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Sono passati due mesi da quando Nishinoya e Kurosaki hanno avuto quella sottospecie di lite in classe. Alla fine il preside ha deciso che Kurosaki sarebbe stato sospeso per due settimane, come già anticipato dal professore durante il colloquio con Urara. Al libero non importava granché sul fatto che il compagno fosse stato sospeso perché, bene o male che fosse, sarebbe ritornato a dargli fastidio dopo le due settimane a casa.

Siamo ormai in agosto inoltrato ma, nonostante sia estate, il cielo questa mattina è cupo e sembra che da un momento all'altro stia per mettersi piangere. In più fa freddo. Yuu è seduto fuori nelle scale di emergenza del dormitorio, con un enorme felpa bianca addosso, e si sta fumando una sigaretta in santa pace, approfittando dell'assenza di professori e compagni guardoni. Nonostante siano appena incominciate le vacanze estive, lui non è voluto tornare a casa: è veramente furibondo con la madre e non sopporta l'idea di tornare a Tomiya fingendo che nulla sia accaduto. Non avrebbe mai pensato che sarebbe stata lei a tradirlo, la donna più speciale per lui, ancor prima di Roxanne; a proposito: Roxanne non si è tirata indietro appena saputo l'accaduto dagli altri ragazzi, ma ha fatto e sta facendo di tutto per restare accanto al povero Yuu, ovviamente anche grazie al sostegno di Tanaka e gli altri, che però sono ritornati nella loro città per queste vacanze, ma hanno promesso al loro amico che sarebbero venuti a prenderlo qualche giorno prima di ritornare a scuola per passare insieme, a casa di Chikara, quegli ultimi attimi di libertà.

Guarda il mozzicone di sigaretta che tiene in mano e gli viene in mente la prima volta in assoluto che ha fumato. Non ho intenzione di diventare dipendente da un po di tabacco, un pezzo di carta e un accendino. Ride al solo pensiero, e preferisce ridere anziché piangere, come ha fatto nei giorni passati. Che idiota: ci è cascato in pieno. Credeva di essere più forte della dipendenza, ma si sbagliava alla grande.

Il telefono trilla. Controlla la tendinadelle notifiche e vede il solito messaggio di Asahi che gli domanda se sta bene e se è davvero sicuro di voler passare l'estate in dormitorio. Questa cosa va avanti da una settimana e lo sta iniziando a stancare. Risponde con un semplicissimo "sì, ne sono sicuro".

Esattamente, perché gli dai ancora corda? Non rispondermi con il solito "ci tiene ed è un mio amico". Hai fatto lo st3sso discorso per quei quattro deficienti di Matsushima. Io e te stiamo bene qui da soli e non hai bisogno di nessuno. Ricordati cosa ti ha fatto tua madre, vuoi stare ancora male? No, quindi meglio restare da soli. L'unica con cui parlerai sono io.

-A volte è proprio da chi non ce lo si aspetterebbe mai che vengono fatte determinate azioni. Immagino che non ti sia servito a niente il discorso che ti avevo fatto sulla noia qualche mese fa allo sportello...

Una voce gli arriva da dietro e si gira di scatto trovandosi la figura di Overlay in piedi che lo guarda.

-Buongiorno professore, come mai è qui a scuola?

-Curioso, stavo per farti la stessa identica domanda, sai, Yuu? Sono di Sendai e abito a poche centinaia di metri da qui, ma tu abiti a Tomiya che non dista proprio cinque minuti a piedi. Mi è giunta voce che non sei voluto tornare a casa tua e che te ne sei rimasto qui da solo con signor Azumi che ogni tanto viene a vedere se sei vivo o no. Sono venuto a controllare come te la stessi cavando, ma mi sembra che tu sia abbastanza tranquillo.

Digliene due, Yuu, dai: fagki vedere che non hai bisogno veramente di lui.

-Esattamente. Quando sono da solo sono tranquillo e nessuno si fa male. Le dispiace se la finisco? Ah e comunque non la fumo per noia, ma per stress.

Dice mostrando quel che resta da fumare della sua sigaretta.

-Sì, fai pure, tanto so che è inutile dirti di no e che il fumo fa male- dice sedendosi accanto a lui cercando un contatto visivo -Non sei venuto allo sportello d'ascolto per un po e durante le lezioni di storia e filosofia non sei più stato attivo, non mi hai più aiutato e eviti costantemente di incrociare il mio sguardo, quindi suppongo che qualcosa non vada. Sicuro di non volerti fare una chiacchierata, anche qui, tanto chi vuoi che ci ascolti? Le scale in ferro? Gli alberi del cortile? Puoi anche tenere accesa la sigaretta e dire tutto ciò che ti passa per la testa.

Ricorda cosa ti ho insegnato: non hai bisogno di niente e nessuno.

Lui non risponde e finisce di tirare facendo poi cadere un po di cenere nel vuoto, poi si decide ad aprir bocca.

-Anche le parolacce?

Prima di rispondere, l'insegnante ci pensa un attimo. Gli ha detto di sì per la sigaretta, quindi perchè dovrebbe vietargli di usare le parolacce se lo aiutano ad esprimersi meglio?

-Va bene, però vedi di non cadere troppo nel volgare, altrimenti non ti do più il consenso di usarle.

-Non sono venuto a parlare perché, dopo quella discussione che abbiamo avuto io e mia madre, mi ha fatto veramente incazzare il fatto che lei abbia chiamata mia madre senza avermelo chiesto prima, anche se avevo perso i sensi. Con mia madre non ho intenzione di parlare, con lei, professore, posso anche fare un eccezione.

Adesso si aspetta che gli rinfacci il fatto che lui stesso gli avesse detto che dopo tutto quello che sarebbe potuto succedere con sua madre, lui non si sarebbe mai potuto arrabbiare con il professore.

-Hai ragione, avrei dovuto aspettare che ti svegliassi prima di chiamare tua madre, ma l'ho fatto perché ero preoccupato che potesse finire in un modo peggiore dello scorso anno: Kurosaki non ha mai minacciato nessun alunno della scuola dicendogli che gli avrebbe spaccato un arto, e lì ho avuto veramente paura che arrivasse il momento di chiamare l'ambulanza. In quel periodo ti ho visto migliorato da un punto di vista della socialità, ma non dal punto di vista della salute e della tua felicità, o almeno così mi è parso di capire, perchè, non sempre, quando ci sembra che tutto ci stia andando bene, siamo realmente felici.- quelle parole catturano l'attenzione del ragazzo che si gira a guardare il professore nel mentre che termina il suo discorso- Io non posso ancora giudicarti o farti una diagnosi, ma ho l'impressione che avrai bisogno di un aiuto maggiore di quello che do a tanti altri ragazzi che frequentano lo sportello d'ascolto. Non voglio tenerti nascosto nulla, quindi ti dirò l'idea che mi sono fatto sul che cosa potresti avere: credo che tu, per quel tanto che abbiamo parlato, possa avere una distimia, una leggera forma di depressione. Non è un problema difficile da risolvere, ma deve partire da te la voglia di star meglio, Yuu.

Non dargli retta, Yuu: è una trappola.

Piomba il silenzio tra alunno e insegnante: nessuno dei due sa più che dire. Yuu è zitto. Tutto quello che voleva dire al professore glielo ha detto e dopo quella lunga spiegazione non sa se essere arrabbiato o vederla dal lato positivo: forse ha trovato qualcuno disposto ad aiutarlo. Ora è solo, non sa nemmeno se ha ancora una famiglia, ma Overlay gli sta tendendo un amano d'aiuto. Deve farsi vedere nella sua forma più vera, scoppiando in pianto, oppure rimanere la persona orgogliosa che si è mostrata fino ad adesso e rifiutare? Lui vuole stare meglio di come sta adesso, ma ha paura di dover mostrarsi davvero per quello che è, ovvero un ragazzino che ha paura e si nasconde dentro la sua corazza fatta di ferro, ma se questo è il prezzo da pagare per sentirsi bene con sé stesso, allora è disposto a farlo.

-Intende dire che se voglio migliorarmi è necessario che questa cosa parta da me? Ci sarà lei ad aiutarmi se dovessi decidere di volerlo fare, vero? Perché è lei l'unica persona che vorrei mi aiutasse, prof.

Cosa stai dicendo?

Zarc resta sorpreso dalle parole del suo alunno e gli si forma un grande sorriso in viso.

-Certo, Yuu, puoi contare su di me. Facciamo così: oggi, anziché startene chiuso qui nel tuo 'castello', ti vai a fare una passeggiata per la città, ci stai? Ricorda: si incomincia sempre a piccoli passi.

-Lei non viene con me?

-Mi piacerebbe, ma devo andare in presidenza a parlare con il vicepreside sul fatto che alcuni volumi della biblioteca siano ridotti in condizioni veramente pessime, ma tu vai a farti un giro e non pensare a me. 

-Se a lei va ben l'aspetto, tanto non ho fretta

-Fidati, vai ora che non ha ancora iniziato a piovere. C'è un bar qui vicino dove mi conoscono: dì che conosci Zarc e che sei un allievo del Karasuno; io cercherò di fare il più in fretta possibile con i libri e i raggiungo appena ho finito. Il bar è a cinque minuti da qui e si chiama 'Il corvo': lo riconosci perché è all'entrata di un parco e ha un insegna nera.

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