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Yuu esce dalla scuola e si dirige verso il parco collocato vicino al dormitorio. Ha trovato le indicazioni per arrivare al bar su Internet, quindi sarà facile per lui arrivarci.

La giornata di oggi è veramente brutta: il cielo è coperto dalle nuvole minacciose di pioggia e lo rendono di un grigio da far tristezza; per strada non c'è un anima viva e sembra una giornata autunnale, non estiva.

Entrando nel parco, tramite il cancello principale, nota come gli alberi appaiano cupi e tristi; la stradina sterrata che sta percorrendo costeggia, insieme a una recinzione di legno, un adorabile laghetto con qualche papera che sguazza al suo interno ed è circondato da piccoli arbusti e cespugli verdi, ingrigiti dalle nuvole cariche di pioggia. Sperava di poter trovare qualcuno almeno lì, ma non vi è l'ombra di un essere umano in quel parco. Ad un certo punto la stradina entra in una piccola zona dove gli alberi fanno da padroni. Quel verde è davvero rilassante, nonostante lui lo odi come colore, e deve ammettere che questo piccolo spazio verde in una città grigia come Sendai è davvero incantevole e gradevole sia alla vista che alla mente. Si alza una leggera brezza nel mentre che continua lungo lo sterrato. Forse avrebbe fatto bene a portarsi la felpa che aveva addosso stamattina, non importa se la gente l'avrebbe preso per un pazzo, perché, ammettiamolo: chi si porta a presso la felpa a metà agosto?

Man mano che avanza, la musica nelle sue orecchie continua ad andare avanti insieme a lui e gli tiene compagnia; ma a ogni nota, a ogni verso gli sembra che le canzoni stiano diventando sempre più pesanti e difficili da seguire. Il ritmo della batteria gli rimbomba nel cervello, andando ad amplificare il suo mal di testa onnipresente, e la voce del cantante pare che si stia abbassando sempre più, trascinando verso il fondo, con sé, l'umore del ragazzo. L'impressione che gli da è quella di soffocare, come se stesse lottando per cercare di rimanere a galla per respirare e per non affogare, come se stesse correndo lungo il percorso che fanno ogni volta per il riscaldamento all'allenamento. Il respiro si affanna e si ferma. Accende il suo MP4 e interrompe la canzone. Per un attimo gli è davvero sembrato davvero che stesse smettendo di respirare, ma, appena gli strumenti vengono interrotti bruscamente, quella terribile sensazione scompare. No, non se lo è immaginato, ha davvero sentito i suoi polmoni svuotarsi dell'aria che avevano al loro interno e non riempirsi più. Vuole davvero migliorare e sa che se non inizia da subito non riuscirà più a farlo.

Uscendo da quel piccolo bosco intravede una sottospecie di inferrata nera e, dietro di essa, una sottospecie di casotto con un insegna nera. La voce del navigatore gli comunica allegramente di essere giunto a destinazione.

-Buon pomeriggio

Dice aprendo timidamente la porta del locale.

-Salve- gli replica il barista intento ad asciugare due grandi boccali per la birra -posso aiutarti in qualche modo? Vuoi qualcosa da bere?

-Sto aspettando una persona, Zarc Overlay. Sono uno studente del Karasuno. Mi ha detto di dirle che sta arrivando.

Il barista lo scruta e poi gli fa un sorriso prendendo un bicchiere e riempendolo d'acqua.

-Zarc, Zarc, Zarc. Non cambi proprio mai: sempre a scuola a farsi in quattro per ogni suo singolo studente. Immagino tu sia uno dei suoi alunni, vero?- il ragazzo annuisce in segno di approvazione -Sempre, bravo, buono e comprensivo?

Domanda lui poggiando sul bancone il bicchiere pieno, offrendolo al ragazzo.

-Sì, è sempre pronto ad aiutare tutti, indipendentemente dal fatto che tu sia o no un bravo ragazzo. Ah comunque grazie per l'acqua.

Dice sedendosi su uno sgabello e bevendo, poi poggia il bicchiere sul bancone e e si guarda meglio intorno: il locale è davvero carino ed è anche luminoso, nonostante da fuori dia l'impressione opposta. Il bancone è circondato da tavolini e sui muri sono appese varie foto della città e delle varie squadre e feste. percorrendo quel muro di ricordi con lo sguardo ritorna al bancone e nota la figura di quello che dev'essere un uomo sdraiato sulla superficie lignea.

-Come ti chiami, se posso chiedere?

-Yuu-

-Come mio figlio! Oh, ma che cosa sto dicendo, avrà cambiato nome, conoscendo sua madre!

Commenta l'uomo appoggiato al bancone. Ora Yuu lo guarda meglio: ha l'aspetto di un uomo d'ufficio un po malandato. Ha la giacca poggiata sul bancone e la cravatta rossa che indossa è allentata per evitare di strozzarsi, mentre la camicia bianca è leggermente sbottonata.

-Lascialo in pace, amico, non vedi ch'è un ragazzino?

-Oh, Takeru, tu non puoi capire! Non sei sposato, e non sai veramente che ciò che prova un padre nel doversi separare dalla propria famiglia, nel dover andare via dalla propria casa! Non mi ricordo nemmeno com'è il viso del mio bambino, oddio, bambino, sarà diventato grande. Non so da quanti anni abito a Sendai. Mio figlio era una delle poche cose per cui continuavo a lavorare e per cui mi alzavo dal letto al mattino. Chissà come se la sta cavando, come è diventato e se sta continuando a studiare. Mi chiedo se lui si ricorderà la faccia del suo vecchio! Mi manca il mio bambino, mi manca da morire, mi manca davvero, davvero tanto!

-Hey Fu, sei ubriaco e stai delirando, meglio se ritorni a casa e ti riposi un po, sarà stata una giornata estenuante.

-No, ti prego, dammi un altro po di birra o del sakè, così mi sento meglio e mi dimentico della mia famiglia una volta per tutte, Takeru. Oggi la mia compagna se n'è andata di casa e mi ha piantato in asso. Dimmi tu se ha un senso continuare tutto questo, amico mio!

-Non lo so, ma so che, sicuramente, fare questo tipo di discorsi davanti a un ragazzino non è il massimo.

Takeru va dall'amico e lo solleva dal bancone, mettendolo in piedi e conducendolo verso l'uscita, ma lui si aggrappa alla maglietta di Yuu e lo guarda.

-Figliolo, ascolta bene queste parole e segnatele: non ti innamorare, c'è troppo da mettere in gioco e mai ti dovesse capitare di innamorarti e di essere ricambiato, allora ti prego di scegliere di lasciar stare e di non farti prendere dalla sua stretta morsa, perché non sopporterei di sentire un altra storia simile alla mia, ti prego-

-Yuu!

Overlay arriva e afferra il ragazzo, tenendolo stretto, mentre Takeru porta via l'uomo.

-Ti prego, te lo sto dicendo perché la vita può far cose terribili!

Dice uscendo dalla porta e allontanandosi. Takeru ritorna al banco e riempie un secondo bicchiere d'acqua per Yuu.

-Scusatemi, non volevo che succedesse una cosa del genere con il mio amico, ma oggi era a pezzi, la compagna lo ha lasciato e lui è rimasto da solo, poi nemmeno a lavoro gli sta andando tanto bene... come ti senti, Yuu?

-Scosso... non immaginavo che mi avrebbe preso per la maglia e mi avrebbe parlato in quel modo...

-Mi dispiace... vi offro un pezzo di torta e un caffè

Ti avevo detto di non uscire, ma tu hai fatto come volevi.

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