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Yuu prova a telefonare al nonno, ma anche da questo non riceve risposta alcuna.

-Okay, Yuu, calmati. Non sarà successo niente di grave, magari si sono scaricati entrambi i cellulari sia di mamma che di nonno, ma non è successo nulla di preoccupante, lo devi escludere dalla lista delle possibile cose che possono essere capitate.

Poi ci ripensa: se si fossero scaricati davvero la chiamata non sarebbe neanche partita e il telefono non avrebbe neanche squillato.

-Vabbè, magari è saltata la corrente a casa e non arriva il segnale, però non è successo niente di cui mi devo preoccupare. So di mio che è tutto apposto, quindi che cosa mi preoccupo a fare?

Poi si ricorda che la corrente elettrica di casa sua non è collegata in alcun modo a un malfunzionamento del segnale telefonico. Preso dall'ansia esce dalla stanza correndo e si dirige al piano terra dal sorvegliante.

-Serve qualcosa?- gli chiede quest'ultimo intento a fumarsi una sigaretta -Perché stai ansimando? Ti sei fatto una corsetta intorno alla scuola per qualche arcano motivo?

-Sa per caso se gli alunni possono allontanarsi da scuola per andare a casa?

Chiede Yuu tra i fiatoni.

-Non hai il permesso di uscire dalla struttura fino alle 15 di venerdì pomeriggio, quindi direi proprio di no
Risponde in modo tranquillo e disinvolto l'uomo

-Per favore è urgente! Si tratta di mia madre: non risponde e questa cosa non succede mai, sono preoccupato! Ho provato a chiamare mio nonno che vive con lei ma neanche lui risponde: devo andare a casa mia!

-Calmati, ragazzino. Te l'ho già detto: non puoi uscire dalla struttura fino alle 15 di venerdì. Oggi è mercoledì e non credo proprio che ti faranno uscire i professori.

-Io non mi calmo: mia madre ha bisogno di me, devo and-

L'uomo gli tende la mano con il pacchetto di sigarette e l'accendino

-Se sei nervoso dovresti fumarti una di queste: ti rilassa in una maniera che neanche puoi immaginare mio caro...

Commenta lui

-Non mi interessano le sigarette- dice spostandogli la mano bruscamente- a me interessa sapere come sta la mia famiglia! Lo vuole capire?!

-Allora perché non chiami tuo padre?

Silenzio. Dopo quella domanda nel corridoio del piano terra piomba un silenzio quasi fastidioso. È come se il tempo si fosse congelato non appena furono pronunciate quelle parole. "Perché non chiami tuo padre?". "Perché non chiami tuo padre?". Questa frase ormai si è conficcata nella testa del ragazzo ed è in loop da quando il sorvegliante gliel'ha detta.

-Ti senti bene, ragazzino?

Che deve fare? Deve dire al sorvegliante dell'assenza di suo padre a casa o deve tornare in camera in silenzio? Ce l'ha il numero del cellulare del padre? Potrebbe sembrare strano, ma lo ha, da qualche parte nella sua rubrica, ma lo ha. Aveva poco più di dieci anni e la madre gli aveva chiesto se le poteva gentilmente portare la rubrica cartacea perché doveva fare una telefonata e non si ricordava il numero da comporre. Si ricorda che, appena presa in mano la rubrica, era scivolato via un foglietto con un numero telefonico scritto sopra e accanto la scritta F. Nishinoya. Il numero non era quello del nonno, dato che lo aveva imparato a memoria, ma era diverso, e questo lo portò a pensare che avesse tra le mani l'unico modo di contattare suo padre.

-Noya!

Una voce lo richiama dai suoi pensieri.

-Ciao Tanaka!

-Che succede?- gli chiede il compagno -Qualcosa non va?

Guarda il sorvegliante e il pacchetto di sigarette.

-Me ne dia una

Tanaka guarda la scena confuso, ma realizza quando vede il sorvegliante passare una sigaretta e l'accendino al compagno.

-Vai fuori e riportamelo appena hai finito, inoltre ti consiglio di toglierti la divisa, altrimenti le rimane addosso la puzza di fumo e i professori incominciano a farti il terzo grado.

Il ragazzo annuisce

-Vieni con me, Tanaka?

Ryunosuke non sa cosa dire ma decide di seguirlo e così si avviano verso la stanza di Yuu

-Fumi?

-No, non ho mai fumato in tutta la mia vita.

-E perché allora ne hai preso una?

Nel mentre arrivano davanti alla porta della B11- la camera di Yuu.

-Perché quando non sai come sfogarti devi trovare un modo per farlo.

Si toglie la giacca di dosso gettandola sul letto e prende una felpa dall'armadio.

-Sai che fa male, no?

-Certo, ma conto di farlo solo oggi, non ho intenzione di diventare dipendente da un pezzo di carta e un accendino.

Esclama prendendo il bigliettino che aveva poggiato sulla scrivania e chiudendo la porta dietro di sé e l'amico. Escono dalla porta d'emergenza e si siedono sulle scale in ferro; Noya si mette in bocca la sigaretta, tira fuori l'accendino e l'accende e aspira un po di fumo. Non aveva mai fumato veramente fino a auel momento: aveva sempre fatto finta di fumare quando a tavola c'erano i grissini e faceva finta di aspirare e buttare fuori il fumo immaginario; butta fuori il fumo e fa cadere la cenere che si era formata. Adesso si sente meglio: sente che tutta l'ansia che aveva prima era volata via con il fumo della sigaretta.

-Che è successo prima che arrivassi?

Chiede Tanaka

-Mia madre- risponde Yuu facendo un altro tiro -non risponde al telefono e non l'è mai capitato. Ho chiamato mio nonno ma nemmeno lui risponde e quindi sono entrato in panico. Mio padre non lo vedo da più di dieci anni, non ricordo nemmeno la sua faccia e se gli somiglio in qualche modo, e quindi non so che fare: non posso aspettare venerdì per andare da mia madre.

Dopo aver terminato fa un altro tiro e, prima di poterne fare un altro, Tanaka gliela prende.

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