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Sono solo le 11 e al neo-liceale non sembra vero che abbia da fare ancora le due ore prima della pausa-pranzo più le altre due del pomeriggio. Chi glielo aveva fatto fare si iscriversi al liceo? Ah già: lui stesso!

L'aula è davvero grande e luminosa: ci sono due enormi finestre che percorrono il muro alla sua sinistra e che affacciano sul cortile interno della scuola; ci sono quattro file con sei banchi ciascuna e lui è seduto in una di quelle, all'ultimo banco, da dove può vedere tutti i suoi compagni. Sembrano tutti dei bravi ragazzi, e per giunta simpatici, tranne forse due o tre che, a primo impatto, non gli sono sembrati tanto amichevoli e vogliosi di conoscerlo.

La lezione è una vera palla: Inglese. Lui non se la cava male con l'inglese, non gli disturba il fatto di conoscere una lingua in più per insultare i suoi coetanei, ma odia le spiegazioni, più che altro perché tende a distrarsi facilmente e concentrarsi per lui è una vera e propria odissea. Le materie in cui va bene si possono contare sulle dita di una mano: inglese, educazione fisica, scienze e musica. Quest'anno hanno anche deciso di aggiungere filosofia alle materie da studiare e, dato che non ha idea di che cosa si tratti, non sa se andrà bene o sarà un altra della materie da aggiungere alla lista dei suoi fallimenti.

Nel frattempo suona la campana della ricreazione e si alza di scatto per andare a controllare la bacheca affissa fuori in corridoio; su di essa sono scritti gli avvisi dell'apertura dei club serali e delle squadre sportive e proprio in questa categoria appare lei: "squadra maschile di pallavolo, da lunedì prossimo alle 17 nella palestra dell'istituto". E fatta. Gli basta soltanto tornare in classe e segnarsi l'orario e il luogo sul quaderno.

Girandosi nell'intento di ritornare nell'aula sbatte contro qualcuno, qualcuno molto più grosso di lui.

-Stai attento a chi ti trovi davanti, nanerottolo!- lo rimprovera il ragazzo con cui si è appena scontrato- Sai, sembri quasi uno di quegli piccoli gnomi che si trovano nei giardini delle case dei film americani, per caso sei scappato da lì?

Aggiunge ghignando e attirando l'attenzione di tutti gli altri presenti in corridoio.

Una cosa che Yuu detesta è essere al centro dell'attenzione quando non è lui a deciderlo, ma un altro. Adora quando la gente ha occhi solo per lui quando gioca, ma quando si tratta di momenti come questi vorrebbe sprofondare nel pavimento dalla vergogna e dall'umiliazione che prova.

-Da quando la gente viene discriminata per la sua altezza- dice un altro ragazzo -Digli un altra cosa sulla sua altezza e la finisci qui in corridoio, non mi importa di quanto tu sia grosso o del fatto che tu possa essere o no del secondo o del terzo anno: non si dovrebbe mai prendere in giro una persona per la sua statura!

Aggiunge il ragazzo con un tono autoritario e minaccioso.
Il primo si allontana seccato mentre il secondo si gira a vedere meglio chi ha appena difeso. Yuu è quasi certo di aver già visto quella testa di riccioli biondi da qualche parte, e di recente.

-Io ti conosco: sei Nishinoya della classe 1-3! Piacere sono Ryunosuke Tanaka, anche se puoi chiamarmi solo Tanaka o Ryunosuke, tanto non mi pongo tanti problemi sul fatto di farmi chiamare per nome o per cognome. Sono anche io in quella classe comunque!

Dice il compagno a Yuu. Ecco dove lo ha visto: è nella fila prima di quella accanto alla finestra, nel banco accanto al suo!

-Piacere, Tanaka, io sono Yuu ma se vuoi mi puoi chiamare anche semplicemente Noya, dato che Nishinoya a casa mia lo usano soltanto quando combino qualcosa di male e il mio nome, ecco, non è dei migliori che si possono sentire.

Dice Noya accennando una piccola risata nervosa e grattandosi la nuca.

-Piacere mio, Noya! Ti ho visto che guardavi la bacheca: sei interessato a qualche club?

Quella testa bionda di Tanaka sembra così invadente alla prima impressione, ma sotto sotto sembra uno in gamba e simpatico, per giunta, quindi che c'è di male a dirgli la verità e nel condividere con lui un suo interesse?

-In realtà sì: mi interessa il club di pallavolo e ho visto che-

-Giochi a pallavolo? Anche io ma è incredibile! In che ruolo?

-Libero...

-Davvero?! Io sono uno schiacciatore laterale. Stavo pensando di andare anche io a provare a entrare nel club: che ne dici di andarci insieme lunedì? Vorrebbero entrare anche altri tre miei amici delle medie in squadra, magari ci vai anche d'accordo, uno è in classe con noi, aspetta che lo vado a chiamare. Chikara! Vieni che ti devo presentare una persona, forza!

Può sembrare strano, ma la proposta di Tanaka ha incuriosito Yuu che accetta molto volentieri l'idea.

Passano le ore sull'orologio e tra una lezione e l'altra si fanno le 15. Le lezioni terminano e i ragazzi posso essere liberi di ritornare a casa o nelle loro stanze. Resoconto di questa prima giornata di scuola: ha conosciuto Tanaka e Ennoshita a ricreazione e Narita e Kinoshita, gli altri due amici, all'ora di pranzo a mensa. Ah, a proposito della mensa, si potrebbe dire che è come una mensa normale di una scuola normale: davvero pessima.

Yuu arriva in camera, getta la cartella di scuola sulla scrivania e si butta sul letto. Non ha controllato il telefono per l'intera giornata, nemmeno durante le pause e i cambi dell'ora, e adesso che è libero da tutto e tutti può finalmente farlo. Gli arriva un messaggio dalla madre: "buona fortuna tesoro!". Si forma un leggero sorriso sul volto di Noya, che decide di volerla chiamare per sentire come avevano passato la giornata loro a casa. Apre la sezione per le chiamate, compone il numero sul tastierino, lo fa squillare. Nessuna risposta. Prova a richiamare: magari è semplicemente lontana dal cellulare e non l'ha sentito squillare. Ripete il procedimento un altra volta, ma non risponde nessuno. Urara non è una persona dipendente dal telefono, ma se non risponde alle chiamate del figlio allora è sicuro che qualcosa non quadra.

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