tutte quelle forze? - Sei tu che hai ordinato di più. - rispose guardando con aria poco piacevole il cibo che iniziava ad arrivare. - È buono? - chiese ed io feci si con la testa sorridendo felice. - Assaggia. - allungai la bacchetta verso di lui con del sushimi, all'inizio fece no con la testa ma, quando insistetti, aprì la bocca mangiandolo in un solo boccone. - Non è buono? - chiesi e lui fece un sorriso forzato, avevo talmente fame che non mi fermai a chiedere cosa avesse. La giornata passò veloce, finalmente potrei sdraiarmi sul nostro letto e, prendendo il computer, guardai un po' nel mio profilo. In cima c'era la notifica che mi ricordava che sabato sarebbe stato il compleanno di Hoseok, sgranai gli occhi, non mi aveva detto niente. - Hai da fare questo fine settimana? - chiesi d'improvviso. Abbassando il cellulare, corrugò la fronte: - Perché? - chiese ma, non mi diede il tempo di rispondere. - Ah.. Hai saputo del mio compleanno? - lo guardai assottigliando lo sguardo. - Non mi avresti detto niente? - sorrise, avvicinandosi piano piano. Mise le sue braccia intorno alla mia vita, poggiando il mento sulla spalla. - È tradizione a casa nostra, festeggiare il compleanno con la famiglia. Posso portare chi voglio quindi. - disse, baciando dolcemente la mia pelle scoperta. - Ti avrei chiesto se ti va di venire a casa mia. -
Stavolta fui io quello a sgranare gli occhi, seppur felice di quella richiesta, ero troppo terrorizzato anche solo dall'idea. - Non credo sia il caso. - risposi. Lo senti sospirare:
- Alla mia famiglia piaceresti e sono sicuro che la cosa sarebbe reciproca. - corrugai la fronte. - La tua famiglia lo sa? - chiesi incredulo. A mia madre non avevo detto nulla e sarebbe stato cosi per sempre; non per paura di perderla ma non avrebbe capito e, in ogni caso, non avrei mai portato Hoseok nella mia famiglia. - Di me? Fin da quando avevo tredici anni. - rispose tranquillo, mentre continuava a lasciare piccoli baci sulla clavicola. - Se invece ti riferisci a te, lo sospettano. Solo mio fratello sa tutta la storia. - mi spostai di poco, volevo guardarlo in viso. - Tutta? - chiesi e lui scoppiò a ridere. - Tutta, non vede l'ora di poterti conoscere. Lui più di tutti sa quello che ho passato. - passai una mano tra i capelli e mi sentii in imbarazzo; grandioso, anche il fratello del mio ragazzo sapeva quanto fossi coglione. - Non penso che verrò. Non mi sentirei a mio agio. - dissi e lo vidi, ci restò male. - Quando torni possiamo fare qualcosa io e te. - lo dissi sorridendo, cercando di non fargli tenere il broncio per troppo tempo. Fece si con la testa anche se lo sentii sospirare: - Va bene, non vedrò l'ora di arrivare a casa da te allora. - rispose ed io nascosi un piccolo sorriso. Un giorno, forse, avrei incontrato la sua famiglia; magari sarei diventato parte di qualcosa che non conoscevo. Avrei capito cosa significa essere circondato da persone che ti vogliono bene per ciò che sei e non per quello che vorrebbero tu fossi. Abbracciai Hoseok, sperando capisse le mie motivazioni, mi diede un leggero bacio sulla guancia accoccolandosi poco dopo sul mio petto. Sperai non sentisse quanto forte stava battendo il mio cuore.
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𝑻𝒉𝒆 𝑳𝒂𝒔𝒕
Fanfiction- Si può sapere cosa diavolo ti ho fatto? - chiesi stanco di quell'atteggiamento ostile nei miei confronti. - Non puoi colpevolizzarmi solo perché mi piacciono gli uomini. - continuai mentre lui continuava a fissarmi senza proferire parola. - Odio l...