La partenza di Yoongi mi mise davanti la necessità di viverlo ogni giorno. Il solo poter condividere una casa con lui mi metteva una tale agitazione da farmi sentire quasi a disagio. Decisi di partire anche io e raggiungere la mia famiglia. L'ultima volta non ero riuscito a vedere i miei e non ero stato per niente di compagnia. Quando arrivai davanti il portico, notai con piacere che i miei genitori erano in casa, gli avrei fatto una sorpresa. Aprendo la porta, Omma, Appa e il mio amato fratello erano sul divano a chiacchierare e ridere. Rimasi in silenzio a guardare quella scena e non potei non esserne felice, Yoongi avrebbe amato la mia famiglia così come loro, avrebbero amato il mio Yoongi. Sorrisi abbassando lo sguardo: - Cosa hai da sorridere così felice? - fu la voce di mio padre a riportarmi dove ero e una piccola palla di pelo mi venne incontro, non mi aveva sentito. - Nulla, sono felice di vedervi. - risposi, in parte era vero. Mia madre si alzò dal divano raggiungendomi poco dopo, ci abbracciammo rimanendo in silenzio. Amavo la mia famiglia eppure con mia madre, avevamo avuto da sempre un rapporto particolare. Riusciva a capirmi anche senza che dicessi nulla e quell'abbraccio mi fece intendere che aveva intuito più di quello che avevo omesso. - Mi sei mancato angelo mio. - sussurrò ed io la strinsi più a me.
- Prima il cane, poi mia madre. Come è possibile che questo piccoletto ha più affetto di me? - disse il mio hyong ed io scoppiai a ridere.- Non capisco perché devi essere geloso. - risposi e le sue braccia mi avvolsero non appena quelle di mia madre si erano allontanate. - Sono felice che stai meglio, adoro quando sorridi. - disse ed io sperai di non piangere. Finalmente potei salutare mio padre che, con un sorriso, mi disse che gli era mancato il suo piccolo di casa. Quel giorno passò tra piscina, chiacchiere con i miei, giocare ai videogiochi con mio fratello e tantissime coccole da parte di Suga. - Allora, il tuo problema si è sistemato? - chiese ed io mi sentii arrossire. Abbassai lo sguardo sorridendo timido: - Sembra di si. - passai la serata a raccontare ogni cosa a Seokjin. Non tralasciai nulla, volevo conoscesse ogni sfaccettatura di quella storia e soprattutto di Yoongi. Non volevo pensasse fosse un cretino, non lo era; aveva solo avuto paura. - Ho odiato quel ragazzo senza conoscerlo, non mi piace quando stai male. - disse carezzandomi i capelli. Io e Seokjin, eravamo coricati, l'uni di fronte all'altro, quasi a sfiorarci il naso. Era stato sempre cosi, fin da piccolini; io avevo paura del buio e lui mi rassicurava con il suo respiro. - Non lo colpevolizzo troppo. Non dopo quello che ha vissuto, era logico reagisse male. - risposi, il mio fratellone fece una smorfia.
- Non sto dicendo che sia giusto. Capisco solo il suo punto di vista. Se lo conosci capiresti quanto grande sia il suo cuore. - finii e non potei non abbassare lo sguardo arrossendo un po'.- Era da tanto che non ti vedevo cosi. Voglio solo che tu stia bene e se lui ti rende felice, allora per me va bene. - sussurro Seokjin. Mi avvicinai di più accoccolandomi sul suo petto, sentii le sue braccia avvolgermi e chiudendo gli occhi, mi addormentai, come i vecchi tempi. Quella mattina ricevetti la chiamata di Yoongi e nonostante non dicemmo niente di che, sentivo il mio cuore battere fortissimo. Non vedevo l'ora che tornasse a casa e da me. Uscii con mio fratello, facemmo compere e comprai qualcosa per la casa. Seokjin mi chiese di uscire quella sera ma non ne ebbi voglia, volevo dormire e se possibile sentire quel ragazzo che mi mancava da morire. Decisi di chiamarlo, il telefono squillò tre volte fino a quando la sua voce non si propagò nelle mie orecchie. - Hey. - disse ed io capii che era successo qualcosa. - C'è qualcosa che non va? - e lo sentii sospirare. - Sono andato alla White Party e un gay del cazzo mi ha importunato. - disse ed io cercai di trattenere una risata. - Ma non è questo che mi ha infastidito di più. - continuò ed io rimasi in silenzio, volevo che continuasse. - Ricordi quando ti raccontai di quel ragazzo? - chiese ed io capii a chi si riferisse: - Ne. - sospirò di nuovo. - Sono andato con lui e mi ha detto di essere gay e che non era giusto che io dicessi quelle cose e... - disse fermandosi.
- Continua Yoongishi. - sussurrai. - Che non tutti sono come mio padre. - capii perché non stava bene.- Dovevi saperlo che a quel ragazzo probabilmente piacevano gli uomini. - risposi, lo sentii sbuffare. - Dovresti sempre pensare qualche minuto prima di parlare. Non sai chi potresti ferire ed è vero quello che ha detto. - sapevo di non stare dicendo nulla per tirarlo su di morale, ma non avevo abbastanza parole di conforto.
- Credi che non lo sappia. Sono uno sboccacciato e questo è quello che mi merito. - disse ed io risi. - Adoro da morire la tua bocca. - risposi. dall'altra parte della cornetta ci fu silenzio. - Quando torni? - chiese ed il mio respiro si fece più pesante.
- Domani nel pomeriggio, ho promesso a mio padre di andare con lui. - risposi. Stranamente non vidi l'ora che fosse domani pomeriggio. - Ci vediamo a casa nostra allora. - ed io potei anche perdere i sensi dopo avergli sentito dire "nostra". - Ne. A domani. - salutai. Quella notte dormii benissimo facendo sogni poco casti. La mattina seguente passò cosi lenta che avrei potuto uccidere qualcuno, quando arrivò il momento di dover andare via quasi non ci credetti.
- Torna presto tesoro mio. - disse mia madre abbracciandomi. Salutai tutti e mettendomi in macchina, sperai di arrivare il prima possibile dal mio ragazzo. Il viaggio fu piacevole, immaginai ogni scenario possibile di come potesse essere rientrare e trovarvi Yoongi ad aspettarmi. Aprii la porta e in casa c'era silenzio, quando superai il piccolo corridoio che ci separava dalla sala, Yoongi era appena uscito dal bagno, in boxer ed una magliettina più grande di lui; la mia. - Sei in ritardo. - disse ed io corrugai la fronte. - Dici? - chiesi e lui fece si con la testa. - Avevi detto nel pomeriggio, ma siamo ben oltre il pomeriggio. - rispose ed io sorrisi. - Dovrei farmi perdonare allora. - dissi avvicinandomi a poco a poco. - Mi sa di si. - rispose, abbassando il tono di voce. - Cosa indossi? - chiesi nuovamente, sfiorando piano la mia maglietta. Sorrise, uno di quelli che fanno capire le proprie intenzioni. - Il tuo regalo di ben tornato a casa. - rispose. Sentii chiaramente la mia intimità farsi avanti senza vergogna. Quando fui dinnanzi a lui:
- Però mi sa che hai dimenticato qualcosa. - dissi spingendolo verso di me con forza. Le sue mani si poggiarono sui miei fianchi ed io persi il controllo delle mie azioni. - Cosa avrei dimenticato? - chiese e accorciando la poca distanza che ci separava:
- Questo. - lo baciai con bramosia, desideroso di assaggiare quelle magnifiche labbra.
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𝑻𝒉𝒆 𝑳𝒂𝒔𝒕
Fanfiction- Si può sapere cosa diavolo ti ho fatto? - chiesi stanco di quell'atteggiamento ostile nei miei confronti. - Non puoi colpevolizzarmi solo perché mi piacciono gli uomini. - continuai mentre lui continuava a fissarmi senza proferire parola. - Odio l...