LYDIA'S POV.
<< Quindi Hardy, dice '' L'illudere qualcuno che non vi interessa non è da voi. '' >> spiegai a Daniel. Annuì e poi poggiò la sua mano sopra la mia.
<< Sei sicura di stare bene? >> la sua voce tremava leggermente. La solita sensazione che avevo ogni volta che mi sfiorava si ripresentò.
<< Si, stai tranquillo.>> affermai annuendo. Istintivamente intrecciai le nostre mani. Boccheggiai nel tentativo di spiegare perché l'avessi fatto, ma lui aumentò la presa sorridendomi. Il suo sguardo penetrante si posò su di me, squadrandomi senza una punta di vergogna. Il suo pollice accarezzava la mia mano disegnando cerchi immaginari.
<< Ho avuto davvero paura, Lydia.>> ammise in un sussurro. Era così vulnerabile che sembrava un bambino. Nelle mie labbra spuntò un sorriso e mi avvicinai al suo volto. Presi a coppa il suo viso, mossa da un audacia che non conoscevo e si irrigidì immediatamente.
<< Io sto bene, te lo giuro. >> ribadii sicura. Lui annuì e si allontanò da me, camminando avanti e indietro. Le sue mani erano chiuse tra i suoi capelli e i suoi occhi erano socchiusi, proprio come le sue labbra carnose.
Mi avvicinai a lui e domandai:
<< Mi dici cosa ti turba ? >>
Finalmente aprì gli occhi, così terribilmente scuri e un dolore mai provato si fece strada nel mio petto. I suoi occhi erano lucidi e arrossati. Come se si stesse trattenendo dal piangere. Non credevo che un ragazzo talmente pieno di sé, arrogante e sfacciato, potesse essere così dolce.
<< Io non so il perché, ma ieri, quando ti ho vista in quel lettino, priva di sensi, sono stato male. Lydia io non ho avuto solamente paura. Io ero terrorizzato. Terrorizzato all'idea di perderti. Io non posso... >> spiegò chiudendo più volte gli occhi per non far trapelare più del dovuto le sue emozioni.
<< Io sto bene, davvero. Non devi avere paura per me. >> riuscii a dire prima che un singhiozzo soffocato uscisse dalle mie labbra. Vederlo così indifeso mi aveva stretto il cuore in una morsa di ghiaccio. I suoi occhi ispezionavano il mio viso, con un sorrisino tra le labbra. Sembrava quasi malinconico.
<< Lo sai, tu somigli molto a mia madre. Lei è testarda, irrimediabilmente orgogliosa e fottutamente bella. >> spiegò, fissando le mie labbra. Si avvicinò a me, fin troppo velocemente e ad un passo da me disse : << Dovresti fermarmi. >>
La sua voce era roca, e maledettamente eccitante. Io scossi la testa e tirai leggermente il mio labbro inferiore facendolo ansimare.
<< Non voglio che ti fermi. >> riuscii a dire. L'eccitazione stava aumentando a dismisura. Era tanto che non assaporavo le sue labbra, fin troppo. Spinta dal coraggio, appoggiai le mie labbra sulle sue, trovandole già dischiuse. Le mie braccia si appropriano del suo collo, spingendolo più vicino a me. Le sue mani finirono sui miei fianchi e mugolò di piacere quando assaporai lentamente il suo labbro inferiore. Tirò leggermente i miei capelli di lato, per approfondire il bacio. Sapeva di menta e sigaretta, un sapore che conoscevo bene. Il suo profumo si mischiò con il mio e finalmente mi sembrò di sentirmi a casa. Mi fece sedere sopra il tavolino dove si svolgevano le nostre lezioni e si posizionò tra le mie gambe. Emisi un gemito strozzato quando le nostre intimità si sfiorano. Allacciai le gambe intorno alla sua vita per sentirlo più vicino e stavolta fui io a ruotare i fianchi. Grugnì e si allontanò di un passo. Le sue labbra erano gonfie e rosse, i suoi capelli erano scompigliati. Era incredibilmente bello. Di una bellezza sovrumana.
<< So che sembra strano, ma aspetta.>>
disse tra un sospiro e l'altro. Si passò nervosamente le mani tra i suoi capelli neri e lucenti e poi finalmente mi guardò.
<< Se non mi fossi fermato, non sarei più riuscito a manterene il controllo. >> continuò facendo un mezzo sorriso. Annuii, ancora un po' scombussolata e scesi dal tavolino passandomi una mano sul viso.
Lo sentivo ancora, era ovunque. Le mie labbra pizzicavano al ricordo delle sue sulle mie. Il suo sapore cosi intenso era ancora lì, come se non si fosse staccato da me. Da una parte lo ringraziai mentalmente per essersi fermato, ma dall'altra volevo continuasse e che non si fosse mai fermato. Questo mi rendeva persona cattiva?
<< Grazie per..... per esserti fermato. N-non che io lo volessi, ma grazie comunque. >> balbettai incapace di far funzionare la lingua. Mi voltai, tentando di mascherare l'imbarazzo e raccattai tutte gli appunti sparsi in giro per il tavolo e mi piegai leggermente per afferrare lo zaino. Mi volto, lo guardai da sopra la spalla e lui stava proprio fissando il mio culo con un ghigno stampato sul volto.
Mi schiari la voce e dissi: << La smetti? >> portando le braccia sui fianchi. Mi sorrise malizioso e si avvicinò a me. << Sei tu che mi tenti. Io cerco di fare il bravo. >> mormorò. Sorrisi al suo tentativo patetico di spiegare la situazione e annuii sbuffando leggermente. Misi lo zaino in spalla e quando mi girai, lo trovo ad un passo da me.
<< Ti accompagno all'istituto. >> disse con un tono che non ammetteva repliche. Sospirai e ci avviammo a passo spedito verso la sua auto. Mi accomodai nel sedile del passeggero e in pochi minuti arrivammo. Si fermò circa dieci metri prima e spense l'auto. Si voltò verso di me e sospirò pesantemente.
<< Allora io vado... >> prima di poter continuare la frase fece unire le nostre labbra. Schiusi automaticamente le labbra e le nostre lingue iniziarono una danza frenetica. Ancora una volta venni investita dal suo sapore e mormorai qualcosa di incomprensibile, per il piacere. Le sue labbra erano una droga.
<< Ci vediamo domani. >> disse staccandosi. Prensi un profondo respiro e annuii. La mia mente stava ancora pensando al suo sapore su di me. Mi avvicinai a lui con lentezza e lasciai un bacio nell'incavo del suo collo per poi uscire dall'auto ed entrare. Salii le scale e chiusi la porta della mia camera alla mie spalle. Trovai una Julie intenta a fissare il soffitto. Sorrisi alla vista dei suoi occhi socchiusi mentre guardava le stelline fluorescenti attaccate al soffitto.
<< Potevi anche avvertirmi che hai una corta per Daniel Parker. >> disse facendo una smorfia.
<< Io non ho una cotta per nessuno. Io e Parker siamo soltanto amici. >> sibilai nel tentativo di dissuaderla da quell'idea folle.
<< Certo, quindi due amici si baciano appassionatamente in auto? >> alzò le mani al cielo e mi fulminò con lo sguardo. Boccheggiai nel tentativo di trovare una scusa plausibile. Ma noi effettivamente noi non eravamo amici, ma non eravamo neanche fidanzati.
<< È semplice attrazione fisica. Lui è single e anch'io. Fine della storia. >> dissi cercando di crederci anch'io. Incrociai le braccia al petto e sospirai. Julie si mise a sedere e mi fissò.
<< Se vuoi baciare qualcun'altro che non sia lui, è come dici tu. Semplice attrazione fisica. Ma chieditelo, Lydia. Volevi davvero baciare lui, oppure sei solo in carenza d'affetto? >>
Carenza d'affetto.
Sicuramente era così. Non mi poteva piacere Parker.
Giusto?Angolo autrice:
Salve a tutti genteeeh.
Questo capitolo è uno dei miei preferiti in assoluto.
Spero davvero tanto che vi piaccia.xoxo.
__sprxuse__,
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Chemistry
ChickLitCOMPLETA *** > > > sussurrò, intimorita. *** Lydia è una ragazza semplice, poco incline al fascino dei ragazzi, sincera, schietta e con i piedi per terra. Tutta la sua serenità viene spazzata via, quando inco...