Capitolo 29

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LYDIA'S POV.

Quella mattina il sole era alto, e il cielo era limpido. Se non avessi esagerato ieri, con l'alcool sarei stata meglio. Era sabato, e questo vuol dire niente scuola, ma avevo una paura fottuta. Mss Morrison aveva prenotato una visita dal ginecologo. Lo faceva spesso per assicurarsi che tutto fosse apposto. Mi corrompeva sempre con una ciambella con glassa al cioccolato bianco con scaglie di cocco. Era la mia preferita. Julie aveva già fatto la visita, un paio di giorni fa, ma aveva deciso comunque di venire con me.

<< Siete pronte? >> i capelli castani della Morrison sbucarono fuori dalla porta. Annuimmo e dopo aver messo un po' di mascara e correttore per le mie terribili occhiaie, scendemmo le scale, avviandoci all'entrata.
<< Salve. >> borbottai alla cuoca che preparava tutte le nostre colazioni di merda. Mi riservò un'occhiataccia e continuammo a scendere le scale, fino ad arrivare davanti al suo ufficio.
Dopo una manciata di minuti uscì sorridente come non mai e uscimmo dall'istituto. L'aria era fresca e si sentiva il fruscio del torrente.

<< Lydia, sei troppo agitata. Cerca di rilassarti. >> disse Julie. Aveva un sorrisino tra le labbra e solo in quel momenti  mi accorsi che aveva una sorta di macchia nel collo. Mi avvicinaj di un passo a lei e le scostai i capelli. Uno strilletto uscii dalle mie labbra e mi catapultai da lei.
Aveva un cazzo di succhiotto nel collo. Perché non mi aveva detto niente?

<< Hai un succhiotto nel collo, cosa mi sono persa ieri sera? >> domandai distogliendo lo sguardo da lei. Le sue mani si intrecciarono e i suoi occhi erano luminosi, sembrava felice

<< Hofattolamoreconthomas >> disse tutto di un fiato.

<< Non ho capito >> mormorai scuotendo la testa.

<< Ho fatto l'amore con Thomas. >> sussurrò meno velocemente, così da potermi fare capire.

<< Quando glielo detto a Stephie, è sbiancata. >> disse sorridendo ampiamente.

Rimasi un po' interdetta. Non fraintendetemi, ero felice per lei, davvero. Solo che mi aspettavo lo dicesse a me, per prima.

<< Ah, va bene, sono felice per te Julie, davvero. >> le voltai le spalle sotto il suo sguardo accigliato e entrai in macchina per prima.

<< Mi spieghi che hai? >> sussurrò Julie al mio fianco. Scossi la testa e quando la guardai, capì. I suoi occhi si illuminarono  e nelle sue labbra un sorriso si aprì.

<< Sei gelosa.>> mormorò sorridendo.
Sbarrai gli occhi e scoppiai a ridere per poi fermarmi e dire un secco no.
Ed era la verità, non potevo essere gelosa della mia migliore amica.

<< No, mi ha dato solo fastidio il fatto che tu non mi abbia minimamente calcolata. Julie, volevo esserne al corrente, ma tu non ti confidi più con me. E non fraintendermi, sono felice che tu sia legata con Stephie, davvero, ma credevo che noi fossimo un'altra cosa. Sicuramente non due amichette che si calcolano un giorno si e l'altro no. >> spiegai guardandola negli occhi. Non ero arrabbiata con lei, ma onestamente mi aspettavo un comportamento diverso.

<< Non è vero che non mi confido più con te, sei tu che sparisci sempre e non ci sei mai per me. >> sibilò furiosa.

<< Non è vero, questo non puoi dirlo. Ci sono sempre stata per te, anche quando tu non avevi intenzione di uscire e vietare le misere regole dell'istituto. Rimanevo per te e lo facevo con piacere. >> sbottai incrociando le braccia al petto. In macchina calò il gelo. Nessuna delle due osò proferire una parola, finché non entrò in auto la Morrison, sorridente come non mai.

Il viaggio procedeva 'bene', tra un battibecco e l'altro, ma ad un tratto lo sportello sinistro, dal mio lato, venne spalancato. Mi voltai e tutto ciò che vidi fu un giubbotto nero. Il mio cuore batteva all'impazzata, le mani mi sudavano, cosi come la fronte. Non capivo assolutamente nulla e Julie venne tirata via dall'auto.

Non riuscii a capire cosa cazzo stesse succedendo. Feci forza, puntando i piedi sull'asfalto, ma venni strattonata con la forza.

<< Ehi. >> gridai tentando di mettere fine a quella situazione ridicola. Venni praticamente scaraventata a terra. Le ginocchia strisciarono contro l'asfalto, gemetti di dolore e strinsi gli occhi lacrimando. Non riuscivo a vedere Julie, c'era troppo fumo. La persona sconosciuta si buttò sopra di me, quasi come se volesse proteggermi ed un boato assordante fece tremare la terra sotto il mio corpo. Non riuscivo  a comprendere cosa stesse accadendo, ma chiusi gli occhi. Qualunque cosa fosse successa, non credevo che sarei in grado di reggerla in quel momento. Tutto risultò ovattato da qualcosa, ma costrinsi i miei occhi a non aprirsi. Non volevo sapere cosa fosse successo, non lo volevo. Piansi silenziosamente, fin quando delle voci familiari mi arrivarono alle orecchie

<< Le ho tirate fuori prima che la bomba esplodesse. >>

<< Non preoccuparti sta bene. >>

Era Thomas, e stava parlando con qualcuno. La persona dall'altra parte del telefono stava sbraitando, ma non riuscii a sentire altro se non una frase che diceva:'' dimmi che sta bene ti prego.''

<< Perde sangue dalla testa, ma starà bene, tranquillo. >>

Socchiusi gli occhi e mi lasciai prendere dal buio, nonostante i richiami disperati di Thom.
Chiusi gli occhi ed un sospirai scivolando sempre di più in un sonno profondo. E solo in quell'istante mi resi conto, che l'unico pensiero andò a lui.

Sarebbe sempre andato a lui.

***

Angolo autrice: non ho niente da dire.

Vi amo.

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