~ Avevi promesso ~

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Jimin continuava a scrivere messaggi su messaggi ed io non sapevo più come tenere Yoongi, fuori dalla sua portata, non perché avessi qualcosa da nascondere; semplicemente era passato e tale doveva rimanere. - Hoseok, perché non rispondi a Jimin? Mi sta facendo impazzire. - mi ero dimenticato di Jungkook. - Non abbiamo niente da dirci Kookie. - risposi sbuffando pesantemente. Non era, in fondo, la verità? Se ne era andato lasciandomi ad arrovellare sul perché l'avesse fatto. Senza darmi spiegazioni, non un messaggio, niente che mi facesse capire che cosa fosse successo. Tante volte mi ero chiesto se la colpa fosse stata mia, se avessi sbagliato qualcosa, ma quando quel post apparì nella mia home, tutto divenne chiaro. I mesi passati a distruggermi per Jimin, divennero chiari mostrandomi cosa avesse scelto al posto nostro. Non gli avrei mai serbato rancore, capivo quanto la danza potesse essere importante per quelli come noi, solamente non avrei accettato nessun tipo di discorso, non adesso. - Dovresti dirglielo almeno si mette l'anima in pace. - serrai la mandibola guardandolo male. - Dov'era quando avrei dovuto metterla io l'anima in pace? Tu più di tutti sai quello che ho passato quindi evita questi discorsi del cazzo. - e, senza aspettare che potesse controbattere, andai via. Odiavo litigare con lui o arrivare a rispondergli male e quello mi mise davanti alla realtà che non avevo superato Jimin. - Hobie. - chiusi gli occhi prendendo un gran respiro.

- Ho bisogno davvero di parlarti. - o la va o la spacca mi dissi. - Parla. - non potei non fermare il mio astio nei suoi riguardi. - Non qui Hoseok, andiamo nel nostro posto. - alzai un sopracciglio. - Nostro? - non c'era più niente di nostro. Sorrise amaro, come se non si aspettasse la mia risposta, lo segui comunque in quel vecchio bar dove eravamo soliti incontrarci. - Possibile che sia cosi difficile avere la tua attenzione? - domandò una volta seduti. - Oh, la mia attenzione era solo per te Jimin, hai deciso tu di spostarla da un'altra parte. - risposi e sentii la sua lingua schioccare sul palato. - So di aver sbagliato a tagliarti fuori cosi, ma credi davvero che se avessi potuto non ti avrei detto nulla? - roteai gli occhi, mi dava fastidio anche il suo respirare. - Andiamo Jimin, smettiamola di prenderci in giro! Ti hanno puntato la pistola alla testa? Ti hanno minacciato? - mi resi conto che il mio tono di voce, si fece più alto. - Hai deciso di andartene per seguire il tuo sogno e va bene cosi ma per favore non raccontarmi cazzate! Sono stato sempre meno importante di tutto il resto. - e quelle parole mi ferirono di nuovo. Perché ripercorsi ogni fottuto giorno passato con lui, io ero sempre il terzo arrivato, quello che si era aggiunto in un'amicizia di vecchia data; tutto quello che venne dopo la sua partenza ne fu un chiaro segno.

- Ti amavo Hoseok, non ne ero capace ma era cosi. - disse allungandosi di poco. Forse il mio sguardo gli fece capire che era la mossa sbagliata. - Permettimi di rimediare. Non ti ho mai dimenticato, anche quando non avrei dovuto, eri nei miei pensieri. - mi alzai di scatto uscendo da quella cella, sentivo che il respiro stava venendo meno. - Hoseok ti prego. - la sua mano strinse il mio polso bloccandomi. Era troppo vicino, non lo volevo, mi sentivo male solo al pensiero di averlo cosi attaccato a me.
- Lasciami andare Jimin. - lo dissi atono, privo di alcun sentimento. - Non voglio, ho bisogno di te Hobishi. - e quello che la sua mente pensò riuscii a vederlo chiaramente. Il mio pugno si piazzò dritto sul suo zigomo spostandolo quanto bastasse per allontanarlo da me. - Vai a farti fottere Jimin e lasciami in pace. - e, per la seconda volta in un giorno, andai via senza aspettare che il mio interlocutore, dicesse qualcosa. Avevo bisogno delle braccia di Yoongi di sapere che quella giornata sarebbe passate e che lui sarebbe stato accanto a me. Nonostante avessi lezione, andai dritto nella sua facoltà, sperando di trovarlo e portarmelo via, sentivo la necessità della sua presenza. Vidi Tae davanti ad un distributore, mi avvicinai: - Ciao Taehyung. - dissi ma il mio tono di voce tradì il mio vano tentativo di fingere che tutto andasse bene. - Hobie, stai male? - chiese spostando la testa di lato. Sorrisi e feci no con la testa: - Sto bene, Yoongi è in aula? - e lo vidi corrugare la fronte.

- No... cioè è con il professore, dovevano preparare non so che. - sbattei le palpebre un paio di volte. Mentiva e lo faceva pure male, finsi di stare al gioco: - Se lo vedi puoi dirgli che io sono andato a casa? - fece si con la testa e senza salutarlo, andai via. Non era in università e aveva mentito anche al suo migliore amico, cosa conteneva il messaggio di sua madre? Perché continuava a mentirmi? Lo chiamai, ma dopo dieci chiamate continuava a non rispondermi; mi mancava tanto così dal distruggere ogni cosa.

Hobie
Se non mi rispondi neanche al messaggio ti conviene che non torni a casa. Vattene dove cazzo ti pare ma non farmi vedere la tua fottuta faccia da cazzo!

Tra Jimin, Tae che non sapeva come dirmi che non sapeva dove fosse il suo amico, Jungkook che anzi che prendere le mie parti si era schierato da quella del suo amichetto; Yoongi che non rispondeva fu la goccia che fece traboccare il vaso. Fu sera quando la porta di casa si aprì lentamente, sentii due piedi trascinarsi e la chioma nera di Yoongi fare capolinea nella stanza; non si reggeva in piedi ma questo non mi impedì di inveire contro di lui. - Chi cazzo ti ha detto di tornare? - urlai. Fece un salto e, con occhi sgranati, guardò dalla mia parte: - Cosa cazzo hai da guardare? Dove sei stato. - mi avvicinai strattonandolo. Cadde in ginocchio e rise, sembrava un pazzo; aveva lo sguardo vitreo, la pelle ancora più bianca e un leggero livido sotto il mento. Lo raggiunsi alzandogli il volto: - Hai fatto a botte? - fui calmo, spaventato perché quel ragazzo mi stava tagliando fuori dalla sua vita ed io non sapevo il perché.
- Dovresti vedere l'altro. -

Lo presi di forza, trascinandolo nella doccia, lo adagiai sul piatto della stessa e aprii il getto d'acqua gelida, magari cosi si svegliava da quella specie di trans. - Porca puttana Hoseok. - disse cercando di rialzarsi, mentre l'acqua bagnava i suoi vestiti, mostrandomi che non era solo il mento ad aver un livido.
- Sarebbe combinato peggio di te, l'altro? - quando capii che ne aveva avuto abbastanza chiusi il rubinetto. - Si può sapere che cazzo vuoi dalla mia vita. - sgranai gli occhi. - Non avrei dovuto abbassarmi allo schifo che sei, gay di merda. Vorrei che tu fossi morto. - indietreggia davanti a quelle parole. Mi sembrò di essere tornato all'inizio, quando mi odiava cosi tanto da non volermi attorno a lui.
- Yoongi. - riuscii a dire, quasi non sentissi la mia stessa voce. Ma lo spintone, che mi fece sbattere la schiena contro il lavello, quello si che lo sentii chiaro. - Non posso stare con te! Non sono malato come te. - piangeva. Mi stava aprendo il petto in due e piangeva, non avrei dovuto essere io quello a farlo? - Che ti prende? Mi dici che sta succedendo? - cercai di trattenermi, anche il solo respirare mi dilaniava. - Devo andare via, tutto qui mi soffoca e non riesco più a sopportarlo. Mi dispiace Hobie. - fui quello a cadere in ginocchio. Davanti a me il nulla, non vedevo nemmeno la punta del mio naso: - Yoongi ti prego. Non lasciarmi... - credetti di dire. Mi diede un bacio sulla fronte, un bacio bagnato e non capii se per via della doccia o di quelle lacrime che mi era sembrato di vedere.

Rimasi li per terra, in lacrime e con il cuore che faceva cosi male da non sentire altro che quello. Era stata tutta una finzione? Il suo amarmi, le sue parole, le sue promesse; cosa avevo sbagliato, di nuovo? Perché tutti mi lasciavano? Mi dissi che forse Yoongi aveva ragione a dirmi che facessi schifo, che ero malato e ogni pugnale che aveva deciso di conficcare nella mia pelle. Non mi accorsi della porta che si apriva, della persona che entrava in bagno e subito dopo mi prendeva per trascinarmi in salotto; solo quando mi adagiò sul divano sentii la sua voce: - Mio piccolo raggio di sole. - le braccia di Jungkook mi avvolsero ed io piansi di nuovo. Piansi come non avevo mai fatto, neanche quando Jimin se ne andò all'improvviso mi fece cosi male.
- Perché Jungkook. Perché tutti se ne vanno? - ma non sentii la sua risposta, niente in quel momento mi avrebbe fatto stare bene, nemmeno il conforto del mio migliore amico. Non seppi quando di preciso mi addormentai, ma al mio risveglio, quello che era accaduto la sera prima mi colpì forse più forte e mi mancò il respiro. Yoongi si era portato anche quello.

𝑻𝒉𝒆 𝑳𝒂𝒔𝒕Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora