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-Benvenuti a tutti, studenti e genitori, oggi siamo qui per iniziare il nuovo anno scolastico-

Annuncia il preside del Karasuno a gran voce nella palestra, adibita a sala d'accoglienza per i nuovi primini della scuola. C'è solo una parola con cui si può descrivere quella palestra: enorme. 
Yuu e Tobio sono seduti in fondo alla palestra l'uno accanto all'altro e non si sono ancora parlati dopo la discussione avvenuta in treno. Hanno sbagliato entrambi: Tobio ad aver girato il coltello nella piaga e ad aver continuato nonostante il nipote gli avesse chiesto di non andare avanti; Yuu per aver esagerato e per aver detto cose che era meglio se non fossero state dette. Il preside continua il suo inutile e lungo discorso su quanto fosse contento per le iscrizioni e sul fatto che i nuovi alunni avessero fatto bene a iscriversi al loro liceo perché, nonostante l'epiteto negativo di 'colosso decaduto', il Karasuno è una scuola veramente buona. Yuu è stanco di sentire sparare cazzate da un pallone gonfiato. Gli interessa di più fare pace con il nonno e scusarsi per il suo comportamento di prima che ascoltare due scemenze dette così per far bella figura con i genitori e gli accompagnatori.

-Nonno- Tobio si gira verso il nipote appena sente pronunciare il suo nome - volevo dirti che mi dispiace: ci sei sempre stato per me da quando papà non è più a casa. Ho sbagliato. Non dovevo dirti quelle cose, non le penso davvero, è solo che non mi sono ancora abituato a questa 'nuova vita' che ormai va avanti così da più di dieci anni e, anche se non può sembrare così a primo impatto, io ci sto davvero male. Potrai mai perdonarmi?

Tobio è sbalordito. Sa che il nipote è sempre stato un tipo orgoglioso, che non ha mai chiesto scusa a nessuno, e che, quando litigava con i compagnetti di scuola o con i figli dei vicini, bisognava costringerlo a fargli chiedere scusa, tanto era convinto di non essere dalla parte del torto.

-Certo che sei perdonato, infondo sei o no il nostro pulcino?

-Dai, nonno, non anche tu, ti prego, ci ha già pensato la mamma stamattina a dirmelo. E poi non qui almeno!

Commenta Yuu diventando rosso per l'imbarazzo.

-Preferisci come ti chiamano tuo nonno Tetsuo e nonna Nozomi? Scoiattolino mio adorato.

-No, per favore, non ricordarmelo! L'ultima volta che me lo hanno detto stavo tornando a casa con Kosuke e Morisuke e li ho visti che passeggiavano dal lato opposto della strada. Appena mi hanno visto, me lo hanno urlato e quei due deficienti dei miei amici si sono messi a ridere e gli ho mollato due sberle a ciascuno.

Aggiunge diventando ancora più rosso e ridendo dalla vergogna ripensando a quell'episodio

-Comunque, anche io mi devo scusare con te: non dovevo continuare a parlare di tuo padre se tu non volevi, però ero preoccupato e volevo sapere come stavi.

Yuu lo guarda e gli sorride.

-Tu sei mio nonno: sei e sarai sempre perdonato.

-Gli alunni del primo anno- continua nel mentre il discorso del preside -sono invitati ad alzarsi appena sentono il loro nome e a dirigersi verso le loro aule; per coloro che hanno fatto richiesta per il dormitorio, invece, avranno un'ora e mezzo di tempo per sistemarsi nelle loro camere e per prepararsi. Le lezioni, oggi, inizieranno alle 10.30!

Detto ciò incomincia il lungo appello della prima sezione, ma Yuu non viene nominato; subito dopo vengono chiamati tutti i ragazzi della seconda sezione, ma anche in quell'appello non è segnato il nome del nostro protagonista.

-Vedrai che adesso ti chiameranno.

-Beh sai, è l'ultima delle classi del primo anno.

-Ecco un altro nomignolo che potrei darti: Peperoncino. Sempre a fare il sarcastico e a commentare ogni cosa che accade. Mi ricordi me alla tua età, soltanto che io mi beccavo un cazzotto se continuavo a parlare e tu al massimo ti prendi un rimprovero.

Dice Tobio ridendo e dando una pacca sulla spalla del ragazzo, il quale sussulta.

-Nishinoya Yuu.

Dice a gran voce il professore.

-Eccomi!

Risponde lui, avviandosi verso gli altri compagni; Tobio lo guarda e lo saluta da lontano con un cenno di mano.

La prima tappa della giornata è il secondo piano del dormitorio dove alloggiano i ragazzi: a Yuu viene data l'ultima stanza del corridoio del secondo piano, accanto alla porta di sicurezza che si affaccia sulla rampa delle scale di emergenza.

-Questa è la chiave della tua stanza: non hai un compagno di stanza, e sei anche abbastanza fortunato a parere mio.- commenta il sorvegliante -Per qualsiasi evenienza mi trovi al piano terra.- aggiunge consegnandoli un busta nera -Questa qui invece è la divisa- lo squadra dalla testa ai piedi -se ti dovesse stare troppo larga vai in presidenza per fartela cambiare prima dell'inizio delle lezioni: hai tempo fino alle 10 perché poi la segreteria chiude e ricorda che solo per oggi le lezioni iniziano alle 10.30. Buona permanenza.

Termina chiudendo la porta e lasciando al suo interno Yuu e i suoi due borsoni.

-Buona permanenza...

Ripete il ragazzo facendo il verso al sorvegliante. Spera solo di non averlo anche come bidello a scuola. Poggia le borse per terra e la busta sopra di esse. La stanza alla fin fine non è tanto brutta come se l'era immaginata: il pavimento è in legno e i muri sono decorati con qualche piccola foto della scuola e una grande finestra che si apre sul cortile interno della scuola; sotto la finestra si trova una piccola libreria con due lunghi ripiani- uno con qualche libro e l'altro pieno di ragnatele -sempre in legno. Alla destra della libreria si trovano una scrivania e un armadio mentre dall'altra parte della stanza si trova il letto e la porta del bagno.

-Il lato positivo è che la stanza in sé non è male: è carina e ha anche il bagno; il lato negativo è che la testa del letto è rivolta verso la finestra e quindi la mattina mi sveglierò sempre avendo il sole in faccia. Comunque sempre meglio della sveglia assordante di camera mia a casa.

Preoccupato per l'orario guarda l'orologio: sono le 9 in punto, quindi ha il tempo di mettere in ordine la sua roba, togliere le ragnatele dal ripiano della libreria, provare la divisa e, nel caso non dovesse andargli bene, andare a cambiarla in presidenza.

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