14

208 19 4
                                    

Il treno parte in perfetto orario, e questo è strano per essere un treno del fine settimana. Yuu è seduto accanto al finestrino, con gli auricolari nelle orecchie, intento ad ascoltare la musica nel mentre che si gode il paesaggio. Il viaggio in treno da soli non è uno spasso: non hai nessuno con cui chiaccherare della sua giornata, e non si trova neanche in uno di quei film americani dove succede sempre qualcosa in una delle varie carrozze del treno. Dopo quasi una decina di minuti il paesaggio gli sembra tutto uguale e questo gli causa una noia incredibile. È comodamente seduto sul sedile del treno e, nel mentre, le canzoni iniziano a diminuire di volume, i pensieri ad annebbiarsi sempre di più, le palpebre inziano a farsi pesanti. L'idea di farsi una dormita non gli dispiace, ma rischierebbe di perdere la sua fermata e di ritrovarsi dall'altra parte della regione. L'unica cosa che può dargli anche un minimo di fastidio è un leggero dolore alla testa e una strana sensazione, come se si trovasse nel vuoto. Per cercare di resta sveglio si guarda intorno: davanti a lui ci sono due signore anziane che chiaccherano divertite; al finestrino opposto, invece, si trova una famigliola di tre figli e il padre che cerca di tenerli a bada nonostante vogliano andarsene in giro per il vagone; arriva una signora dopo qualche minuto e inizia a parlare con il padre dei tre marmocchi, i quali la piantano subito di fare confusione e vanno a salutarla felici. Yuu guarda la scena e sorride dolcemente.
Improvvisamente, un brivido di freddo gli percorre tutta la schiena; siamo ormai a fine Aprile e lui sente freddo? Magari la temperatura da Tomiya a Sendai diminuisce, dato che Tomiya si trova più a nord rispetto all'altra città, però è troppo strano.
-Porssima fermata Tomiya, arrivo tra due minuti.
Annuncia la voce registrata del treno. Noya, affaticato dalla stanchezza, si alza, prende la sua borsa e si prepara a scendere. Barcolla e viene preso da un senso di vertigine per poco meno di un secondo e per questo motivo deve aggrapparsi ad una maniglia per evitare di cadere e per riprendersi. Cos'aveva in quel momento? Che fosse la stanchezza dovuta al ritorno a scuola? O semplicemente sono i postumi delle altre notti che si presentano ora? L'ultima cosa che vuole è esseresi preso l'influenza, però poi un flashback dell'altra notte, lui che esce di corsa dal dormitorio, senza felpa e arriva tutto sudato alla stazione dei treni.

-Sono arrivato
Annuncia Yuu con voce bassa appena varcata la porta di casa. Si siede e si toglie le scarpe infilandosi le pantofole, quando a un certo punto sente una voce arrivare da dietro.
-Ciao fratellone ben tornato a casa!
Gli dice Rarisa alzando la voce leggermente di più del solito. Nella testa di Yuu inizia a rimbombare questa frase a volume alto e si tappa le orecchie; il senso di vertigine avvertito prima in treno ritorna e il fastidioso mal di testa sembra tornargli all'improvviso.
-Cos'è questo? Un nuovo gioco? Come si chiama? "Tappati le orecchie e indovina la canzone"?
Yuu si poggia al muro nel mentre che Rarisa gli pone le domande; la bambina prima non capisce, poi, preoccupata, si avvicina al fratello: ha tutto il viso sudato e ansima, come se avesse appena corso la maratona.
-Sei finito nei guai per colpa mia?
Nel mentre arriva Urara che stava stendendo il bucato fuori nel cortile interno.
-Rari sei andata a vedere chi è arrivato, se i nonni oppure- vede il figlio accasciato sul muro e Rarisa accanto che lo guarda- Tesoro, che hai? Che ti è successo?- gli chiede avvicinandosi a lui e accarezzandogli dolcemente il viso -Sei tutto sudato, dammi la giacca che te la metto a lavare
-No, mamma, lasciamela addosso: ho freddo
Dopo quella risposta, Urara non ha più dubbi su cos'abbia il figlio. Lo aiuta ad alzarsi e - seguita a ruota dalla figlia - lo porta in camera sua, facendogli togliere la giacca della divisa e i pantaloni, facendolo vestire da casa e dandogli una coperta per fargli passare i brividi di freddo.
-Torno subito- dice al figlio dandogli un bacio sulla fronte calda- tu aspetta qui due minuti.
Dice uscendo dalla stanza.
Rarisa è rimasta ad osservare la scena e non sa cosa fare se non andare dal fratello per capire che cosa gli sta succedendo. Si avvicina a lui e gli si siede accanto, poggiandosi contro il suo corpo tremante avvolto da quella tenera coperta azzurra con le paperelle gialle.
-Sei arrabbiato con me?
Il fratello la guarda e gli mima un no con la testa aggiungendo un piccolo sorriso; la piccola lo abbraccia forte e cerca di insidiarsi tra le braccia del ragazzo per farsi coccolare un po. Arriva Urara attrezzata di termometro e medicine.
-Speriamo solo non sia alta-
Dice lei mentre mette il termometro acceso sotto l'ascella del figlio. A casa Yuu era sempre a urla, grida e canzoni e non riusciva mai a smettere di parlare, mentre oggi la situazione è diversa: oggi c'è silenzio nella sua stanza, nonostante sia tornato a casa per passare il fine settimana con la sua famiglia. Urara sa che in questi casi c'è solo una causa della silenziosità improvvisa del figlio: l'influenza. Il termometro suona e Yuu se lo toglie di dosso.
-Segna 38.2- vede la faccia esausta della povera madre: non sa esattamemte cosa sia successo in quei giorni, ma l'ultima cosa che vuole è vederla impazzire per via di due stupidissime linee di febbre -mamma sta tranquilla, non preoccuparti, ci posso pensare io a prendere le medicine, tu pensa a rilassarti un attimo.
Dice per poi tossire. Urara lo guarda preoccupata: è pallido come il lenzuolo del suo letto e l'unico segno di colore si trova nelle sue guance, rosse per via della febbre; i suoi occhi sono stanchi e lucidi, come se stesse per scoppiare in lacrime, e al disotto di essi compaiono due occhiaie violacee che gli segnano il viso. Al suo fianco vede la piccola Rarisa che cerca di nascondersi per evitare una sgridata, e che viene presa e spostata di peso dal letto alla sedia della scrivania.
-Resta lontana da tuo fratello finché non si sentirà meglio. Ci manca soltanto che ti ammali pure tu, Rarisa, e siamo apposto.
La bambina non riesce a capire: è solo un influenza stupida dovuta alla stanchezza, non è nulla di che.
-Perché non posso stare con Yuu, mamma? Non me la prendo la febbre, lo giuro, mamma.
-Amore, sei già stata in ospedale due giorni questa settimana, per favore: non complicare la situazione piu di quanto non lo sia già.
-Ma, mamma
-Niente ma, Rarisa Nishinoya: stai lì buona e non sbraitare.
Yuu le guarda discutere: gli sembra quasi di vedere le sue compagne di classe litigare perché a una piace il ragazzo dell'amica dell'amico, e questa cosa lo irrita parecchio, anche perché non si capisce mai dove vogliano andare a parare o che cosa vogliano dimostrare quelle tre galline ubriache. Lui odia la gente che urla - nonostante sia il primo a urlare come un isterico - , e l'unico luogo dove si è autorizzati a urlare, a suo parere, è la palestra. Inoltre il suo mal di testa inizia ad aumentare sproporzionalmente.
-Potreste smettere di urlare, grazie? Mi sta salendo il mal di testa più di quanto ne avevo prima quando eravamo giù all'ingresso e di quando ero solo in treno. Lasciala stare, mamma, vuole semplicemente rimanere qui e farmi compagnia, che problemi ti da?
-È stata in ospedale in questi giorni e non voglio avere due malati in casa, dato che già uno basta e avanza.
Rarisa vorrebbe dire alla madre che vuole restare col fratello come lui ha fatto con lei l'altra notte, ed è così fiera e contenta del bene che le vuole il suo fratellone, che lo vorrebbe urlare al mondo.
-Ma, mamma, anche lui ha fatto un sacco di cose per me, come quando l'altra-
Yuu capisce le intenzioni della sorella e tossisce il più a lungo e il più forte che può.
-Oh cielo, Yuu, vado a prenderti un po di sciroppo.
Dice Urara correndo in cucina. Il ragazzo trema dal freddo e guarda la sorella.
-Rari, non dire a nessuno quel che ho fatto, per favore, fallo per me.
Dice per poi collassare senza più in briciolo di forza sul letto.
-Mamma, aiuto! Yuu ha perso i sensi!

Riapre gli occhi a fatica, la vista è offuscata e confusa e gli sembra di sentire qualcosa di umido e fresco sulla sua fronte.
-Mamma? Rarisa? Dove siete?
La vista non è ancora nitida e tutto ciò che vede è il soffitto illuminato dalla luce del sole pomeridiano.
-Mamma? Dove sei? Rispondi, mamma.
Chiama con un filo di voce. Gli sembra di tornare piccolo chiamando in quel modo sua madre, come quelle volte che aveva paura del mostro nel suo armadio e la chiamava per cacciarlo via, come quando si sbucciava il ginocchio e andava a piangere da lei per il dolore e il bruciore. È troppo debole per riuscire a muoversi, e non vuole assolutamente lasciare il calore del suo letto per compiere altri movimenti.
La porta della stanza si apre ed entrano Urara e Rarisa con una bacinella d'acqua e un vassoio con sopra qualcosa.
-Sei sveglio, come ti senti?
Chiede la madre accarezzando il figlio e togliendogli dalla fronte il panno ormai asciutto e chiamandolo.
-Quanto ho di febbre?
-Prima quando sei collassato avevi 38.2, e quando stavi dormendo te l'abbiamo ricontrollata ed è arrivata a 39.1. Te l'ho misurata io da sola la febbre, lo sai?
Gli dice la sorellina avvicinandosi e poggiando la sua testolina di capelli castani contro quella del fratello. Yuu le sorride a fatica e lei gli passa una mano tra i capelli toccandogli anche la fronte bollente.
-Aia: scotti! Secondo me non gli è scesa nemmeno un pochino la febbre, mamma.
-Mi dispiace: sto rovinando il fine settimana a tutti voi.
Dice Yuu. Rarisa lo rassicura e nel mentre si mette a giocare col suo ciuffetto di capelli, aspettando il trillo del termometro. BIP. 39,3. A quanto pare la piccola ci ha preso in pieno.
-Sai che se hai 39 di febbre devi prendere la medicina?
Yuu non riesce neanche a esprimere un parere contrario da quanto è debole, e sente di nuovo chiudersi le su palpebre, senza che possa fare qualcosa per fermare la loro marcia verso il basso.
-Yuu, resta sveglio qualche altro minuto e prendi la pastiglia
Dice la madre, mentre Rarisa lo scuote dolcemente per tenerlo sveglio.
-Dai, fratellone: se non prendi la medicina ti sentirai peggio; anche io non volevo prendere lo sciroppo quando ero in ospedale, ma l'infermiera mi ha detto che mi avrebbe fatto bene e che non aveva un brutto sapore, anzi, sapeva di fragola.
Yuu la guarda confuso: vede due Rarisa che gli parlano e non sa quale delle due sia la sua vera sorellina. Forse è davvero il caso di prendere la medicina prima che peggiori e che incominci a delirare, pure. Urara prepara le due pastiglie e il bicchiere d'acqua, porgendo quest'ultimo al figlio.
-Forza e coraggio
-Che dopo Aprile viene Maggio
Yuu tossisce e cerca di mettersi seduto sul letto per evitare di bagnare inutilmente il cuscino.
-Una alla volta, tesoro: vedrai che ti sentirai molto meglio se le prendi ora.
-Dai, Yuu, forza!
Noya prende in mano le pastiglie e se le infila in bocca entrambe per poi bere tutta l'acqua contenuta all'interno del bicchiere. Lo consegna alla madre e si lascia cadere sul letto nuovamente. Rarisa prende il panno bagnato e glielo posa sulla fronte. Lui sussulta per il brivido provato, però poi la smorfia si trasforma in una leggera curva di piacere. Un po di fresco è, così, arrivato in quell'inferno bollente che sente proprio sotto la sua pelle.
-Va meglio, vero?
Chiede la bambina al fratello che le risponde annuendo.
-Ti veniamo a controllare più tardi, tu ora riposati un po.
Dice la madre con la sua voce pacata.
Le tendine della stanza si chiudono, la luce si spegne e la porta si chiude dietro a Urara e Rarisa che scendono al piano di sotto, lasciando il febbricitante Yuu solo e tranquillo. In poco tempo le palpebre si richiudono nuovamente e il ragazzo si lascia andare ai suoi strani sogni di febbre che gli fanno visita.

Ricorda di essere amato!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora