Capitolo 3

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DANIEL'S POV.

Davanti a me avevo un gigante. Non che io lo temessi, anzi. Schivai alla perfezione tutti i suoi ganci destri come mi avevano insegnato in riformatorio. Ero cresciuto con una madre che tornava a casa ubriaca un giorno si e l'altro pure. Ero io a portare a casa i soldi, come potevo, tra un incontro e l'altro, ma poi scappai di casa e lasciai mia madre da sola con quel coglione di mio zio. Moltissime ragazze facevano il tifo per me, ma erano tutte puttane. Tutte, tranne quella ragazzina dai capelli rossi e gli occhi verdi, appoggiata alla porta dell'entrata del White Dragon. Non si era neppure resa conto di tutte le persone che la guardavano male, ma a lei non sembrò importare. Aveva gli occhi fissi su di me, sembrava quasi che stesse lottando contro se stessa per non guardami. Mi arrivò un gancio sinistro che schivai e ricambiai subito dopo con una ginocchiata nell'addome. Lui indietreggiò prontamente per il dolore. Lo si leggeva nel suo volto. Al contrario mio che invece non facevo trapelare le mie emozioni, a patto che le avessi ancora. Ne ero davvero stufo di quelle stupide emozioni. Si viveva meglio senza.
<< Avanti Hasher, non vorrai fare una brutta figura. Tutte le ragazze che ti sbatti ti stanno guardando. >> dissi fissando la mandria di puttane che urlavano
<< Perchè non ti ci fidanzi? >> domandò tra un pugno e l'altro. Feci un ghigno e lo finii con una gomitata sulle costole, che lo stese. Con una mano si teneva il fianco sinistro, continuando ad ansimare per il dolore.
<< Per la cronaca, io non sono un tipo da fidanzamento. >> dissi chinandomi sul suo corpo sdraiato a terra, dolorante. Non avevo mai perso nessun incontro, e non avevo mai preso un solo pugno, era fortunato ad essere ancora vivo.
<< Complimenti Parker, questi sono i soldi che ti spettano. >> mormorò l'organizzatore dei match. Presi i miei soldi e lo salutai con un cenno. Scesi rapidamente gli scalini e mi ritrovai tra la folla. Ignorai tutte le ragazze che cercavano di avvicinarsi a me e andai spedito verso quella ragazzina, che non appena mi vede sbuffò infastidita.
<< Ancora tu? >> la sua voce era carica di disgusto. Mi guardava come se fossi un ragazzo qualunque. Non aveva paura di me, non mi temeva, e questa cosa mi faceva incazzare e arrapare allo stesso tempo.
<< Sei tu che mi segui, ragazzina. >> i suoi occhi si accesero per la rabbia. Era estremamente eccitante.
<<Ti ho detto di non chiamarmi ragazzina>> disse ad un palmo da me. Non potei fare altro che ridere di gusto fin quando ad un certo punto sentii la guancia in fiamme. Quella mocciosa mi aveva dato uno schiaffo, a me! Le feci lo sguardo più minaccioso che riuscii a fare, sperando di farla retrocedere, ma non lo fece anzi, mi guardò con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate, facendo risaltare il suo seno. Involontariamente il mio sguardo cadde proprio lì, ma poi mi ricomposi.
<< Non credere che perché sei una ragazza io non possa colpirti >> dissi. Nonl'avrei mai fatto, ma lei  questo non lo sapeva. Non si mosse di un passo quando avanzai. Era assurdo il modo in cui mi provocava senza rendersene conto.
<< Provaci. >> il suo tono di sfida mi stupii. Prima che potessi risponderle, un dolore pungente mi esplose tra le gambe. Quella maledetta ragazzina mi aveva dato un calcio nei coglioni. Feci un ringhio di dolore e lei non c'era più. Scomparve nel nulla.

***

Presi la macchina parcheggiata all'uscita del Withe Dragon, e proprio quando stavo per mettere in moto e andare via, sentii un grido acutissimo. Scesi dalla macchina e dopo poco vidi quella ragazzina, distesa a terra, con le mani puntate nell'addome e qualcuno che continuava a darle calci. Il mio istinto mi disse di correre e salvarla, ma prima osservai la scena per capire come comportarmi. Con lei c'era anche la sua amichetta, che era invece messa in un angolo con gli occhi sgranati dalla paura a non fare niente. Mi spostai di lato per vedere meglio la scena. Un altro uomo incappucciato mirò con una pistola alla testa della ragazzina, e fu allora che scattai. Cazzo, mi conosceva solo da un giorno e già l'avevano attaccata. Era questo quello che succedeva alle persone che mi stavano vicino. Corsi verso la sagoma nera e lo disarmai nell'immediato. Provò a darmi un pugno ma lo fermai,girando il suo braccio contorcendolo. Dalle sue labbra uscì un grido inumano. Infine, come colpo di grazia, presi la sua testa e la sbattei contro il cemento. Cadde a terra, privo di sensi. Mi voltai per occuparmi dell'altro tizio, ma lei l'aveva già spedito a terra con un naso rotto. Però, non me lo aspettavo da una ragazzina minuta come lei.
<< Stai bene? >> chiesi cercando di mascherare la soddisfazione nel mio volto. Lei annuì e poi fece un lieve sorrisino.
<< Allora anche Daniel Parker ha un cuore.>> disse, cercando di nascondere il rossore che sorgeva impetuoso sulle sue guance. Mi limitai a sorriderle per poi scrollare le spalle. Avevo davvero un cuore? No. Io non avevo un cuore, l'avevo fatto solo per divertimento.
<< Venite, vi accompagno a casa. Non voglio la responsabilità di due mocciose. >>
La ragazzina, mi guardò per un po' e strinse gli occhi in due fessure per poi fare un dito medio, ma non disse niente, quasi come se ci fosse rimasta male dal mio commento.
<< Dove abitate? >> domandai una volta salito in auto, e la risposta mi spiazzò.
<< All'orfanotrofio del centro. >> disse la ragazzina, senza guardarmi. Era orfana?
Non lo avrei mai immaginato, credevo appartenesse ad una di quelle famiglie super ricche. Arrivammo dopo soli dieci minuti, e vidi immediatamente la struttura. Era una struttura spoglia, somigliava vagamente ad un carcere minorile, un po' come quello dove avevo vissuto io per tre fottutissimi anni.
<< Grazie per il passaggio. >> disse la ragazzina facendo un sorriso veloce, senza emozioni e subito dopo scese dalla macchina.
<<La prossima volta cercate di fare un pigiama party, invece di rischiare la vita.>> dissi con gli occhi socchiusi. Lei in risposta sbattè violentemente la porta dell'auto, facendomi sobbalzare. Ma la domanda che mi continuavo a fare era solo una:

Avevo davvero un cuore, oppure non ne rimaneva niente che un pezzo di carne congelato?

Angolo autrice:
Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi piaccia. Sono davvero felice dei commenti precedenti a questo capitolo.
Ci tengo davvero tanto a questa storia e sono felice che vi stia piacendo.

Al prossimo capitolo.
Baci. ❤️

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