~ Puoi fidarti di me ~

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Nei giorni in cui Yoongi era stato male, mi ero avvicinato molto a Taehuyng. Conoscendo più da vicino quel ragazzo che mi era sembrato speciale, un anima a se; qualcosa che il mondo difficilmente capisce e apprezza. Tae era gay, proprio come me eppure, era il migliore amico di uno che diceva di odiarli. Vero che, era estremamente difficile odiare Tae ma, restava pur sempre qualcosa che non comprendevo.
- Grazie per quello che stai facendo per Yoongi. - mi disse un pomeriggio, mentre ero fuori a comprare altre medicine e qualcosa per fargli scendere la febbre. - Non devi ringraziarmi. L'avrei fatto con chiunque. - vero ma anche falso. Come facevo a non prendermi cura di quel ragazzo testardo e bello sotto tantissimi aspetti? - Maybe. Però è pur sempre gentile da parte tua prenderti cura di un coglione come Yoongi. - e li scoppiai a ridere. - Non posso che darti ragione. - risposi scuotendo la testa. - Eppure gli sei amico quindi cosi male non sarà. - continuai e Tae guardò i miei occhi. Nei suoi c'era una strana luce, che fosse cosi evidente il mio interesse? - Devo chiederti scusa e farlo anche da parte sua. - disse ed io corrugai la fronte. - Tu cosa hai da scusarti? - lo sentii sospirare e abbassare lo sguardo che, fino a pochi minuti fa, sosteneva il mio. - Sono stato io a dirlo a Yoongi. - confessò e una piccola fitta al cuore mi colpì. - Non perché avessi qualcosa contro di te ma conosco quello stupido e avevo paura che potesse fare di peggio. - finì ed io non riuscii ad avercela con lui. - Va bene cosi, prima o poi l'avrebbe scoperto in ogni caso. - mi ero già affezionato a lui e, un giorno, avrei trovato il coraggio di confessargli i miei sentimenti. Alla fine, non tutto vien per nuocere.

Nonostante tutto il trambusto, non riuscivo a non pensare a quello che era accaduto prima che Yoongi si ammalasse. Quelle lacrime, quegli occhi pieni di paura; ogni volta che chiudevo i miei, erano li che mi fissavano. Volevo conoscere tutto di lui, ogni piccola parte del suo essere. Capire cos'era successo per farlo reagire cosi. Chi gli avesse fatto del male per ridurre un ragazzo in quello stato; sopratutto ogni qual volta che "qualcuno" gli si avvicinava. Nei tre giorni successivi alla febbre, controllavo che non facesse incubi, carezzandogli piano i capelli. Quando capitava di vederlo accigliato, massaggiavo piano le sue mani per tranquillizzarlo e, quando stendeva la fronte, capivo che non avrebbe avuto incubi. Mi resi conto che la mia non era solo una piccola cotta, c'era qualcosa di più e sarei diventato incapace di reprimerla. La lezione era stata pesante, anche perché non riuscii ad ascoltare nulla di quello che avevano appena spiegato. Quando raggiunsi la sala prove, trovai Kookie che aveva già iniziato. Mi spogliai rimanendo in pantaloncini e maglietta, inserendomi nelle mosse che stava compiendo. Ballare mi aiutava a schiarirmi le idee, a liberarmi di pesi che sentivo in tutto il corpo. Quella volta però, non riuscii a liberarmi del suo pensiero e, poggiando il piede male, caddi per terra.
- Hobieshi. - disse Kookie correndomi incontro. - Sto bene. - dissi, anche se la caviglia non era del mio stesso parere. - Mi dici che ti prende? - Jungkook sapeva che, quando sbagliavo, era successo qualcosa che mi destabilizzava. - Perdonami Kookie, la mia testa ha deciso di concentrarsi su qualcos'altro. - sospirai massaggiandomi l'arto dolorante. - Sullo sconosciuto di cui mi hai parlato? - sgranai gli occhi guardandolo. - Quando e cosa avrei detto? - chiesi terrorizzato. - Eri ubriaco. Hai detto che uno sconosciuto ti avrebbe fottuto la testa anche se volevi che qualcos'altro venisse fottuto. - finì trattenendo una risata. - Aish. - dissi coprendomi la faccia. Non avrei più bevuto.

- Quindi ho indovinato? - feci si con la testa, continuando a nascondere la mia vergogna. - Perché fai cosi? Ti conosco da quando portavi il pannolino. - disse ed io risi scuotendo la testa. La sua capacità di farmi stare bene era qualcosa di innato. - Certo mi sento un po' geloso perché non vuoi dirmi chi è e tenerti tutto per te. Ma non significa che io non sia felice. - disse, portandomi una bottiglietta d'acqua. - Puoi dirmi tutto quello che vuoi, sarò sempre qui ad ascoltarti. - ed era vero. Sarebbe sempre stato li ad ascoltarmi, a sostenermi e ricucirmi i pezzi. Tornai a casa pregando di poter camminare con la faccia, quella maledetta caviglia mi faceva malissimo. La camera era vuota probabilmente Yoongi era a lezione. Feci una doccia e mi misi a letto, mettendo del ghiaccio sopra la caviglia. L'unica che riusciva a togliermi i pensieri dalla testa, oltre alla danza almeno in parte, era la musica. Decisi cosi di mettere le cuffie e alzare il volume ad un livello spacca timpani, probabilmente mi addormentai quasi subito. Qualche ora dopo, almeno credo, qualcosa mi stava dando fastidio, apri lentamente gli occhi accorgendomi del buio fuori. Vidi Yoongi prendere la borsa con il ghiaccio, che si era sciolto, sostituendola con un altra nuova. Sgranai gli occhi, cosa avevo appena visto?
- Come ti sei fatto male? - chiese indicando la caviglia. Deglutii: - In sala prove. Cosa stai facendo? - ero totalmente spiazzato.
- Taehyung mi ha detto tutto. - disse ed io sbuffai pesantemente. L'accordo era di mentire, quel piccolo stronzo. - Non hai bisogno di sdebitarti. - dissi, alzando il busto e avvicinando il piede. - Ti ho comprato anche la cena. - continuò ed io guardai sul tavolo in camera. Probabilmente stavo sognando: - E se mi dici quanto sono costate le medicine ti do anche quelli. - Scossi la testa: - Non mi devi dare nulla. Mi hai già ripagato. - risposi e, cercando di fare i duro, rimisi le cuffie tagliando ogni discussione futura. Il cuore stava uscendo dal petto, sentivo caldo e volevo saltare nel letto come fanno i bambini quando sono felici. Probabilmente l'aveva fatto per non sentirsi in obbligo nei miei riguardi, eppure quella parte di me che cercavo di nascondere, stava cominciando a farsi bello per ogni evenienza.

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