~ Vuoto ~

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Dopo quella sera tra me e Yoongi parve tornare tutto alla normalità. Era premuroso, gentile, amichevole ed io mi accorsi di amarlo anche più di prima. Perché era così, perché non ero capace di smettere. Sapevo che probabilmente la sua era soltanto una cosa che fai con gli amici ma per me, per il mio cuore; la sua costante presenza era l'ossigeno che mi permetteva di respirare. Jungkook era furioso, odiava Yoongi per come mi faceva sentire eppure, mi ritrovavo spesso a chiedergli di comprendere quanto grande fosse il cuore di quel ragazzo. - È un pezzo di merda. - mi disse una sera ed io non riuscii a trovare qualcosa per screditare la sua affermazione. Aveva ragione, lo sapevo che prima o poi mi avrebbe spezzato di nuovo il cuore, quello che Kookie stesso, aveva raccolto e ricucito quella notte. Così presi la decisione di tornare a casa, di staccare da Yoongi, da Jungkook e forse anche da me stesso. Lasciai solo un biglietto in camera, per evitare che si preoccupasse o che mi aspettasse sveglio, quanto ero stupido? Parecchio a detta di Kookie e forse aveva ragione. - Sono a casa. - dissi una volta varcata la soglia. Un piccolo batuffolo di pelo corse a perdi fiato fino a sbattere contro la mia gamba. - Mio piccolo Suga. - dissi felice e sorridente. Quel cagnolino non mi lasciò andare fino a quando non aveva deciso che le coccole fossero abbastanza. - Quasi quasi, mi sento geloso. - il mio amato hyong. - Lo sai che ama più me. - dissi facendo l'occhiolino. - Se non mi mancassi così tanto ti avrei già sbattuto fuori di casa. - rispose ed io scoppiai a ridere. Suga andò non so dove ed io potei abbracciare il mio caro fratellone. - Mi manchi tanto anche tu Seokjin hyong. - e il suo abbraccio mi riempì il cuore più della palla di pelo. - Non hai avvisato che venivi. Mamma e papà non ci sono. - disse carezzandomi la testa. - Lo so, è stato improvviso anche per me. - risposi e il suo sguardo mi fece capire che aveva inteso qualcosa.

Mi preparò il mio piatto preferito, Samgyetang ed io mi trattenni dal piangere. - Allora, il mio dongseng adesso me la dice la verità? - chiese Seokjin mentre mangiavamo la zuppa di pollo. Sospirai poggiando le bacchette sul piatto: - Non c'è nulla Hyongnim. - risposi guardando altrove. Non disse nulla, sapeva che non avevo finito. - Ho solo un piccolo problema con il mio coinquilino. Vedrai che tutto si sistema. - finii e lui fece si con la testa. Sapevo che non si sarebbe arreso come sapevo che, prima o poi gli avrei raccontato tutto. Finito di pulire salii in camera mia, indossai pantaloncini e maglietta e mi coricai nel mio letto d'infanzia. Tantissimi ricordi che non avrei voluto, riaffiorarono nella mente e, stranamente, tutti mi portavano ad una sola persona: Min Yoongi. Sbuffai pesantemente, guardando il soffitto e maledicendomi in tutte le lingue che conoscevo. Il telefono cominciò a vibrare e quando vidi chi fosse sorrisi: - Già ti manco? - sentii lo schioccare di lingua e mi trattenni dal ridere. - Coglione. - significava solo una cosa, non era più arrabbiato con me. - Anche io ti amo tantissimo. - risposi e lo sentii ridere. - Non è mica vero se mi hai lasciato qui tutto solo. - disse ed io scossi la testa. - Jungkookie, avevo bisogno di tornare a casa. Miane. - e questa volta ero serio. Lo sentii sospirare ed ebbi il desiderio di poterlo stringere a me: - Devo chiedere scusa anche io. Non sono stato per niente un ottimo amico. - disse ed io volli oltrepassare la cornetta. - Invece sei proprio l'amico di cui tutti avrebbero bisogno. - risposi. - E che certe volte non vogliamo sentire la verità troppo ad alta voce. - continuai e sapevo benissimo quale fosse stata la sua espressione. Stava sorridendo abbassando gli occhi: - Ti voglio bene Kookie e lo sai che per me sei più di un semplice amico. -

Parlammo per un ora, nonostante ci vedessimo praticamente ogni giorno sembrava sempre di non averne mai abbastanza. Quando entrambi sbadigliammo, con un saluto chiusi la chiamata posando il telefono sul comodino. Mi addormentai quasi subito, sognando qualcosa che non riuscii a ricordare. La mattina seguente potevo sentire l'odore della colazione fare breccia attraverso la porta di camera mia, era come quando vai a dormire dai nonni e uno dei due ti viene a svegliare dolcemente. Mi alzai con ancora il cuscino sulla faccia ritrovandomi Suga dietro la porta. - Da quando sei qui cucciolotto? - chiesi e parve capire la mia domanda. Con occhi grandi e lucidi richiese un'infinita di coccole; coccole che diedi senza protestare. - Hai dimenticato di farlo entrare e ha pianto tutta la notte davanti la tua porta. - disse Seokjin una volta entrato in cucina. Ero talmente stanco da non aver sentito niente.
- Sul serio? - chiesi sorpreso. - Hai più di un piccolo problema Hobie e lo sai che puoi dirmi tutto. - sospirai abbassando gli occhi. - Mi sono innamorato hyong. Ma anche stavolta mi farò male. - risposi e lui lascio perdere quello che stava facendo venendomi ad abbracciare. Non disse nulla, non c'era niente da dire anche perché, lui meglio di chiunque altro conosceva la verità. Sapeva che ci avrei sbattuto la testa e mi sarei fatto abbastanza male da dover recuperare i pezzi. A malincuore, salutai il mio hyong tornando al dormitorio. Tutto era come l'avevo lasciato se non per qualche piccolo particolare: due confezioni delle mie caramelle preferite, erano poggiate sul letto. Uno di esso, aveva attaccato un bigliettino: "Spero che torni presto." Sorrisi, tutto dentro di me ero felice e stava esplodendo. Feci una doccia e aspettando che tornasse, mangiai quasi una confezione intera. - Sei rientrato? - chiese non appena aveva aperto la porta della stanza, sorrisi facendo si con la testa. Lasciò cadere lo zaino per terra venendo di fretta verso di me. Le sue braccia mi avvolsero stretto, mentre il suo viso si ancorò nell'incavo del mio collo. Se per un attimo rimasi sorpreso di quella dimostrazione di affetto, l'attimo seguente avvolsi i suoi fianchi tirandolo verso di me. - Se avessi saputo prima che questa era la tua reazione, sarei andata via molto prima. - sussurrai e lui mi diede un leggero pugno sullo stomaco. Sorrisi massaggiandomi la parte lesa.

A lezione finita, non vedevo l'ora di andare in sala prove, avevo una gran voglia di ballare e lasciarmi andare. Fuori dalla porta dell'aula, c'era Tae che guardava verso di me. - È successo qualcosa? - chiesi preoccupato, quale altro motivo poteva avere altrimenti? Scosse la testa e rise: - Va tutto bene, ho dovuto lasciare dei documenti e sono rimasto per salutarti. Non ci vediamo da un po'. - rispose ed io sorrisi abbassando lo sguardo. - Sono tornato a casa. Devo andare in sala prove, tu hai lezione? - chiesi e parve che il suo viso si fosse illuminato. - Posso venire con te? Ho sempre desiderato vederti ballare. - mi sorprese la sua richiesta e pensandoci mi dissi che fosse una scusa per vedere Jungkook. - Kookie non c'è. - dissi e lui assunse un espressione triste.
- Voglio davvero vedere ballare te. - al che scoppiai a ridere e mettendogli una mano attorno alla spalla, cominciai a fare strada. Feci finta di essere solo, partì la musica ed io liberai il mio corpo dal peso del mondo, lasciando che le mie membra riprendessero vigore e, ogni cellula, si rigenerasse. Quando ebbi finito, gli occhi di Tae erano accesi di una luce che non riuscivo a comprendere. - Cazzo, Hobie. Sei maledettamente eccitante quando balli. - al che scoppiai a ridere scuotendo la testa.
- Dico sul serio. Non ho mai visto nessuno ballare come fai tu. È straordinario. - continuò ed io arrossii. Seduto sul pavimento con Taehyung di fianco a me, riposavo i miei muscoli. - Yoongi non mi ha detto che sai ballare cosi bene, altrimenti sarei venuto prima. - disse ed io non smettevo di sorridere. - Pensandoci bene che si fotte quel coglione. - disse ed io non capii cosa volesse dire. - Per adesso è troppo preso a provarci con quella ragazza. - e detto questo, sputai l'acqua che avevo in bocca e che mi uscì anche dal naso.
- Hoseok, è tutto ok? - chiese Tae passandomi un fazzoletto. - Hai detto che Yoongi sta uscendo con una ragazza? - perché diavolo mi sorprendevo cosi tanto? Era di Yoongi che stavamo parlando. - Merda. - disse Taehyung. Cosa mi credevo? Che vedendo la sua vicinanza nei miei confronti allora tutto si sarebbe sistemato e forse, lui, avrebbe cominciato ad amarmi? - Miane Hobieshi. Fai finta che non ti abbia detto nulla. - disse ed feci si con la testa sospirando. Rientrato in camera mi sentii ancora più vuoto, quando ancora dovevo sopportare per capire che tra me e lui non ci sarebbe stato mai niente? Quanto male ancora dovevo farmi? Insomma, c'erano un'infinità di ragazzi nell'università perché diavolo mi ero soffermato su di lui. Diedi un pugno al muro pentendomene poco dopo; fasciai la mano e mi sedetti sul letto. L'avrei affrontato una volta per tutte. Era sera quando rientrò in camera, aveva un sacchetto in mano probabilmente del cibo, quando accese la luce, mi diede quasi fastidio. - Perché stai al buio? - chiese avvicinandosi. Quando vidi la sua mano allungarsi verso di me, lo scansai bruscamente. - Che ti prende? - come si poteva essere cosi?

- Stai uscendo con una ragazza? - chiesi e il suo viso divenne bianco. - Che t'importa? - m'importava a come. M'importava se faceva il carino con me confondendomi e facendomi male. - Perché eludi la domanda? - dissi con un tono di voce poco più alto. - Perché alzi la voce? - chiese a sua volta. Sembrava una litigata tra due fidanzati. Mi sentivo tradito, stupido, ferito e arrabbiato tutto nello stesso frangente. Davvero non capiva cosa realmente provassi per lui? - Rispondimi Yoongi. - continuai, il cuore mi stava uscendo dal petto. - Non mi piace il tuo modo di parlarmi. Non ti ho mai chiesto con chi esci quindi non capisco perché debba farlo tu. - aveva ragione. Non ero nessuno per arrabbiarmi cosi, per sentirmi in diritto di sapere con chi passasse il suo tempo. - Hai ragione, non è affar mio. Quindi anche se volessi portarmi a letto qualcun altro a te non importerebbe. - dissi, stavolta a bassa voce. Non ripose subito: - Esatto. Puoi fare quello che ti pare. - disse e li capii di aver perso. - Non posso farlo. - risposi indietreggiando. - Perché l'unico con cui vorrei andare a letto sei tu. - e finito di dire quella frase, mi sentii completamente svuotato. - Hoseok, non sono come te. Mi piacciono le donne e non è un problema mio se non lo capisci. - prendendo cuscino e coperta lasciò la stanza e di conseguenza me. Mi chiusi in bagno, lasciandomi cadere per terra, buttando fuori tutto quello che fino a quel momento, avevo trattenuto. Stupido, idiota, cretino, coglione e pazzo. Ecco cosa eri Jung Hoseok. Nonostante ne avessi passate tante continuavi a cacciarti in situazioni che ti ferivano. Dovevo chiudere il capitolo Yoongi, con il tempo i sentimenti che sentivo sarebbe andati via, avrei trovato qualcun altro e sarei andato avanti con la mia vita. Nel frattempo, in quel fottuto bagno, stavo perdendo anche le ultime lacrime che mi erano rimaste.

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